“Non è una persona per cui possiamo avere troppa pietà. È uno che ha ammazzato tanto, ha sparso tanto sangue, ha ucciso tanti innocenti, anche bambini, non credo possa pentirsi, che abbia voglia di parlare”. Lo ha detto il Vescovo emerito della Diocesi di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero riferendosi a Matteo Messina Denaro, al termine della messa domenicale all’uscita della parrocchia Madonna di Fatima di Campobello di Mazara, a pochi passi dal vicolo San Vito dove c’era, il covo del boss, arrestato lunedì scorso.

Il Vescovo da alcune settimane sta aiutando don Nicola Patti nelle celebrazioni religiose. “Se non ci fossero state tante coperture, per affetto, per amicizia o per paura, sarebbe stato arrestato prima.  Oggi ha vinto lo Stato, ora spero che vinca la nostra gente, che esca dalla situazione di paura e finalmente possano tutti esultare”, ha detto ancora monsignor Mogavero. “Usciamo sulle piazze ed esprimiamo la nostra soddisfazione, ma anche il nostro no alla mafia e a tutti i malavitosi”, ha detto il prelato. “Chi sa, parli, perché potrebbe svelare fatti che possono giovare a tante indagini”, ha aggiunto Monsignor Mogavero che da Vescovo di Mazara del Vallo nel 2013 negò i funerali al boss di Mazara del Vallo Mariano Agate: “Non ci vuole tanto coraggio, ci vuole essere coerenti col proprio ministero”, ha concluso Mogavero.

A CAMPOBELLO DI MAZARA USAVA ALTRO NOME

Intanto emerge che il boss in clinica, in ospedale, negli studi medici si presentava con il nome di Andrea Bonafede, ma a Campobello di Mazara, il paese in cui ha trascorso l’ultimo periodo della latitanza, il boss Matteo Messina Denaro utilizzava un nome diverso.

Presentarsi in un centro di piccole dimensioni con l’identità di uno degli abitanti di Campobello, il geometra Andrea Bonafede, che gli ha prestato identità e documenti per potersi sottoporre alle cure mediche, non era prudente. E avrebbe potuto esporlo a rischi. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire l’ultimo periodo della latitanza – Messina Denaro sarebbe stato a Campobello almeno fin dal 2020 – comprese le generalità con le quali il boss si presentava alle persone e nei luoghi che frequentava in paese.