Desidero ricordare mio marito, Salvatore Giannone, nel secondo anniversario della sua nascita in Cielo, come dice il mio amico sacerdote. Purtroppo anche quest’anno a causa del covid, la ricorrenza non può essere celebrata come avevo previsto, allora affido a voi le mie parole.

2 aprile 2021, venerdì santo, per la giornata in cui cade l’anniversario, mi viene spontaneo accostare la persona perbene che era mio marito a Cristo, Uomo Giusto, Onesto e Integro. Eppure, come si legge nel Vangelo di oggi, fu condannato a morte, alla morte in croce, insultato, pestato a sangue, processato come i peggiori dei malfattori. Tradito da Giuda con un bacio, per 30 denari, da quell’apostolo che si era concesso la sfacciataggine di intingere nel Suo piatto, l’unico venuto meno a quel rispetto reverenziale che gli altri apostoli avevano per Cristo. E mentre Lui moriva in croce, tiravano a sorte sulla sua tunica. In breve, questo è il brano del Vangelo che sarebbe stato letto per la messa in suffragio di mio marito, ma come sappiamo, oggi non si celebra santa messa. Allora io voglio ricordarlo a modo mio, prendendo talvolta in prestito parole poetiche che dedico a te, Salvo mio!




“Quando un giorno saremo di nuovo insieme lassù in cielo, e tu con il tuo sorriso e i tuoi occhi lucidi, mi chiederai cosa ho fatto durante la tua assenza, io ti risponderò: ho riletto i biglietti che mi lasciavi in giro per casa per dirmi quanto mi amassi; ho rivisto le foto dei nostri anni felici; ho riascoltato le nostre canzoni, anche quella che tu cantavi per beffeggiare chi ci voleva separare e noi eravamo sempre più uniti e forti nel sostenerci e nel prenderci cura l’uno dell’altro. Abbiamo curato e medicato le nostre ferite in tutti i sensi, purtroppo! Ho fatto tutto quello che tu mi avevi chiesto di fare quando non ci saresti stato, nonostante hanno

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Marisa, tua moglie