Vi avevamo dato qualche ora fa la notizia delle gravi condizioni di salute del calciatore siciliano Totò Schillaci. Purtroppo Schillaci stamattina è morto. Aveva 59 anni. E’ stato sconfitto da un tumore al colon.

“La mia vita è stata difficile. Sono nato di sette mesi, i nonni mi scaldavano con bottiglie d’acqua calda. Abitavamo in via della Sfera 19. Un segno. La sfera era il pallone e il 19 la maglia ai Mondiali. Al Cep avevo cattive compagnie, ma il calcio mi distraeva, e per distrazione mi sono salvato. Non andavo volentieri a scuola, ma i pericoli so vederli.

La mafia? Gli anni ’90 a Palermo sono stati terribili. Ho aperto tardi gli occhi. Pensavo a giocare, per me la mafia era una realtà locale. Il pizzo, il totonero, le bische. Finché una sera, in ritiro, Trapattoni si avvicina e mi fa: avete ucciso anche Falcone. Gli risposi: mister, ero con Baggio, chieda a lui cosa ho fatto. Non scherzava, l’aria era pesante. Ma andai a ripeterglielo quando lasciai la Juve: non l’ho ucciso io, né quei siciliani che non meritano pregiudizi.

Non vengo da una famiglia benestante. Mio padre ci portava al mare a Mondello, al posto del salvagente avevo una camera d’aria per stare a galla. Ho fatto il panettiere, il gommista, l’ambulante, ho consegnato il vino, vendevo frutta. Volevo dei soldi in tasca, il calcio è stato la mia camera d’aria”. Queste le parole rilasciate da Schillaci, qualche anno fa in una intervista.

Totò Schillaci giovanissimo si fa notare nel Messina, la serie B e poi nel 1989 l’arrivo alla Juve, dove segna 15 gol in 30 partite.

Convocato ai Mondiali nel 1990, nella sfida contro l’Austria  fa il suo esordio in campo: Totò diventa sin da subito l’eroe azzurro che infiamma le Notti Magiche. Nel 1992 passa all’Inter, nel 1994 decide di andare a giocare in Giappone, nello Jubilo Iwata, la squadra della Yamaha. Un apripista per tanti che andranno a giocare e ad allenare in Oriente. Qui, nel secondo campionato, segna 31 gol. Nel 1997 chiude la sua esperienza col Giappone e col calcio giocato e torna a vivere in Italia.

In Tv, concorrente in una edizione de l’Isola dei Famosi, ospite spesso in Quelli che il calcio.

Schillaci, si trovava alla Clinica Maddalena per dei controlli il giorno in cui fu arrestato Matteo Messina Denaro, queste le sue dichiarazioni:

“Ero in ospedale che stavo aspettando per entrare, saranno state più o meno le 8,15, poi ho visto arrivare tutti i carabinieri mascherati, incappucciati e ci hanno bloccato tutti. Ero nella zona del bar non sono nemmeno arrivato a entrare perchè mi stavo fumando una sigaretta quando ho visto arrivare tutti improvvisamente incappucciati, mascherati con il passamontagna e ci hanno fermato. Non sono riuscito a vedere molto, perchè ci hanno detto di rimanere fermi dove eravamo. Sembrava un manicomio, sembrava una scena da far west per quello che stava succedendo”.

Addio Toto’, grazie per quelle indimenticabili Notti Magiche.