Il 26 settembre 2019, a New York, nel cuore di Manhattan, a pochi passi da Columbus Circle, all’ultimo piano di The Yard per il programma Art in Lobbies, si inaugura la prima mostra personale statunitense di Sasha Vinci dal titolo “THE MULTINATURAL SHAPE OF TOMORROW”, a cura di SARACROWN e Diego Mantoan. Il progetto è realizzato con il supporto e la collaborazione della galleria aA29 Project Room.

In un contesto metropolitano totalmente antropizzato, dove ogni attività e spazio sono dominati dall’uomo, le opere di Sasha Vinci diventano “segni” luminosi che suggeriscono percorsi alternativi, finestre su mondi possibili, per immaginare una nuova forma di umanità responsabile che si proietti verso un multinaturalismo necessario a superare la devastante era dell’antropocene. La magnificenza della natura, la sorprendente meraviglia di nuove forme colorate, lo stupore per possibili incroci tra flora, fauna e umanità assurgono allora a icone di bellezza che racchiudono un messaggio di speranza per il futuro e, al tempo stesso, di rivoluzione per il presente.




Tutte le opere sono realizzate appositamente per la Grande Mela e si inseriscono in un ambiente intimistico, capace di amplificare quella riflessione sulla compenetrazione fra umanità e natura auspicata dall’artista. Cariche di simbolismo, le creazioni di Sasha Vinci percorrono temi non ancora superati, nel tentativo di costruire una relazione che vada oltre i confini della dimensione umana, verso un’altra prospettiva, il cosmo dell’alterità.

Le immagini proposte sono visioni oniriche, a tratti surreali di esseri viventi non-umani o post-umani, che si completano attraverso lo sguardo dello spettatore, diventando metafora stessa dello specchio, in cui gli esseri umani e non vengono posti l’uno di fronte all’altro, per dar vita a nuove relazioni tra entità viventi. Dal suo abisso la natura pervade con un respiro magnifico ogni cosa producendo il volto multinaturalista del domani.




Sasha Vinci con queste nuove opere newyorkesi, restituisce alla natura quella forza per arginare le derive di un pianeta iper-urbanizzato e genera significati e significanti capaci di definire assieme un segno potente al punto da irrompere nell’elemento naturale liberandone il grido. Idee e concetti vengono così impressi sulla carta creando uno spazio aperto fra ordine e caos in cui l’artista immagina una nuova condizione esistenziale per gli esseri che abitano questo pianeta.

Le iconografie rimangono sospese e si aprono a molteplici interpretazioni, si accordano in armonia, diventando il riflesso dell’epoca che attraversiamo. Le diverse tecniche pittoriche utilizzate – olio, pigmenti, inchiostri, acrilici, smalti, pastelli e grafite – sono ottenute da materie naturali e sintetiche, che si concentrano e diluiscono lungo lo svolgimento delle immagini, delineando attraverso forti cromie e un segno deciso, la morbidezza di uno sguardo differente e possibile.