
Scicli – Oltre 9 mln blindati, ecco perchè per un creditore è quasi impossibile pignorare il comune
- 24 Settembre 2013 - 7:58
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Dal Qds del 24 settembre 2013
Scicli (Ragusa) Per un creditore ricevere dei soldi da parte degli enti pubblici è quasi impossibile, e tutto diventa ancora più difficile se le somme vengono blindate.
Un esempio concreto lo troviamo al Comune di Scicli dove avviare una procedura di pignoramento presso la banca tesoriera è improponibile per via del fatto che all’esecuzione forzata è stato dato un limite molto elevato.
Infatti, dal 2010 in poi, la G.C. ogni sei mesi adotta una delibera che definisce il limite all’esecuzione forzata in ossequio all’articolo 139 del Testo Unico sull’ordinamento degli Enti Locali. Tale delibera elenca delle voci di spesa le cui somme non possono essere assoggettate ad espropriazione forzata, secondo l’elenco dei servizi locali indispensabili contenuto nel Decreto del Ministro dell’Interno del 28 Maggio 1993. E così la considerevole somma di € 9.307.910,50 non può essere oggetto di soddisfacimento da parte del creditori dell’ente locale perché necessaria per pagare gli stipendi al personale, i servizi connessi alla giustizia, quelli di polizia locale, di istruzione primaria e secondaria, nettezza urbana, pubblica illuminazione, ecc.
Fin qui tutto parrebbe nella norma perché conforme a legge e ai regolamenti. Ma se questi atti della Giunta vengono analizzati con la lente di ingrandimento, qualche anomalia salta fuori. Il primo dato riguarda la ragguardevole somma di 4 mln e 500 mila euro necessaria in un semestre per le spese del personale. Vero è che nel bilancio di previsione sono previste somme per oltre 9 mln per i dipendenti comunali, ma è anche vero che l’art. 159 del T.U. EE.LL. prescrive che non possono essere soggette ad esecuzione gli stipendi per i tre (e non sei!) mesi successivi a quelli di adozione della delibera.
Altra anomalia riguarda l’elenco sei servizi indispensabili stilato dal Settore Finanze del Comune, nel quale spuntano tre voci non previste dal decreto ministeriale del 1993; si tratta delle somme destinate alla spesa per l’acquisto di medicinali e parafarmaci per la farmacia comunale, ai servizi culturali e turistici e quelle per il verde pubblico. Le somme bloccate per queste tre voci ammontano complessivamente ad € 380.000.
Magari possiamo soprassedere sull’indispensabilità dell’acquisto di farmaci e parafarmaci, ma il servizio cultura, quello turistico e quello per il verde pubblico sono da considerarsi effettivamente essenziali per un comunità?
Come se non bastasse oltre al danno c’è pure la beffa della Corte Costituzionale che intervenendo sull’art. 159 del T.U. lo ha dichiarato incostituzionale nella parte in cui “non prevede che la impignorabilità delle somme non operi qualora, dopo la adozione da parte dell’organo esecutivo della deliberazione semestrale di preventiva quantificazione degli importi delle somme destinate alle suddette finalità e la notificazione di essa al soggetto tesoriere dell’ente locale, siano emessi mandati a titoli diversi da quelli vincolati, senza seguire l’ordine cronologico delle fatture così come pervenute per il pagamento o, se non è prescritta fattura, delle deliberazioni di impegno da parte dell’ente stesso”. Tradotto in italiano, questa espressione sta a significare che la delibera di blocco delle somme vale solo se la Ragioneria del Comune emette mandati di pagamento seguendo l’ordine di ricezione delle fatture o delle delibere di impegno spesa.
Ma chi controlla la regolarità cronologica dei mandati di pagamento? Nessuno. Infatti la Corte Costituzionale non lo specifica, quindi, come al solito, spetta al povero cittadino creditore dell’ente dimostrare ad un giudice che l’ordine non è stato rispettato e quindi che il vincolo è inefficace. Solo che c’è un piccolo particolare: il cittadino non dispone di documenti che sono in possesso dell’ufficio ragioneria del Comune.
L’amministrazione non risponde
Sull’argomento in questione abbiamo provato a sentire l’assessore al bilancio del comune di Scicli, Sandro Gambuzza, ma non abbiamo ottenuto nessuna risposta. All’assessore abbiamo inviato le nostre domande tramite posta elettronica certificata, ma dall’ente nessuno ha voluto chiarire le nostre perplessità.
Carmelo Riccotti La Rocca
rosario avveduto
Quella sopra prospettata non è, comunque, l’unica procedura per poter recuperare il proprio credito nei confronti del Comune!!
Carmelo Riccotti La Rocca
Non parlo di procedure ( non avrei le competenze per farlo) ma parlo di un DM disatteso