scafistaLa Polizia a seguito dello sbarco di giorno 6 e 7 maggio 2017 ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di: I SAID Nasrudin, nato in Somalia, 29 anni.

Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto le imbarcazioni partite dalle coste libiche. I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.

I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

In data 6 maggio la nave “Fiorillo” della Capitaneria di Porto ha condotto presso il porto di Pozzallo 408 migranti che si trovavano a bordo di 4 diversi natanti. Alle ore 16.00 di ieri 7 maggio, il mercantile “Alexander Maersk” ha condotto in porto altri 293 migranti che si trovavano a bordo di 3 gommoni. Tra i soggetti approdati vi sono siriani, marocchini e centroafricani.

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.

Il Funzionario della Polizia di Stato, dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni di centinaia di migranti, in piena sinergia con i funzionari della Prefettura che coordinano la “macchina” dell’accoglienza.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.

Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri uomini appartenenti alle Forze dell’Ordine ed all’Esercito Italiano, così come gli Enti inviati dalla Prefettura di Ragusa, Protezione Civile, Croce Rossa Italiana e medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultano sempre complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti numerose incombenze, così da permettere un immediato invio dei migranti in idonee strutture d’accoglienza individuate dalla Prefettura in base ad un articolato piano di riparto nazionale del Ministero dell’Interno.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.

LE INDAGINI

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza ed una dei Carabinieri, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delittouno scafista individuato grazie alle testimonianze dei passeggeri. Sono 3 i sospettati che attualmente sono al vaglio degli investigatori come sospettati di essere anch’essi scafisti.

Molto complessa l’attività portata a termini dalla Polizia in queste ore, considerati i due approdi avvenuti a distanza di poche ore l’uno dall’altro.

Neanche il tempo di terminare le indagini sugli eventi approdati con la nave “Fiorillo” che giungeva la notizia dell’arrivo di altri 300 migranti circa.

L’immediata accelerazione alle indagini sull’approdo dei migranti di sabato permetteva di fermare uno scafista. Gli investigatori apprendevano inoltre che gli altri due eventi giunti a Pozzallo non erano riconducibili a scafisti perché gli stessi avevano fatto rientro in Libia. In particolare, gli scafisti di origine libica giunti in prossimità delle acque internazionali, smontavano il motore e facevano rientro a bordo di un altro gommone con i complici a bordo, lasciando alla deriva i migranti che poi venivano soccorsi dalla Capitaneria di Porto.

Quando il team di investigatori stava ancora completando le indagini sullo sbarco di sabato, un altro team iniziava quelle sull’approdo di ieri pomeriggio. La nave ha fatto ingresso al porto di Pozzallo alle 16.00 ma le operazioni di sbarco sono durate diverse ore, tanto che venivano ultimate verso le 22.30.

Gli investigatori della Squadra Mobile si mettevano subito alla ricerca dei testimoni in grado di riferire notizie utili per identificare gli scafisti e dopo pochi minuti apprendevano da un folto gruppo di migranti che uno degli scafisti era deceduto per annegamento insieme ad altre 80 persone circa. I testimoni riferivano che durante la navigazione il gommone carico oltremodo (circa 120 persone) iniziava ad imbarcare acqua fino a quando non si ribaltava facendo cadere tutti in mare. Solo una quarantina riuscivano ad aggrapparsi al natante in arrivo della nave mercantile “Alexander Maersk”. Effettivamente il comandante della nave riferiva di questo evento tragico e che i cadaveri erano stati recuperati da un’altra nave impegnata nei soccorsi.

Le indagini sono tuttora in corso e mentre un team sta ascoltando i superstiti, un altro team ha già individuato 3 sospettati di essere gli scafisti degli altri natanti soccorsi dalla nave mercantile.

Le indagini termineranno solo quando la Polizia avrà chiarito l’esatta dinamica che ha coinvolto le imbarcazioni soccorse, identificando i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Gli arrestati verranno condottipresso l’istituto di pena di Ragusaa disposizione dell’A.G.

La Squadra Mobile di Ragusa durante le indagini ha identificato un marocchino in quanto destinatario di un ordine di cattura emesso dal Tribunale di Venezia per i reati di furto aggravato e rapina commessi nel 2013.

Il marocchino nonostante abbia tentato di fornire un’identità falsa è stato individuato grazie al rilevamento delle impronte digitale effettuato dalla Polizia Scientifica. Grazie all’identificazione, è stato possibile accertare che il marocchino nel 2013 avesse compiuto furti e rapine per poi essere espulso. Il suo tentativo di reingresso è risultato vano in quanto non appena sbarcato la Squadra Mobile lo ha condotto in carcere per espiare le pena per i reati commessi in Italia. Al termine della pena verrà nuovamente espulso.

È fondamentale il controllo che viene svolto dalla Polizia di Stato su tutti i soggetti che approdano in Italia.

LA CATTURA

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

Nel 2017sono 38 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane