Riportiamo di seguito una nota di sinistra italiana (di Scicli) che riprende una dichiarazione resa dal candidato alle regionali Teo Gentile sui possibili motivi che hanno portato all’implosione della giunta Venticinque:




«Che cosa succede a Scicli? Alcune recentissime dichiarazioni pubbliche di persone informate dei fatti rendono lecito il collegamento della caduta delle ultime sindacature Venticinque e Susino con fatti a loro volta connessi alla gestione dei rifiuti nella nostra provincia e nella Regione Siciliana. Al tempo di Venticinque e di Susino, molti consiglieri comunali provenivano dalle liste collegate all’on. Ragusa. Sia per questo, sia per essere da gran tempo rappresentante istituzionale del territorio, forse potrebbe essere questa la persona giusta per fornire notizie e chiarimenti sulle vicende dei rifiuti avvenute a Scicli?

La caduta del governo Venticinque, si sostiene pubblicamente, avvenne perché qualcuno contava di abbancare rifiuti nella cava dismessa di Truncafila.

Ma non finì lì. L’attacco a Scicli si è ripetuto nel 2014, se si pensa che anche il sindaco dott. Susino fu costretto alle dimissioni per fatti legati alla gestione dei rifiuti, fatti che però non furono mai commessi da Susino, ma semmai da altri.

Come è noto, il dott. Susino fu ingiustamente accusato di aver fatto irregolarmente assumere 4 operai dalla ditta di raccolta dei rifiuti che operava in città. Il processo dimostrò invece quello che tutti a Scicli sapevano, ovvero che l’assunzione avvenne sotto la sindacatura precedente – ampiamente sostenuta da consiglieri comunali variamente collegati all’UDC –  e Susino, invece, aveva rimesso le cose al loro posto.

Poiché “rifiuti” e “mafia” sono due termini strettamente collegati nel lessico della Regione Siciliana, vi sono pochi dubbi che Scicli sia stata (parliamo al passato per ottimismo) al centro di un attacco di mafia proveniente dai piani alti, ben diversa dalla delinquenza comune sciclitana, pur pericolosa, che taluni hanno strumentalmente fatto finta di scambiare per mafia.

Gli artefici della politica siciliana sui rifiuti, insieme ai “signori delle discariche”, sono oggi ben raccolti nelle liste di centro e centro destra, mentre il movimento stellato, un assembramento destrutturato per propria scelta, non pronuncia nemmeno la parola “mafia”, affermando con disarmante semplicioneria che si tratta di una mera questione di “legalità e onestà”… suoni  assai comodi da emettere, quanto la parola “mafia” è parola scomoda da pronunciare e fenomeno assai complesso e più che scomodo da contrastare nei fatti.




Se l’economia mafiosa è quella che assolda qui i giovani disperati e fa scappare all’estero i giovani migliori, l’unica possibilità di contrasto sta nell’impegno di ognuno di noi nell’uscire dalle proprie case e percorrere tutti insieme il 5 novembre i Cento Passi con Claudio Fava. Per un futuro possibile, non c’è oggi altra scelta possibile».

Sinistra italiana – Scicli