Vendita carne con solfiti: scatta il carcere per contraffazione di cibo
- 5 Giugno 2014 - 15:26
- 0
“Scatta il carcere per contraffazione di cibo per il macellaio che continua a vendere carne macinata adulterata con sostanze chimiche per renderla esteticamente accettabile anche dopo la denuncia di uno dei clienti che, a seguito del consumo del prodotto, ha continuato la vendita”.
A fare chiarezza sulla sentenza 22618 del 30 maggio 2014 della Corte di Cassazione è Giovanni D´Agata, presidente dello «Sportello dei Diritti».
La sentenza ha di fatto sancito l´inammissibilità del ricorso del titolare di una macelleria contro il giudizio di colpevolezza della Corte d’appello di Catania che lo ha condannato a 4 anni di reclusione accusato di aver messo in commercio carne fresca con aggiunta di notevoli concentrazioni di additivi alimentari.
I solfiti appartengono alla categoria degli additivi il cui utilizzo nelle carni macinate, preparate ed insaccate fresche, è tassativamente vietato per legge. I solfiti sono utilizzati illecitamente da alcuni macellai perché possiedono un’azione conservativa, rallentando la crescita microbica e antiossidante, mantenendo quindi il colore rosso delle carni.
Due le macellerie chiuse tra Modica e Vittoria nel giro di una settimana ma per i responsabili solo una denuncia, il pagamento di una multa di qualche migliaio di euro e con l’anonimato imposto per legge.
Questi casi rimasti impuniti non fanno certo giustizia a quei soggetti che rimangono paralizzati per avere ingerito carni con solfiti, come la storia di Sara Di Natale, 30enne ragusana in coma dal 2006 per shock anafilattico dopo avere ingerito una polpetta trattata con solfiti.
Viviana Sammito