Trovato morto dopo il pestaggio di un 15 e un 16enne.

Succede a Modica, tra il primo e il 2 febbraio 2017. La vittima è un 64enne angelo partenza modicano  che viveva solo. I famigliari chiedono giustizia e alzano un grido di dissenso dopo che e i legali dei due giovani, che hanno compiuto 18 e 17 anni, accusati di omicidio preterintenzionale  con l’aggravante “di aver profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa” hanno chiesto ieri la messa alla prova. una richiesta che ha provocato i malumori della famiglia della vittima la quale ha commentato che  “SE CONCEDONO LA MESSA ALLA PROVA AGLI ASSASSINI DI ANGELO SIGNIFICA CHE LA VITA UMANA NON VALE NULLA. E CHE IN ITALIA NON C’E’GIUSTIZIA”. La  Pm, Silvia Vassallo, inizialmente contraria si è riservata di decidere rinviando l’udienza  al 15 maggio dopo ulteriori approfondimenti sulla personalità dei due imputati. In quella data o sarà accordata la messa alla prova, con conseguente sospensione del procedimento, oppure, nel caso contrario, il processo andrà avanti.

Duro il commento del cognato della vittima, prof. Vincenzo Di Martino, che con la moglie, Giuseppa Partenza, e con Studio 3A, che li assiste, si è battuto con forza per dare impulso alle indagini e per rendere giustizia al loro caro, portando il caso anche nella nota trasmissione “I fatti vostri” di Rai Due.  Comprendiamo perfettamente che si tratta di minori – ha commentato la famiglia di Angelo Partenza –  ma proprio per questo devono ricevere una lezione adeguata alla gravità del crimine commesso, che non può essere qualche mese di servizi sociali – spiega il Professore – Qui non si tratta di una marachella: c’è scappato il morto.




Torniamo indietro la notte tra il 1 e il 2 febbraio 2017 quando il 64enne è stato trovato senza vita nella sua casa, vicino la chiesa di santa maria di Betlemme a modica. Dalle indagini è emerso che il 64enne era rimasto vittima di un’aggressione per mano di alcuni ragazzi pochi giorni prima. A riferirlo lui stesso nella querela presentata ai carabinieri, facendo anche nomi e cognomi degli aggressori. Al pronto soccorso, i medici hanno riscontrato  una frattura alla testa, alla  mascella, al setto nasale. Ferite gravi che secondo i parenti hanno provocato la morte di Angelo Partenza. Dall’autopsia eseguita dal medico legale Giuseppe Iuvara è emerso che l’uomo è morto in seguito ad “un arresto cardio-respiratorio realizzatosi per compressione (meccanica) dei centri cardio-respiratori del tronco encefalico, nella notte tra l’1 e 2 febbraio 2017, che la compressione si è clinicamente determinata a causa dell’espansione di un voluminoso ematoma che è in nesso causale con le lesioni riportate il 19 gennaio 2017, cioè all’aggressione. Il 15 maggio si attendono le determinazioni del tribunale dei minori.

Viviana Sammito




QUI SOTTO PUBBLICHIAMO LA LETTERA APERTA  CHE ABBIAMO RICEVUTO IN REDAZIONE. A SCRIVERLA è IL COGNATO DI ANGELO PARTENZA, VINCENZO DI MARTINO

Il fatto delittuoso è ben noto a tutti. Quasi due anni or sono a Modica, nella centralissima piazzetta antistante la chiesa di Santa Maria di Betlemme, veniva massacrato a botte (cioè a pugni) Angelo Partenza, di 64 anni, da tutti conosciuto come persona mite e buona. Dopo qualche giorno, a seguito delle botte ricevute da parte di un ragazzetto, il sig. Angelo Partenza, di 64 anni, è morto.

Nell’udienza tenutasi il 5 dicembre 2018 al Tribunale dei minorenni di Catania, per il ragazzo e il coetaneo che era con lui (e il terzo?) la proposta “proposta” in aula è stata quella della MAP.

Devo ammettere che finora non avevo avuto notizia di questa sigla, fra le tantissime in uso ormai, nell’era digitale. Che significa? Significa Messa alla prova! MAP. Accontentatevi. Una sigla tira l’altra.

Abbiamo sentito dire che si mette alla prova un motore, per verificare se funziona bene, dopo una revisione. Si mette alla prova un cavallo, per vedere se è adatto alla corsa o al galoppo. Si mette alla prova un apprendista… per vedere se è “tagliato” per fare quel mestiere. Ma finora non avevamo sentito parlare di messa alla prova per provare se dei minorenni sono ancora “adatti” a delinquere o meno.

Ma crediamo, almeno noi, che per un ragazzo che per un suo gesto, spropositato e violento, si rende autore responsabile diretto della morte di una persona – per altro nelle condizioni di non potersi difendere e parare i colpi, pugni sferrati selvaggiamente dal ragazzetto che si vorrebbe mettere, ora alla prova (dopo due anni di attesa…) – la MAP non sia il castigo, la punizione da proporre.

Nella sua denuncia resa al maresciallo presso la stazione dei Carabinieri di Modica, Angelo Partenza dice: “Sembrava una mitragliatrice!”, alludendo all’autore della violenta aggressione. Così si espresse ripetutamente la vittima, riferendo di persona, con sue parole, le circostanze di fatto al maresciallo che raccolse la denuncia e risultanti, anche, nel verbale.

Ma la prova l’ha già data! ci pare. E anche di una inaudita violenza, se consideriamo essere stata “opera” di un ragazzo di appena diciassette anni.

I ragazzi responsabili del fatto delittuoso – ne siamo certi – si aspettano (hanno anch’essi una coscienza) che sia loro inflitta, dal Tribunale dei minorenni di Catania, un’esemplare punizione, anche se, evidentemente, non desiderata e auspicata da loro stessi, non voluta dai loro genitori nonché dai loro legali. Ma la punizione deve essere inflitta, deve essere data, per giustizia. Deve essere impartita non per vendetta o malintesa soddisfazione (di chi?), ma per giustizia da rendere alla vittima e alla pubblica opinione. Sì, anche alla pubblica opinione, cioè a noi cittadini, alla gente offesa dal fatto delittuoso, che si aspetta una punizione esemplare. Diversamente né si rieduca né si educa nessuno. Al delitto (perché di delitto si tratta), ci pare che debba seguire il castigo. Poi viene/verrà il momento della rieducazione, ma solo dopo.

La prova l’ha già data: è adatto…!

Modica, 6 dicembre 2018

Vincenzo Di Martino

(Cognato del compianto Angelo Partenza)