martinaDa qualche giorno ci stiamo occupando della difficoltà incontrata dalle famiglie siciliane che hanno a casa un figlio/a disabile, che dovrebbe frequentare la scuola. Non si può rimanere indifferenti a questo grave fatto.

La Regione Sicilia non ha trovato fondi da inserire nel bilancio da utilizzare per coprire le spese necessarie per il trasporto di questi ragazzi.

 Ieri, al “Q. Cataudella” di Scicli è arrivata Martina, una ragazzina tetrapelgica. La piccola Martina è andata a scuola accompagnata dai genitori. Anche per lei quindi niente servizio di trasporto. Sono 174 gli studenti disabili delle scuole secondarie di secondo grado in provincia di Ragusa, a cui viene negato il diritto costituzionale allo studio, così come ribadito dall’art. 24 della Convenzione ONU.

Dall’avvio di questo nuovo anno scolastico 2015/2016, gli studenti con disabilità non stanno beneficiando dei servizi – indispensabili e obbligatori per legge – di trasporto e assistenza specialistica. Ciò rende di fatto impossibile l’ordinaria frequenza scolastica, lede il diritto all’istruzione ed all’inclusione sociale e crea una situazione di discriminazione rispetto agli altri alunni.

“Ieri è stato il primo giorno di scuola al Liceo scientifico Cataudella di Scicli per mia figlia Martina – scrive mamma Irene -. Grazie di cuore al Preside Giannone, a tutto il personale operante e ai compagni di classe. Un’accoglienza calorosa, attenta ed emozionante – afferma ancora la signora Irene -. Abbiamo accompagnato noi Martina poiché il servizio di trasporto e di assistenza ancora non inizia. Siamo stanchi di vedere i diritti dei disabili calpestati e di lottare contro le “barriere mentali ” di chi non si accorge che esistono questi ragazzi. Vergogna”. 

“Ieri è stato uno dei giorni più belli, intensi e vivi della mia storia professionale e umana di Preside – racconta il Dirigente scolastico Enzo Giannone -. Il primo giorno di scuola di Martina, finalmente insieme ai suoi compagni! Ma, come afferma la mamma di Martina, non è possibile tacere, non è possibile non gridare con forza tutto il nostro sdegno per la situazione che perdura in Sicilia e che, ancora oggi, sottrae diritti fondamentali, come quello all’istruzione, ai ragazzi disabili”.