Lutto cittadino oggi a Vittoria per la morte di Saverio Gilestro, 30 anni, deceduto a causa di una scarica elettrica che lo ha folgorato mentre stava effettuando dei lavori di manutenzione alla rete pubblica cittadina, sulla Sp 68 Vittoria- Pedalino. La città si è fermata, saracinesche dei negozi abbassate in segno di lutto.

“Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e cordoglio e quella di tutta la comunità vittoriese ai genitori e alla famiglia, del giovane Saverio Gilestro, deceduto durante lo svolgimento del suo lavoro”. Così la Commissione Straordinaria. Ma sono centinaia i messaggi di cordoglio, i post sui social, per questo ragazzo, che lascia la moglie Morena con una bambina piccola, Vittoria, di soli 6 mesi. Una famiglia che rivive purtroppo un dolore atroce, Carmelo, fratello di Saverio, era infatti morto tragicamente a causa di un incidente stradale nel 2004. Ora questo nuovo lutto agghiacciante da affrontare per la famiglia.




Saverio Gilestro, dipendente della ditta E4E di Agrigento che gestisce l’impianto della pubblica illuminazione cittadina è rimasto folgorato mentre era intento ad effettuare lavori di manutenzione. La Procura ha aperto una inchiesta che dovrà accertare cosa è accaduto nel pomeriggio dello scorso giovedì, dove altri due operai sono rimasti feriti, per fortuna senza riportare gravi conseguenze.

“Ennesimo giorno di dolore per la nostra città”, è stato detto oggi pomeriggio durante i funerali celebrati nella Chiesa delle Grazie di Piazza del Popolo. E’ ancora vivo infatti il dolore per la tragedia della scorsa estate dove a perdere la vita sono stati i cuginetti D’Antonio; per tutta Vittoria è un dolore insuperabile, la città è veramente triste e addolorata.

Tanta gente si è stretta attorno al dolore della famiglia, un lungo corteo ha accompagnato la bara bianca sino alla Chiesa: davanti il cavallo di Saverio portato da due suoi amici. E poi all’uscita i palloncini bianchi, segno di purezza, Saverio era un giovane educato, serio e rispettoso.  Il suo cavallo ha poi atteso pazientemente fuori dalla chiesa per salutare il suo cavaliere: la bara e il cavallo sono stati messi uno accanto all’altro, in quel momento anche un lungo commovente applauso.

Poi la bara è stata poggiata all’interno del carro funebre per essere trasportata al cimitero cittadino.