Tutti d’accordo, niente smartphone per gli under 14 e divieto di creare profilo sui social prima di 16 anni
- 10 Settembre 2024 - 15:35
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“Chiediamo al governo italiano di impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16”. E’ questo l’appello lanciato dai pedagogisti Daniele Novara e dallo psicoterapeuta Alberto Pellai – tra i primi firmatari della petizione arrivata oggi anche su Change.org – per chiedere un’ulteriore stretta sui cellulari per i più piccoli e gli adolescenti.
Dopo il divieto di utilizzo degli smartphone in classe fino alla terza media – anche per scopi didattici – voluto dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, arriva, dunque, la petizione firmata da intellettuali e personalità del mondo dello spettacolo, da Paola Cortellesi e Alba Rohrwacher a Stefano Accorsi e Luca Zingaretti.
“La nostra non è una presa di posizione anti-tecnologica ma l’accoglimento di ciò che le neuroscienze hanno ormai dimostrato – si legge nella descrizione dell’appello, riportato dall’ANSA – ci sono aree del cervello, fondamentali per l’apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale”.
Sempre nella petizione lanciata anche online, gli esperti – per cui “ogni tecnologia ha il suo giusto tempo” – sottolineano che “nelle scuole dove lo smartphone non è ammesso, gli studenti socializzano e apprendono meglio. Prima dei 14-15 anni, il cervello emotivo dei minori è molto vulnerabile all’ingaggio dopaminergico dei social media e dei videogiochi”.
L’appello dei pedagogisti per il divieto dell’uso dei telefoni cellulari e dei social rispettivamente sotto i 14 e i 16 anni, “va nella direzione che io ho fortemente sostenuto e che ho trasformato in realtà con il divieto dell’utilizzo del cellulare fino a 14 anni nelle scuole italiane”. Così all’ANSA il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Che osserva come del resto “si tratta di una posizione sempre più condivisa a livello internazionale: i danni derivanti da un uso precoce del cellulare e dei social sono ormai evidenti a tutti”.
“L’8 giugno 2023 abbiamo presentato una proposta di legge per limitare l’accesso ai social ai minori di 15 anni. Stamattina i giornali raccontano di un appello di una squadra di pedagogisti e di personaggi dello spettacolo su questo fondamentale tema. La nostra proposta c’è e ribadiamo oggi, con forza, la nostra disponibilità a lavorare su un tema così delicato e importante”. Lo scrive su X il deputato di Azione Matteo Richetti.
“L’appello dei pedagogisti per vietare lo smartphone prima dei 14 anni e l’uso dei social prima dei 16 è molto coraggioso e condivisibile. Non possiamo continuare a parlare di un allarme rispetto alla condizione degli adolescenti e poi non intervenire. Credo che regolamentare l’uso di smartphone e social non significhi essere contro la tecnologia e neppure voler far crescere i figli fuori dal tempo. Significa, semplicemente, dare una risposta a un problema evidente e ormai certificato dagli studi”. Lo scrive in una nota Simona Malpezzi, vicepresidente della Commissione bicamerale Infanzia e adolescenza. “Negli ultimi anni tutto è accaduto molto velocemente; dal 2013 – aggiunge Malpezzi – i problemi degli adolescenti sono aumentati: lo racconta molto bene lo psicoterapeuta Jonathan Haidt nel suo un saggio, La generazione ansiosa e lo registrano le ricerche dei neuroscienziati. Lo smartphone sta cambiando il modo di interagire e socializzare, genera dipendenze, porta ad alterazioni della materia bianca in aree cerebrali centrali per l’apprendimento della lettura e scrittura. Sostenere l’appello di Daniele Novara, Alberto Pellai e tanti altri pedagogisti, educatori e terapeuti non significa essere anti-storici o anti-tecnologici, ma ascoltare quello che dice la scienza, impedendo che lo sviluppo cognitivo degli giovani e la loro socialità venga no alterati negativamente”.
“Bisogna intervenire perché ciò che è mancato è accompagnare un processo che nessuno conosceva e di cui non si sapevano gli esiti. L’appello “Smartphone e Social Media: ogni tecnologia ha il suo giusto tempo” ci porta nella direzione giusta per cambiare quello che non va. Il Parlamento sta portando avanti una riflessione bipartisan grazie ai disegni di legge Madia e Mennuni che mirano a tutelare i minori nell’uso dei social media. E’arrivato il momento di occuparsi seriamente di questo problema, insieme”, conclude Malpezzi.