“Vogliamo solo che venga fatta giustizia, non posso credere che un assassino sia entrato nella nostra palazzina e abbia commesso un delitto così atroce”. Maurizio vive con la madre al piano terra della palazzina del Vico 11 febbraio, sabato notte lui a casa non c’era. C’era invece la madre che racconta della sua barboncina di un anno troppo irrequieta: “ringhiava, mi tirava le coperte, come a volermi fare alzare”. La donna colloca questo episodio intorno alle 2. Un orario che si scosta di circa un’ora dal racconto del rumore di mobili spostati che una testimone ci ha reso lunedì mattina e che abbiamo riportato in questo video.

Possibile quindi che l’assassino (o gli assassini) sia stato a casa di Peppe Lucifora sabato notte? Ed è possibile che sia uscito di casa senza che nessuno l’abbia visto? La dirimpettaia ci dice di non aver sentito nulla che la potesse insospettire.

Quella di ieri è stata una giornata di attesa passata davanti la casa di Peppe Lucifora per capire se da parte delle forze dell’ordine potessero esserci segnali di passi in avanti nelle indagini.




 

L’abitazione al terzo piano che accoglie gli ospiti con una immancabile raffigurazione di San Giorgio, è posta sotto sequestro e ieri è stato effettuato, da parte delle forze dell’ordine, un altro sopralluogo in cerca di elementi nuovi che possano portare ad una svolta. Mentre in zona arrivano anche le tv nazionali spinte a Modica dall’ufficialità della notizia dell’omicidio, si cercano informazioni, ma, a parte qualche notizia trapelata qua e là, dagli inquirenti vige il massimo riserbo. Non è stata resa nota, ad esempio, l’ora della morte. Peppe è morto sabato o domenica? E poi vi sono alcuni gialli non del tutto chiariti. La chiave della stanza da letto non trovata e il telefonino che sarebbe sparito anche. Peppe sarebbe stato trovato privo di vita semivestito sul letto, e lì sarebbero state trovate anche delle tracce di sangue. La stanza era in disordine, ma, a parte chiave e telefonino, non sarebbe stato sottratto nulla.

Quindi si potrebbe escludere che chi ha ucciso Peppe l’abbia fatto per soldi. Il condizionale, come detto, è d’obbligo e lo dobbiamo utilizzare anche per quanto concerne lo stato in cui è stato trovato il 57enne modicano. Alcune fonti parlano di percosse e di uno zigomo fratturato, dalla Procura però smentiscono, parlano di una ecchimosi al naso e assicurano che formalmente non vi sono né sospettati né indagati. Si scava nella vita privata di Peppe Lucifora e degli uomini che frequentavano la sua abitazione.

Ma gli inquirenti non tralasciano alcuna pista. Probabile che nelle prossime qualche svolta ci sarà.




Intanto la città si prepara a dare l’ultimo saluto a Peppe, oggi alle 15 nella sua San Giorgio. Da ieri mattina tanti si sono recati nella camera ardente allestita dentro la “sua chiesa” e proprio vicino la cappella di San Giorgio, il suo santo. A vegliare la salma i due fratelli di Peppe Lucifora che, per mano del loro legale Ignazio Galfo, si sono affidati alla magistratura perché venga resa giustizia ad uomo buono ed affabile a cui è davvero difficile pensare che qualcuno abbia potuto fare del male.