Francesco d’Assisi, al-Malik al-Kāmil, Federico II di Svevia – Eredità e dialoghi del XIII secolo: è il titolo del nuovo libro di Pino Blasone, Franco Cardini e Carlo Ruta (Edizioni di storia e studi sociali).

La prima presentazione sarà a Modica Alta, nel Chiostro Santa Maria del Gesù, giovedì 11 luglio 2019 alle ore 18:30.

I saluti di Francesco Lucifora (direttore artistico MAS) precedono un dibattito coordinato dal saggista Salvo Micciché. Relatori sono Fra’ Antonello Abbate (Priore dei Francescani del Carmine di Modica), Fra’ Emanuele Cosentini (Francescani del Carmine), Giovanni Distefano (archeologo, direttore del Polo Regionale di Ragusa per i siti culturali, docente Università della Calabria, Roma 2 Tor Vergata) e uno dei coautori del libro, lo storico e saggista Carlo Ruta.

La conferenza è patrocinata dal Comune di Modica, in collaborazione con “Santa Maria del Gesù” e LAP (Laboratorio Autonomo Potenziale).

«Nel 1219, circa 800 anni fa, durante la Quinta Crociata, Francesco d’Assisi incontrava il sultano di Egitto e Siria al-Malik al-Kāmil presso Damietta, città portuale situata sul delta del Nilo. I documenti dʼepoca che attestano l’evento sono numerosi; non esistono perciò motivi per dubitare della sua storicità. Tuttavia, particolari leggendari possono averne alterato il ricordo tramandato mentre alcuni dettagli, a dispetto della varietà delle fonti, restano in ombra. Insiste perciò la discussione storiografica per cercare di chiarire ciò che realmente accadde. E in questo contesto critico e interpretativo si colloca il presente lavoro a tre voci, che, rivisitando fonti europee coeve, e in una certa misura anche arabe, introduce un terzo protagonista: l’imperatore Federico II di Svevia che dieci anni più tardi, in Terra Santa, concluse con al-Kāmil un importante trattato di pace, purtroppo rimasto in vigore finché i suoi firmatari furono in vita. 

Cosa rese possibili questi fatti, negli scenari dell’epoca? In che misura lʼincontro tra il sultano e Francesco può aver contribuito a influenzare gli sviluppi politici della Sesta Crociata, conclusa appunto in maniera incruenta? Possono episodi del genere suggerire qualcosa di utile al mondo contemporaneo? 

A queste e altre domande gli autori hanno cercato di rispondere».