Recuperare i computer obsoleti e reimpiegarli a fini di pubblica utilità, coniugando riuso, risparmio e rispetto dell’ambiente. È l’obiettivo del progetto “Opensun”, presentato stamattina, martedi 3 aprile, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo San Domenico, alla presenza dei soggetti promotori – l’azienda Sudplus, Legambiente, l’Associazione per il Software libero Ragusa – di Giovanni Marotta docente dell’Istituto tecnico commerciale “Archimede”, dell’assessore all’Ambiente Giovanni Spadaro e del sindaco Antonello Buscema.

Si tratta di un progetto pilota, basato sulla collaborazione tra enti pubblici, scuole, imprese e associazioni, che propone una soluzione al problema dei RAEE, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (computer, stampanti, monitor, telefonini, guasti, inutilizzati o obsoleti) destinate in qualche caso allo smaltimento e più spesso all’abbandono in discarica. «Ogni anno in Italia, secondo recenti stime – ha affermato Giorgio Cavallo, presidente del circolo Melograno di Legambiente – si producono circa 800 mila tonnellate di RAEE. Soltanto 260 tonnellate (di cui 15 mila in Sicilia) sono raccolte negli appositi centri e smaltite correttamente. Il resto finisce in discarica con gravi danni per l’ambiente e per la nostra salute. Nei RAEE, infatti, si trovano sostanze nocive come cluorofluorocarburi (tra i principali responsabili del buco nell’ozono), piombo, cadmio, mercurio, cromo, policlorobifenili, tutti inquinanti e ritenuti cancerogeni. Inoltre, la continua domanda di nuove apparecchiature in sostituzione di quelle obsolete stimola la produzione e fa aumentare le emissioni di anidride carbonica». «Opensun – ha spiegato il presidente di Sudplus Spadaro – si propone, da un lato, di informare i cittadini sul rischio legato alla sovrapproduzione di computer e all’errato smaltimento dei RAEE, promuovendo comportamenti ecosostenibili; dall’altro intende raccogliere e recuperare alla pubblica fruizione computer e componenti informatiche ancora funzionanti, benché obsolete, con l’installazione di sistemi operativi e software open source (Linux). I computer così recuperati saranno utilizzati per allestire aule multimediali pubbliche in scuole e uffici (Ufficio del Sindaco, Ufficio turistico, Biblioteca comunale, Palazzo della Cultura, ecc.)». «Una prima aula multimediale sarà allestita già nei prossimi giorni nell’Istituto tecnico “Archimede” – ha affermato il professor Marotta – con 50 computer depositati nei magazzini della scuola, recuperati e riutilizzati.

Il progetto ha anche una valenza didattica perché consente di arricchire la formazione degli studenti con competenze informatiche specifiche su Linux e i software non commerciali». Per il presidente di So.li.ra Mario Di Raimondo, «l’utilizzo di sistemi operativi e software open source – gratuiti, “leggeri” e in grado di riportare all’efficienza computer di oltre dieci anni fa – consente di allungare il ciclo di vita dei pc, ottenere un risparmio sui costi delle licenze ed evitare l’acquisto di nuove apparecchiature informatiche». Di Raimondo ha mostrato poi il funzionamento di un’infrastruttura (server) con terminali remoti, utilizzando computer ormai inadatti, per limiti di memoria, a lavorare con software commerciali. Per il sindaco Buscema si tratta di un progetto interessante, a costo zero per il Comune, che crea servizi per la collettività. «Valuteremo l’ipotesi – ha affermato il primo cittadino – di una migrazione dell’Ente verso l’open source, qualora ciò possa determinare effettivamente un risparmio per il Comune. Nell’immediato, con questo progetto farò installare alcuni computer rivitalizzati e collegati in rete nella sala d’attesa del mio ufficio, come servizio per i cittadini». Altri “punti informatici” sorgeranno a breve, come ha spiegato l’assessore all’Ambiente Spadaro, nell’Ufficio turistico, nel Palazzo della Cultura e nella Biblioteca comunale. «Sono in contatto con alcune parrocchie – ha aggiunto l’assessore – interessate ad allestire aule multimediali negli oratori e negli spazi dedicati al sociale».

Il progetto, attivo per il momento nell’area di Modica, è aperto anche ai cittadini che vogliono liberarsi di un vecchio computer, una stampante, ecc. senza costi di smaltimento. Per partecipare, basta collegarsi al sito http://www.sudplus.it/index.php/chi-siamo/opensun.html e compilare il form di adesione. Il materiale informatico sarà ritirato a domicilio man mano che si allestiranno le aule multimediali.