SELVAGGIA DONNA MIA

No, non berrò mai
alle tue grandi coppe bianche
il latte inebriante dell’amore,
né saprò la fragranza del tuo corpo
come d’un pane caldo,
non strapperò al tuo tempo le ore tue più belle,
né mi specchierò nei tuoi occhi di mare,
non morderò di baci
la tua bocca di susina,
né conoscerò il lezzo del tuo corpo
quando si scatenerà nelle tue notti d’amante,
non troverò rifugio nel tuo nido di piacere
quando t’offrirai al giuoco sfrenato dei sensi
né sentirò la tua tenerezza
nell’alcova sicura delle tue braccia.
Non raccoglierò i tuoi gemiti
al culmine del piacere
quando vibrerà la tua pelle di muschio
come una chitarra impazzita
né saprò mai delle tue carezze,
non spegnerai la mia sete di te
né m’incendierai col fuoco della tua giovinezza.
O venditrice di fumo,
che hai bruciato in un istante
tutte le mie speranze,
o dura contadina,
che hai scavato nel mio cuore
per piantarvi le tue radici.
Dovrò fuggirti…
perduto come un corsiero nel vento
griderò alle stelle il mio dolore,
devastato dagli anni
invecchierò tra le rughe del tempo…
eppure…
cercherò ancora di leggere tra le righe della notte
qualche altro sogno che vorrai dettarmi,
cercherò come un folle tra la gente
quei tuoi blue-jeans stretti,
la maglietta tua sgualcita,
o selvaggia donna mia,
che graffiasti il mio cuore
con le tue unghie crudeli.

Gianni Rossini

(Tratta dalla pubblicazione
Tormenti d’amore dei miei vent’anni)