polizia comiso 3Stamattina il GIP, dott. Andrea Reale, ha convalidato l’arresto operato il 14 ottobre scorso dagli uomini del Commissariato di Polizia  di Comiso: il provvedimento de quo ha messo in luce come  l’adozione della misura precautelare adottata dalla polizia era giustificata dalle concrete circostanze del fatto, dalla vicinanza temporale del volo in partenza per Londra, dall’uso indebito di documenti falsi al fine di recarsi in altro Stato e dai precedenti specifici di polizia.

Come vi avevamo raccontato qui: La Polizia di Frontiera di Comiso arresta due clandestini: dall’Iran a Londra con passaporti falsi, la Polizia di Stato di Comiso ha tratto in arresto due cittadini iraniani, tra loro coniugati e con figlia minore al seguito, mentre stavano per imbarcarsi su un volo Ryanair, sulla tratta Comiso-Londra. Il nucleo familiare – di origine iraniana – tentava di raggiungere Londra come obiettivo finale di un lungo ed estenuante viaggio, iniziato verosimilmente tre settimane prima con partenza dal paese natale passando per la Turchia. Secondo una accurata pianificazione, i tre – identificati per M.E e A.S., coniugi, entrambi 36enni, con una bimba di 7 anni – si erano procurati passaporti evidentemente contraffatti per poi portarsi fino all’aeroporto di Comiso ove si erano muniti di biglietti aerei regolarmente acquistati. Per il viaggio, la famiglia di origine iraniana avrebbe sborsato la somma complessiva di 40milioni direal (equivalente a circa 1.184,00 euro) per pagare l’intero viaggio a mezzo camion e vetture non ancora identificate, a quanto pare al momento tutte condotte da vettori non italiani, la falsificazione e relativa consegna brevi manu dei documenti contraffatti, l’alloggio presso abitazioni di fortuna in città ove facevano tappa. Dagli accertamenti effettuati, ed all’esito delle risultanze dei rilievi condotti dalla locale Polizia Scientifica, a carico dei due coniugi gravano recenti e specifici precedenti di polizia. M.E. e A.S. sono stati tratti in arresto in concorso fra loro nella flagranza dei reati di falsificazione e detenzione di documenti, uso di atti falsi, ricettazione e favoreggiamento personale, con l’aggravante della recidiva infraquinquennale specifica. Venivano altresì deferiti all’AG per il reato di cui all’art. 10 bis TU in materia di Immigrazione e per la violazione all’obbligo di presentazione alla polizia. Al termine dei rituali adempimenti, su disposizione del PM di turno, l’uomo veniva accompagnato presso la Casa Circondariale di Ragusa, mentre la donna unitamente alla bambina veniva ristretta in regime di arresti domiciliari presso una vicina comunità, in attesa della convalida delle misure precautelari adottate.

A nulla sono valsi, nella valutazione in questione, i motivi addotti dai due coniugi (di natura religiosa) a fondamento di una eventuale attenuante o scusante, stante la possibilità di raggiungere il medesimo obiettivo con modalità lecite: il diritto di asilo o la protezione riconosciuta ai rifugiati.

Col provvedimento giudiziale, ai due clandestini, è stata irrogata la misura cautelare del divieto di espatrio, con la prescrizione di non uscire dal territorio nazionale senza autorizzazione del giudice.