La scorsa stagione turistica si è chiusa con la nota vicenda di Serena Dandini che trovò chiusa la porta della Chiesa di Santa Maria La Nova durante una delle passeggiate barocche, quella appena cominciata si apre con la bagarre in Via Francesco Mormino Penna sabato scorso.

Il minimo comune denominatore delle due vicende è sempre lo stesso: la mancanza di coordinamento – da parte del Comune – nella gestione delle iniziative turistiche e dei luoghi di attrazione culturale.

Non ce lo possiamo più permettere!

Al di là di polemiche che, pure, sarebbe facile promuovere dinanzi a cotanta disorganizzazione del quale l’assessore alla cultura conserva la responsabilità politica, la necessità che tutti gli operatori del settore (dalle associazioni culturali, agli operatori del settore turistico, per finire con i tanti viaggiatori che arrivano nei luoghi d’interesse di Scicli ) è la creazione di una regia unica per evitare situazioni imbarazzanti come quelle innanzi ricordate.

A nostro modo di vedere nella vicenda, così come è per la questione sul regolamento per l’arredo urbano, va distintala Via MorminoPenna dal resto del centro storico.

La via patrimonio dell’Unesco, infatti, è il “pezzo da novanta” dell’offerta turistica locale e – per tale motivo – necessità di regole più stringenti nella pianificazione degli eventi da promuovere (bisogna fare una scelta di campo e non consentirli indistintamente), così come negli arredi, nell’occupazione del suolo e nella diffusione dei decibel che locali o gruppi musicali diffondono.

Su questa linea di pensiero, ad esempio, si potrebbe pensare anche alla creazione di un ufficio comunale ad hoc per la gestione della strada. Ritengo che non sarebbe esagerato prevederne una vera e propria direzione artistica. D’altro canto se assumiamo come il riconoscimento della via pubblica è eccezionale anche il suo management non potrà che essere straordinario.

Sia chiaro, nessun incarico esterno, solo che all’interno dell’organico comunale andrebbe individuato chi – secondo le linee guida da studiare nell’assessorato competente – dovrebbe assumere la responsabilità di ciò che si svolge nell’arteria più caratteristica del paese.

Differente, seppure parimenti bisognoso di pianificazione, il discorso per il resto del centro storico e per la programmazione degli eventi culturali nel perimetro barocco della città.

Anche qui necessita che gli operatori turistici innanzi richiamati possano trovare un interlocutore unico (sul modello dello sportello unico per le attività produttive), senza essere rimandati ai tanti uffici comunali e, men che meno, essere coinvolti nelle beghe che i problemi di bilancio del nostro ente ormai stanno riverberando anche sulle iniziative che si promuovono nei luoghi pubblici.

Il riferimento, ovviamente, è alla gestione di quegli spazi da sempre utilizzati per lo svolgimento delle attività culturali.

Dal febbraio scorso, infatti, dopo l’adozione della delibera di predissesto al nostro comune non si concedono più il Palazzo Spadaro, il Palazzo Mormino di Donnalucata,la Villa Pennaecc. con il patrocinio dell’ente ma solo sborsando i corrispettivi per l’affitto degli spazi.

Così non va. A meno che non si ritenga che la concessione degli spazi per un matrimonio o un’attività a scopo di lucro abbiano la stessa valenza della concessione degli spazi per l’utilità pubblica che una iniziativa culturale porta con sè.

Va fatta una scelta di campo: politica non burocratica!

Dalla delibera che annualmente definisce le tariffe per i servizi a domanda individuale vanno eliminati i luoghi innanzi citati quando l’istanza arriva per mostre, convegni o altre attività culturali.

Così avviene già, ad esempio, per il salone dell’ex Camera del lavoro per le iniziative che i partiti politici vi svolgono.

Le associazioni di Scicli, infatti, ormai hanno compreso che non è più tempo di chiedere contributi pubblici per lo svolgimento delle loro attività, ma si aspettano che – almeno – il Comune di Scicli agevoli  le loro attività mettendo a disposizione i locali di sua proprietà.

Mi pare che questa scelta, in un ente locale che per i prossimi anni potrà permettersi scarsissime risorse da destinare ad attività intellettuali, sia una necessità più che una concessione.

Marco Causarano