Ragusa – Sfratto, sit-in di Giorgio Occhipinti contro il Tribunale
- 15 Novembre 2019 - 10:30
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da La Sicilia del 15 novembre
di Carmelo Riccotti la Rocca
“Resterò qui fin quando qualcuno non mi darà le risposte che cerco”. Da ieri mattina Giorgio Occhipinti si trova in Piazza San Giovanni a Ragusa per protestare contro il Tribunale del capoluogo ibleo colpevole, secondo l’anziano di Scicli, di non aver agito con trasparenza per la sua situazione. Occhipinti è convinto che per quanto riguarda la vendita all’asta della sua tenuta di contrada Guarnieri, nei pressi di Sampieri, a Scicli, più di qualcosa non è andata per come doveva. A scatenare la rabbia di Occhipinti è stata la mancata convalida del sequestro disposto dalla Procura proprio in occasione dell’ultimo tentativo di sfratto, il sesto, avvenuto il 24 settembre scorso.
Quella del 75enne di Scicli è una situazione di certo anomala che lo vede costretto ad affrontare due procedure parallele: da una parte il Tribunale ha infatti omologato la pratica di sovraindebitamento attraverso l’accordo con i creditori, ma allo stesso tempo la procedura esecutiva è andata avanti ed il bene è stato venduto all’asta. Da una parte quindi il vecchio proprietario paga le rate del piano, attraverso la legge definita “salvasuicidi”, dall’altra parte c’è l’acquirente che rivendica il diritto di entrare in possesso del bene. A questi si aggiunge poi un terzo elemento che è quello che poi aveva portato anche al sequestro della tenuta. All’inizio di questa storia, infatti, Giorgio Occhipinti denunciò un rappresentante della “Trippatore Srl”, la società che ha acquistato la tenuta per 495 mila euro, per estorsione e turbativa d’asta. In sostanza quello che poi sarebbe stato l’acquirente del bene avrebbe detto al 75enne che dietro il pagamento della somma di 15 mila euro, non avrebbe presentato l’offerta. La Procura di Ragusa ha richiesto l’archiviazione del procedimento, ma i colleghi di Catania hanno invece avocato a sè le indagini che, alla fine, hanno portato al giudizio contro la persona denunciata che adesso è formalmente indagata per i reati di estorsione e turbativa d’asta.
L’Avvocato: chiediamo semplicemente la sospensiva in attesa dei giudizi
“Quello che abbiamo chiesto ai giudici che si sono succeduti in questa vicenda – spiega l’avvocato di Occhipinti, Danilo Giannone– è di disporre una sospensiva che comunque non lede né il diritto dell’aggiudicatario, né il diritto del debitore. La richiesta di sospensione è motivata in primis dal ricorso presentato contro il provvedimento di aggiudicazione del bene, dall’altro lato al fatto che abbiamo un procedimento penale in corso che, naturalmente, avrà le sue risultanze all’esito dell’istruttoria dibattimentale per turbata libertà delle aste e per estorsione. Sostanzialmente stiamo chiedendo ai giudici che in attesa dell’esito di questi giudizi, dispongano la sospensione”.
Fino ad oggi Occhipinti ha pagato circa 30 mila euro del piano di sovraindebitamento, soldi che provengono dalla produttività della sua tenuta. “Se me la tolgono-dice- come farò a pagare i debiti. Io chiedo che un giudice mi dica se devo continuare a pagare i creditori o devo cedere la terra. O l’una o l’altra. Nel caso sarò io stesso a consegnare la chiave ai nuovi acquirenti, ma in caso contrario farò in modo che nessuno si prenda ciò che è mio”.
Mariano Ferro: come si può consegnare l’immobile ad uno indagato per estorsione?
A sostenere Giorgio Occhipinti nella sua battaglia il nipote, Giovanni, che gli è stato vicino sin dal primo momento rendendosi protagonista anche di azioni eclatanti come, ad esempio, la volta in cui si è cosparso il corpo di benzina minacciando di darsi fuoco, e una delegazione dei Forconi rappresentati da Mariano Ferro. “Il sequestro- afferma Ferro- è stato rigettato delegittimando quella che è stata la decisione del Procuratore generale di Catania e del Procuratore capo di Ragusa, i quali avevano semplicemente stoppato tutto in attesa che si facesse chiarezza sulla vicenda. Il giudice sostiene che il bene è stato aggiudicato in maniera legittima, ma di fatto è andato a due soggetti accusati di reati gravissimi. Come si può consegnare un immobile nelle mani di qualcuno anche solo col sospetto che questo possa essere ritenuto colpevole di averlo ottenuto con l’estorsione? Come è possibile poi che, in riferimento alle due procedure attive, lo stesso Tribunale autorizzi procedimenti che cozzano l’uno con l’altro? Voglio rivolgere un appello quindi al giudice Infarinato: Occhipinti deve continuare a pagare le rate? Perché nel rigetto del sequestro questa anomalia non viene minimamente citata.
“In questo Tribunale – conclude Mariano Ferro- accadono cose strane ed è per questo che con il sit-in chiediamo anche una ispezione interna. È da anni che denunciamo il business delle aste giudiziarie e chiediamo che venga fatta chiarezza una volta per tutte”. Giorgio Occhipinti assicura che da Piazza San Giovanni non andrà via, ha attaccato dei cartelloni che accusano il Tribunale. “Ho 75 anni – dice- non ho nulla da perdere, voglio fare nomi e cognomi perché sono vittima di una vera e propria ingiustizia e adesso voglio che tutti conoscano la mia storia perché ciò che sta accadendo a me non capiti anche ad altri”.