“Quest’anno, per la festa delle Milizie, abbiamo registrato il minor numero di presenze del mese di maggio tra i nostri ospiti. Solo due persone (quindi una sola camera) sono venute per l’evento. Non c’entra la scenografia, la sagra della testa di turco, il parco giochi medievale, il palco o la rappresentazione teatrale. Qui il punto rimane uno e cioè che attraverso questi eventi folcloristici non si riesce a vendere il territorio. Non sono ingredienti di attrazione per il piano strategico della città, ammesso che la città ne abbia uno. Sono dei “prodotti” interessanti, ma restano sugli scaffali delle stanze comunali, non li compra nessuno perché nessuno li conosce.” Lo afferma Ezio Occhipinti di “Sicilia Ospitalità Diffusa”e “Albergo Diffuso”.

Tante le polemiche in questi giorni, sui social se ne sono lette di tutti i colori, la scelta di non allestire il castello (che era stato inserito nell’avviso del Comune) a tantissimi cittadini non è piaciuta. Poca la gente presente a causa della limitata visuale, palco troppo basso, posti a sedere riservati a pochi e i presenti che erano all’impiedi sono stati costretti a spostarsi immediatamente all’arrivo della Nave dei Turchi. Premitati gli attori, in particolar modo l’eremita interpretato dal giovane attore sciclitano Giovanni Alfieri.

Ma torniamo al discorso turisti, Occhipinti scrive nel suo blog: “Non è mia intenzione scrivere della Festa delle Milizie, ma cogliere l’occasione e fare una riflessione in generale, basata sui numeri e sull’esperienza gestionale di oltre 11 anni di Scicli Albergo Diffuso. Questa tipologia di feste, come la Cavalcata di San Giuseppe, il Gioia e le Milizie, contrariamente a quanto si pensa, allo stato attuale, non sono affatto attrattori turistici. Non lo sono mai stati, ma potrebbero esserlo. Attualmente, sono manifestazioni locali che attraggono l’interesse solo della gente del luogo o, al massimo, della provincia.

Se guardiamo ai dati disponibili, possiamo notare che solo la Cavalcata di San Giuseppe riesce a suscitare interesse oltre i confini di Ragusa. Infatti, nel weekend della festa si registrano presenze significative, anche se solo per una notte, principalmente di visitatori siciliani. Coloro che abbiamo visto nelle interviste con accento nordico erano turisti venuti per altre motivazioni e casualmente si sono trovati in mezzo alla festa.

Nel caso della Pasqua, solo il 15% dei nostri ospiti è venuto appositamente per la festa, mentre gli altri avevano programmato il viaggio indipendentemente dal Gioia.

Ad oggi, il miglior attrattore è la città vista nella fiction de “Il Commissario Montalbano”, che senza alcuno sforzo continua a portare benefici alla città.

Quindi, come possiamo promuovere queste festività?




Se parliamo di turismo, dobbiamo avere chiare le tipologie di turisti a cui vogliamo rivolgerci. Questo concetto è stato ripetuto per anni, ma il divario tra teoria e pratica rimane ampio. A chi possiamo “vendere” queste festività?

Probabilmente, il target ideale è lo stesso che la città ha già: persone con un’età media di 50 anni, appartenenti alla classe sociale medio-alta, con un buon livello d’istruzione. Non sono alto spendenti (intendo che non ricercano il lusso), ma sono attenti alla natura, ai servizi, al decoro urbano e alle tipicità locali. Non vogliono sentirsi turisti e non desiderano essere trattati come tali. Questo profilo emerge dall’analisi degli ospiti viaggiatori che hanno soggiornato nella nostra struttura nel 2022, che sono stati circa 10.000.

Dobbiamo essere sicuri che l’offerta della città risponda alle esigenze di questo “viaggiatore tipo”. L’offerta nel centro storico – i locali, le serate che organizzano, gli orari e la tipologia di musica, è in linea con le aspettative di questa tipologia di turismo?

Non possiamo parlare di Scicli come destinazione turistica se mancano queste basi conoscitive.

Ciò che serve è un po’ di coraggio. Non intendo solo coraggio politico, ma coraggio di sognare e programmare. Per esempio, si potrebbe istituire all’interno del Comune una commissione dedicata esclusivamente a questo scopo. Una commissione tecnica e non politica, composta da un gruppo di persone capaci di immaginare la città di domani sia dal punto di vista estetico e culturale che nella gestione degli eventi, delle risorse architettoniche e naturali e di un piano strategico di marketing.

Perché dovrebbe essere creata all’interno del Comune?

Perché questa programmazione deve essere pubblica e non privata. La politica deve prendersene carico e trovare poi i mezzi possibili per realizzarla.

Fino a quando opereremo solo di giorno in giorno, cercando di rispondere solo alle emergenze, i risultati non potranno essere diversi da quelli ottenuti finora.

Dobbiamo adottare un approccio lungimirante che tenga conto dei bisogni dei viaggiatori potenziali, sviluppando un’offerta turistica che sia autentica e in linea con le loro aspettative.

Dobbiamo promuovere la città non solo attraverso le festività locali, ma anche mettendo in evidenza le bellezze naturali, l’architettura, la storia e la cultura che Scicli ha da offrire.

Inoltre, potremmo considerare la collaborazione con altre città o attrazioni turistiche vicine per creare un’offerta integrata, in modo da offrire esperienze complete e attrattive per i visitatori.

È fondamentale investire nella promozione del territorio attraverso canali digitali e analogici, creando contenuti interessanti e coinvolgenti che suscitino l’interesse di potenziali turisti.

In conclusione, Scicli ha un enorme potenziale che può essere sfruttato in modo più efficace. È necessario un approccio strategico, con una pianificazione a lungo termine e il coinvolgimento di tutte le parti interessate, per trasformare la città in una meta turistica desiderata.”