La Polizia di Stato di Ragusa nella giornata di ieri ha tratto in arresto per furto di carrube tre soggetti N.L., B.I. e X.F., di nazionalità albanese, i primi due di anni 33 ed il terzo di anni 36, quest’ultimo con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, ricettazione e stupefacenti.

Nel contesto di mirati servizi di controllo del territorio finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati, con particolare riguardo a quelli predatori, disposti dal Questore di Ragusa ed effettuati nei giorni scorsi sul territorio ibleo, personale del Commissariato di Comiso e del Commissariato di Modica in due distinte operazioni hanno tratto in arresto gli autori  del furto di carrube perpetrato nei due comuni la scorsa domenica.

In un caso, a Comiso, il personale del Commissariato è intervenuto in  Contrada San Silvestro sorprendendo N.L. intento a rubare carrube in un terreno privato, trovato in possesso già di circa 100 chili appena raccolte. L’uomo è stato tratto in arresto e su disposizione dell’A.G. posto agli arresti domiciliari mentre la merce è stata restituita al legittimo proprietario.

Nell’altro caso a Modica il personale del Commissariato in occasione di un posto di controllo in Contrada Bernardina, ha fermato un’autovettura sospetta con due soggetti a bordo, che stavano trasportando 6 sacchi di carrube, del peso complessivo di circa 500 kg.




Stante la flagranza di reato B.I. e X.F.  sono stati tratti in arresto e la merce, del valore commerciale di oltre 500 euro, è stata restituita all’avente diritto, risultato essere il titolare di un’azienda agricola sita in quella  zona che ne aveva denunciato il furto.

A seguito del rinvenimento presso l’abitazione di uno dei due soggetti arrestati ubicata nel territorio di Modica di altri sacchi di juta, contenenti complessivamente circa 270 kg di carrube, X.F. ,inoltre, è stato  denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione.

Dopo le formalità di rito, su disposizione della magistratura, prontamente informata, i due soggetti arrestati sono stati  condotti presso la propria abitazione in regime di  arresti domiciliari.