Tratto da “La Sicilia” del 3 luglio




La regione siciliana è pronta ad acquistare la Fornace Penna, i soldi ci sono, adesso occorre avviare una interlocuzione con la proprietà per raggiungere un accordo. I cinquecento mila euro inseriti nella finanziaria 2018 non sono, come invece era passato nel messaggio di alcuni deputati, per la messa insicurezza del bene, bensì per l’acquisto. A spiegare ciò è stato direttamente l’assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa a margine dell’incontro che si è tenuto giovedì scorso nella sede della Guardia di Finanza di Ragusa per annunciare il ritrovamento del relitto navale di epoca bizantina a Porto Ulisse. “Abbiamo messo in finanziaria un articolo ad hoc – ha affermato Tusa- e abbiamo destinato una cifra per l’acquisto della Fornace Penna e il Soprintendente Rizzuto si sta adoperando per avere una interlocuzione con la proprietà per acquistare, quindi abbiamo già i soldi per farlo al fine di poter mettere poi la Fornace in sicurezza”.

Una notizia del tutto nuova, quindi, che apre scenari diversi per il futuro di quella che il predecessore di Sebastiano Tusa, Vittorio Sgarbi, ha definito una basilica laica sul mare. Un concetto, quello espresso dall’assessore ai beni culturali, ripreso e meglio spiegato dal Sosprintendente di Ragusa Calogero Rizzuto che, da noi sollecitato sull’argomento, ha illustrato lo stato dell’arte e la strategia futura per permettere che finalmente il pubblico possa appropriarsi dell’ex fabbrica di mattoni di contrada Pisciotto a Sampieri. “Mettere soldi per la messa in sicurezza – ha spiegato Rizzuto- non avrebbe avuto senso, già in passato è stato fatto con i proprietari che si sono rifiutati di utilizzare le somme stanziate. Oggi invece siamo pronti per l’esproprio e per procedere sarà mia premura avviare un dialogo con la proprietà”.

Cinquecento mila euro per l’acquisto della Fornace sono pochi? La risposta Rizzuto l’avrà quando si siederà al tavolo con i tanti proprietari. L’obiettivo è quello di arrivare ad una soluzione condivisa prima di dover procedere, causa forza maggiore, all’esproprio coattivo, una soluzione che la Soprintendenza vorrebbe evitare perchè darebbe il là all’avvio di ricorsi che allungherebbero, e di gran lunga, i tempi di risoluzione. “Dalla regione – spiega ancora Calogero Rizzuto- attendo gli atti formali che, in qualche modo, possano darmi il via libera per poter parlare con la proprietà della Fornace Penna”. Un compito, quello del Soprintendente, non certo facile perchè la proprietà della “Mannara di Montalbano” è assai frammentata e perchè è risaputo che gli eredi Penna, per la Fornace, hanno altri progetti. Il problema rimane quindi la promiscuità della titolarità del bene: da una parte l’interesse privato della proprietà, dall’altro i tanti vincoli imposti sul monumento dalla Soprintendenza per tutelarne il valore e l’interesse pubblico. Nel 2016 l’area della Fornace è stata posta sotto sequestro dai Carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Siracusa e 21 proprietari denunciati per danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale e omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina.

Siamo adesso ad un punto di svolta per le sorti della Fornace Penna? È presto per dirlo, ma di sicuro occorre agire in fretta perchè intanto, uno dei monumenti pià affascinanti della provincia di Ragusa, continua a perdere pezzi.