da La Sicilia del 3 dicembre 2019

di Carmelo Riccotti La Rocca




Una pausa di riflessione finalizzata a far calmare le acque e trovare soluzioni alternative. È finita con un verbale sottoscritto dalle parti, la riunione che si tenuta ieri mattina presso la Soprintendenza di Ragusa su proposta del primo cittadino di Modica Ignazio Abbate per discutere dell’impianto di biometano autorizzato in contrada Zimmardo-Bellamagna, in territorio di Modica, ma alle porte della città di Pozzallo.

Alla presenza del sovrintendente Giorgio Battaglia, del sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, di Abbate e dell’imprenditore Michele Leocata, che detiene un terzo della “Biometano Ibleo arl”, l’incontro ha vissuto anche, soprattutto nella sua fase iniziale, momenti di tensione scatenati dall’accusa del primo cittadino della città marinara all’omonimo modicano di sgarbo istituzionale. Dopo, in una riunione durata all’incirca due ore, gli animi si sono calmati e alla continua richiesta di Ammatuna di trovare un’altra allocazione all’impianto, si è aperta una fase di distensione e concertazione. Nella sua vece quasi di arbitro, il sovrintendente ha così suggerito la sottoscrizione di un verbale attraverso cui si impegna l’azienda a non iniziare i lavori e le parti a studiare possibili altre soluzioni.

Il sindaco di Pozzallo si accontenterebbe se l’impianto fosse delocalizzato ad una distanza di 4-5 km dal centro urbano (al momento l’area è a circa 700 metri). Il verbale è stato poi sottoscritto da tutti gli attori presenti che, alla fine, si sono dati l’arrivederci a data da destinarsi, ma comunque, entro una quindicina di giorni. Ma chi dovrà portare le nuove soluzioni sul prossimo tavolo? Ed è qui che nasce il sospetto che vi possa essere più di qualche probabilità che poco o nulla si muoverà rispetto alle posizioni attuali. “Non possiamo essere noi – ha dichiarato il sindaco Abbate a margine dell’incontro- ad individuare un altro sito perché se no diventerebbe un qualcosa che attiene al Comune quando, invece, la questione è tecnica. Queste sono scelte che attengono all’azienda ed è per questo che ho voluto che alla riunione ci fosse un rappresentante della “Biometano Ibleo”. Di diverso parere il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, secondo il quale deve essere adesso il sindaco di Modica a proporre soluzioni alternative. “Tocca ad Abbate – dice Ammatuna- organizzare il prossimo incontro dove saranno studiate diverse soluzioni anche insieme alla Soprintendenza, quindi ci aspettiamo che tali proposte arrivino dal primo cittadino di Modica”. Da Pozzallo allora aspettano risposte dall’amministrazione di Modica, da palazzo San Domenico invece le attendono dall’azienda, ma come ha reagito quest’ultima?




Leocata: non credo ci siano le condizioni per farlo in altro sito

Su questo tema l’imprenditore Michele Leocata (nella foto) ha dato una risposta decisa e perentoria: “la soluzione alternativa – dice- non può essere proposta dall’azienda, ma occorre trovarla tutti assieme”, e poi aggiunge: “non penso ci siano le condizioni per poter realizzare l’impianto in un altro sito, se ciò venisse richiesto credo che non faremo più l’impianto”. Queste posizioni fanno pensare quindi che una soluzione non è né vicina né semplice e che a quel punto anche il soprintendente di Ragusa, che la vicenda non riguarda i suoi uffici, ma ha voluto ugualmente fare da promotore del dialogo, uscirebbe di scena lasciando che l’iter vada avanti come previsto dalle norme. Che la concessione data all’ azienda sia perfettamente legittima lo dicono tutti, a partire da Abbate che spiega l’inopportunità di ordinare una sospensione in autotutela: “una scelta del genere esporrebbe l’ente a richieste enormi di risarcimenti e a ricorsi al Tar che darebbero, comunque, ragione all’azienda. ”Ho voluto che questo incontro si tenesse alla presenza del sovrintendente – ha aggiunto poi Abbate- perché ritengo che occorre gettare le basi per una programmazione che risponda ad una emergenza che oggi abbiamo che è quella dello smaltimento dei rifiuti”.

 

Abbate: li potrebbero nascere impianti più invasivi

“Ricordo- ha continuato il sindaco- che proprio perché zona bianca e non vincolata, contrada Zimmardo-Bellamagna, potrebbe essere individuata per ospitare impianti molto più invasivi rispetto a quello di biometano autorizzato dal Comune”. Fermo sulla sua posizione, invece Roberto Ammatuna che, oltre a dichiarare di essere pronto a ricorrere ad ogni mezzo previsto dalla legge per fermare l’impianto, ha richiesto anche un incontro in Prefettura .

 

Soprintendente: non sono come Ponzio Pilato, voglio solo mediare e trovare una soluzione

L’idea di essere associato a Ponzio Pilato che si lava le mani per non entrare nel merito della questione, al sovrintendente di Ragusa, Giorgio battaglia, non piace proprio. “Se siamo qui – ha detto nella premessa dell’incontro che si è tenuto ieri negli uffici di Piazza Libertà- è proprio perché, nonostante qui la Soprintendenza non c’entri, si vuole trovare una soluzione condivisa perché siamo attenti alle vicende che riguardano il territorio”. Nella sua lunga introduzione Battaglia ha spiegato ai sindaci che lui, sull’impianto di contrada Zimmardo-Bellamagna, non può esprimere pareri, ma può comunque favorire il dialogo tra le due comunità fungendo da paciere, ma anche da padre di famiglia chiamato a dirimere una lite tra due figli. Su una cosa, però, Giorgio Battaglia, è molto chiaro: “se io intervenissi nel merito della questione, commetterei un abuso e ciò non fa parte del mio modus operandi”. Il Sovrintendente ha spiegato che nel caso specifico dell’impianto di biometano, gli uffici del dipartimento regionale dei beni culturali, potrebbero entrare in gioco solo nel momento in cui la ditta, durante le operazioni di realizzazione dell’opera, rinvenisse dei reperti o siti di interesse archeologico. Cosa non del tutto improbabile dato che a confine vi sono delle aree soggette a vincolo archeologico, ma se ciò non accadrà, l’ufficio di Ragusa non potrà mettere bocca sulla realizzazione dell’impianto autorizzato dal Suap di Modica. Lo scorso anno la Soprintendenza ha richiesto agli uffici di Palazzo San Domenico le documentazioni relative all’iter autorizzativo dell’impianto, chiedendo di essere invitata alle conferenze di servizio, ma dopo aver esaminato le carte è stato appurato che la presenza del dipartimento non era prevista perché il sito individuato per la realizzazione dell’opera, ricade nelle cosiddette zone bianche. Ed è qui che il pensiero del sovrintendente va al piano paesaggistico. “Qualcuno allora – ha affermato- pensava che il piano potesse ingessare il territorio, ma oggi abbiamo visto che non è stato così, anzi, si è visto anche che i contenziosi sono scomparsi”. Sul fatto che l’impianto di biogas sia invasivo, al meno per quanto riguarda l’impatto visivo, anche in virtù della conformazione del terreno in cui dovrebbe nascere, lo ha affermato anche il sindaco della città di Modica, Ignazio Abbate, ma per battaglia questo non è un elemento che implica l’intervento della Soprintendenza, così come non vi sono piante sottoposte a tutele particolari. “Noi – ha ribadito Battaglia- siamo chiamati ad applicare le leggi, non possiamo fare altrimenti e non possiamo sconfinare in territori che non ci competono, questo deve essere chiaro a tutti. Quello che io posso fare è utilizzare lo strumento, previsto dalla legge, della realizzazione delle opere di mitigazione, cioè quelle opere finalizzate ad attutire i vari tipi di impatto (ad esempio antirumore o fasce vegetate), le cosiddette opere di compensazione. Inoltre, quello di favorire  il dialogo e la ricerca di soluzioni condivise”. Per Battaglia, quello di ieri è stato un passo importante verso una soluzione che possa in qualche modo accontentare tutti gli attori coinvolti nella vicenda. Da questo punto di vista il sovrintendente si dice fiducioso e scommette sul fatto che, in occasione del prossimo incontro, le parti possano cominciare a dialogare in maniera costruttiva su ipotesi diverse. A tal proposito, nel verbale sottoscritto anche da lui, il sovrintendente Giorgio Battaglia si è impregnato a supportare tecnicamente le prossime riunioni. Se in caso contrario, nessuna proposta dovesse essere portata sul tavolo di Battaglia, la Soprintendenza, uscirà di scena lasciando che i due Comuni e la ditta facciano valere le loro posizioni in altre sedi. Insomma, il sovrintendente assicura che sta facendo tutto il possibile, anche in una vicenda non di sua competenza, per garantire la massima tutela del territorio e mettere d’accordo due enti e che di certo, anche se potrebbe farlo, non si sta lavando le mani lasciando ad altri il compito di decidere.

L’Assemblea di Pozzallo: pronti alla sciopero generale

Parola d’ordine unità. Di fronte ad una battaglia così grande e difficile da vincere, guai a disgregarsi su piccole scaramucce che possono distogliere l’attenzione dall’obiettivo finale. I Pozzallesi su questo sono molto determinati e, pur rispettando i processi istituzionali, hanno deciso di continuare la loro lotta per dire no all’impianto di biomassa autorizzato in contrada Zimmardo-Bellamagna. In una assemblea partecipata (ma non come quelle recedenti, causa forse l’ora lavorativa), e molto pacata, i presenti hanno ascoltato l’intervento del sindaco Roberto Ammatuna che ha riportato quanto accaduto nel corso dell’incontro che si è tenuto ieri mattina nella sede della Soprintendenza. “Attendiamo- ha esordito Ammatuna- ancora le scuse del Comune di Modica e della ditta per questo sopruso. In estate ho avuto modo di incontrare il titolare dell’Avimecc per discutere sulla questione degli odori nauseabondi che si respiravano in città in alcune ore del giorno. In quella occasione non mi fu detto assolutamente nulla sulla realizzazione dell’impianto in contrada Zimmardo-Bellamagna”. Nel corso dell’intervento è stata evidenziata la totale assenza della deputazione provinciale, fatta eccezione di quella del Movimento 5 Stelle. Cosa ne pensano i nostri politici dell’impianto di biomassa? Perché non parlano? Queste le domande ripetute a più riprese nei tanti interventi che si sono succeduti nello spazio culturale Meno Assenza. Ammatuna ha raccontato anche dei momenti in cui gli animi, nel corso dell’incontro di Ragusa, si sono surriscaldati. “Per me gli unici interlocutori erano le Istituzioni, non l’azienda, per questo ho richiesto un incontro anche in Prefettura”. Per tanti Roberto Ammatuna non avrebbe dovuto nemmeno partecipare o pretendere la fuoriuscita dell’azienda. “La ditta- ha asserito Emanuela Russo- rappresentate del Comitato per la salvaguardia della salute e dell’ambiente (Cspa)- ha chiesto lecitamente una autorizzazione, ha speso dei soldi ed ha delle legittime pretese. Il problema è che quelle autorizzazioni non dovevano essere date. “Quella di ieri – ha detto ancora, riferendosi all’incontro tenuto alla Soprintendenza- è stata una “pupiata”, si è preso solo del tempo, per questo non dobbiamo arretrare di un millimetro e continuare la nostra battaglia”. È con questo spirito che è maturata l’idea di uno sciopero generale che coinvolga l’intera cittadinanza, a breve sarà decisa la data. Pozzallo è disposta a fermarsi per dire no all’impianto, forte di oltre 10 mila firme già raccolte e di una straordinaria partecipazione che dà l’esatta misura della preoccupazione dei cittadini rispetto ad un impianto ritenuto invasivo. “L’impianto- si è detto in un intervento- dovrà nascere in un’area circondata da vincoli idrogeologici e archeologici, chi ci assicura che le falde acquifere non vengano intaccate?”. E qui ancora la polemica con il soprintendente: “ha detto – ha affermato l’avvocato Galazzo- che un suo intervento sarebbe un abuso d’atti in un ufficio, ma sta rischiando di dover rispondere di omissione d’atti d’ufficio”.

L’impianto è a norma, non inquina e darà centinaia di posti di lavoro

L’impianto di biometano autorizzato dal Suap di Modica il 29 agosto 2019 in contrada Zimmardo-Bellamagna, proprio a confine tra la città della Contea e Pozzallo, è stato proposto dalla società agricola “Biometano Ibleo arl”, rappresentata per un terzo dalla famiglia modicana Leocata (Avimecc) e sotto l’egida di “Iniziative Biometano” che sta investendo in Sicilia 35 milioni di euro per 3 impianti (due dei quali hanno beneficiato del finanziamento a fondo perduto del Ministero per le politiche agricole di 3,5 milioni). L’impianto è destinato a trattare gli scarti agricoli con una grande concentrazione di derivati zootecnici e avicoli. “Sono impianti utili al territorio – ha spiegato Legambiente- che permettono di chiudere il ciclo dell’agricoltura”.  Michele Leocata spiega anche che, oltre ad avere tutte le autorizzazioni del caso, l’impianto in questione non recherà danni alla salute dei cittadini e non si sentiranno nemmeno odori sgradevoli, perché ermetico. “Su questa vicenda- spiega- si è fatta tantissima confusione, vorremmo tranquillizzare la popolazione sulla bontà dell’impianto, ma voglio farlo ricordando che la stessa Legambiente, realtà terza e attenta alla tutela dell’ambiente, è favorevole alla realizzazione di questa tipologia di impianti. L’altro aspetto su cui l’azienda sta puntando molto, è anche quello relativo all’occupazione. Leocata ha spiegato che a pieno regime tale impianto prevede l’occupazione (compreso l’indotto) di 300 lavoratori. L’azienda, quindi, continua a rassicurare sulla bontà dell’impianto facendo anche leva sul fatto che “Iniziative Biometano” sia una realtà virtuosa e riconosciuta, simbolo di competenza e affidabilità. La società ha ammesso di aver commesso degli errori nella comunicazione alla cittadinanza, mancanza alla quale cercherà di sopperire con una campagna mirata a spiegare le caratteristiche dell’impianto.

Quello in foto è un impianto realizzato in un altro paese