di Francesco Camagna

ettore fieIn breve: pubblicato nel 1833 e ambientato nella Barletta cinquecentesca, l’Ettore Fieramosca narra dell’affronto di un soldato francese all’indirizzo dei cavalieri italiani, vendicato da questi ultimi con intrepido slancio. Insieme alle contese militari, spiccano nel romanzo l’infelice amore fra Ettore e Ginevra e le tormentate passioni di Elvira e Fanfulla da Lodi. È un mondo romantico in cui Fieramosca emerge come emblema di virtù cavalieresca ed eroe dell’identità nazionale ante litteram.

E’ essenzialmente un romanzo storico-patriottico, comparso proprio negli anni in cui i moti liberali si trasformavano in guerre nazionali di indipendenza. La storia è inquadrata prima e durante la celebre Disfida di Barletta (13 febbraio 1503) tenutasi nella piana tra Corato ed Andria, in territorio di Trani, fra tredici cavalieri italiani (capeggiati dal Fieramosca) e altrettanti francesi. Vinceranno gli italiani, salvando l’onore infangato dal francese La Motta, un cavaliere rinnegato che si era schierato contro l’Italia mettendosi al servizio degli invasori francesi. Dopo la Disfida, Ettore Fieramosca partecipò nell’aprile dello stesso anno alla battaglia di Cerignola e poi a quella di Gaeta.

Massimo D’Azeglio è uomo che vive e muore di patriottismo, lui stesso, nobile, ha rifiutato i suoi privilegi di casta per vivere la vera libertà che è formata sostanzialmente da uguaglianza e fraternità fra uomini. E in Ettore Fieramosca riesce a riassumere il modello perfetto di cavaliere onesto ed integerrimo, colui che difende l’onore delle armi italiane contro l’insidia dei francesi, all’epoca della guerra franco-spagnola per il possesso del reame di Napoli (1502-4). E, come ogni vero cavaliere che si rispetti, anche Fieramosca ha un’amata alla quale tornare, in questo caso la bella Ginevra, moglie di un altro italiano rinnegato che si era schierato coi nemici.

Al di là dell’eccitante evento storico (il duello tra italiani e francesi e la battaglia di Cerignola) ciò che l’autore ci vuole far risaltare agli occhi è certamente la passione patriottica e civile ed è per questo che gli giustifichiamo i numerosi anacronismi e le infedeltà storiche presenti nel romanzo. Ovviamente quando si legge quest’opera bisogna inserirla nell’atmosfera patriottica dell’epoca, dove fu eletta all’unanimità come manifesto del Risorgimento stesso. Lo consiglio a chi ama la storia, soprattutto quella del nostro Paese.

Ecco le trasposizioni cinematografiche:

1)      Ettore Fieramosca di Ernesto Maria Pasquali (1909);

2)      Ettore Fieramosca di Domenico Gaido e Umberto Paradisi (1915);

3)      Ettore Fieramosca di Alessandro Blasetti (1938), liberamente ispirato al romanzo (molto liberamente!) ha un’indiretta propaganda anti-francese. Ettore qui viene interpretato da un giovane Gino Cervi. Suggestiva la battaglia finale.

4)      Il soldato di ventura di Pasquale Festa Campanile (1975), dove il Fieramosca ha le sembianze del  simpatico Bud Spencer ed è l’interpretazione del cavaliere più comico-goliardica girata fino ad ora.