Da La Sicilia del 3 Marzo

di Carmelo Riccotti La Rocca

Il primo confronto pubblico sull’istituzione dell’area marina in provincia di Ragusa si è concluso con la consapevolezza che l’iniziativa è importante da un punto di vista naturalistico ed economico, ma anche con la presa d’atto che il progetto necessità di alcune correzioni perché venga digerito da pescatori e diportisti.

L’idea di organizzare il primo confronto pubblico, da parte della provincia di Ragusa, in sinergia con i comuni di Ragusa e Scicli, aveva la finalità di di capire quale fosse la reazione degli operatori che quotidianamente vivono il mare e, in effetti, i pescatori hanno evidenziato una serie di criticità pratiche rispetto alla prima proposta di progetto spiegato dal direttore delle riserve naturali del Libero Consorzio Comunale di Ragusa Carolina Di Maio.




L’esigenza di istituire un’area marina protetta a Ragusa nasce dalla necessità di tutela e conservare la  biocenosi marina dei fondali antistanti la foce del fiume con particolare riguardo alla prateria di Poseidonia oceanica e Cymodocea nodosa, nonché dalla volontà di promuovere la ricerca scientifica al fine di implementare la conoscenza degli habitat marini e di tutela della costa dall’erosione costiera mediante implementazione dell’attuale habitat della prateria di Poseidonia oceanica, con l’attuazione di specifici programmi di promozione dello sviluppo sostenibili delle principali attività economiche dell’area (turistiche, culturali, artigianali e della piccola pesca) e di educazione ambientale sugli habitat marini e costieri promuovendo programmi didattici, divulgativi e di fruizione dell’area.

Dopo una prima parte dedicata agli interventi istituzionali aperta dall’introduzione dell’assessore del Comune di Scicli, Viviana Pitrolo, a prendere la parola sono stati il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, il primo cittadino di Scicli, Enzo Giannone e il Commissario della Provincia Salvatore Piazza, tutti hanno sottolineato l’importanza della condivisione di un progetto molto ambizioso.




Dopo si è passati alla relazione di Carolina Di Maio che ha spiegato il progetto: l’area marina protetta dovrebbe estendersi per poco meno di 10 chilometri, il litorale interessato si snoda tra l’inizio dell’abitato di Marina di Ragusa sino alla costa rocciosa tra Playa Grande e Donnalucata. L’area in questione dovrebbe essere divisa in tre zone: A, B e C che si estendono per circa 2 miglia dalla costa. La zona A sarà praticamente off-limits, nell’area B invece saranno permesse alcune attività come la pesca artigianale (ma con dei limiti di modalità e specie), la pesca turistica e il passaggio di alcune imbarcazioni turistiche. Le limitazioni non sono molto piaciute ai pescatori che hanno spiegato anche le difficoltà logistiche riscontrate dall’impostazione prospettata su cartina.

Le perplessità dei pescatori

“Le piccole imbarcazioni – ha spiegato poi un pescatore di Donnalucata- non hanno mai danneggiato la Poseidonia”. Di Maio ha più volte ribadito che quella presentata è solo una proposta, che c’è tempo per le modifiche e che, comunque, ad istituire l’area marina protetta dovrà essere il Ministero per l’Ambiente.

Durante l’incontro, concluso con la proposta del Commissario Piazza e condivisa dal sindaco di Scicli Giannine di un incontro privilegiato con la marineria di Donnalucata, è intervenuto anche Antonio Duchi (nella foto), presidente di Legambiente Ragusa, che elogiando l’iniziativa ha inviato le Istituzioni ad avviare un’azione di tutela dell’ambiente a prescindere dall’area marina protetta.