marco causarano 4di Marco Causarano

Sebbene la fatica di una settimana trascorsa fra i banchi del consiglio sia ancora viva, approfitto dello spazio che questo giornale mi concede per spiegare ai cittadini quanto accaduto negli ultimi giorni di lavori in consiglio comunale.

Come noto il Partito Democratico, insieme ad altri partiti di opposizione, ha deciso di votare contro le proposte di aumento alle tasse (Tarsu, Imu ed Irpef) proposte dalla Giunta Comunale, perché a questo punto dell’esercizio di bilancio è inevitabile che emerga la netta distinzione fra chi nel 2013 ha governato la città e chi ha svolto un ruolo di opposizione (limitato a funzioni di controllo e di proposizione delle problematiche).

E se l’opposizione che abbiamo scelto di svolgere non ha mai negato alla Giunta la prerogativa di fare le proprie scelte ed amministrare Scicli, oggi più che mai dobbiamo evidenziare che mai abbiamo avuto voce in capitolo nelle scelte gestionali che i singoli assessori hanno esercitato.

Così – ad esempio – è stato per la gestione della problematica dei rifiuti (che nel 2013 ha conosciuto due proroghe dell’affidamento), così per la scelta dei dirigenti che guidano i singoli settori (anch’essi prorogati sino al 31 dicembre), così nella gestione del personale comunale, così per la programmazione della stagione estiva (pensiamo a 13 mila euro spesi per due concerti) e quant’altro un anno di amministrazione abbia conosciuto.

A corollario di tutto ciò, poi, il continuo balletto dei numeri, dai trasferimenti statali a quelli di gestione dei servizi con annessa caos nei conti dell’ente , così che un giorno servono due punti in più di Imu per coprire le spese, mentre il giorno dopo né basta uno, oppure la spesa dei rifiuti che ha un’iperbole in continuo aumento, mentre assistiamo a spese correnti (bollette di energia elettrica?) che diventano somme fuori bilancio perché non pagate negli esercizi precedenti…

Insomma, ancora oggi sosteniamo come la spesa del nostro comune sia fuori controllo, contestiamo alla giunta di non essere stata in grado di riorganizzare efficientemente la macchina e fatichiamo a capire quali siano le spese di esercizio che bisognano al nostro apparato comunale per erogare servizi durante i 365 giorni dell’anno.

E mentre l’assessore al bilancio, nel tentativo di giustificare le proprie scelte, in aula ha dichiarato che 1 milione e mezzo di euro servono per dare corso alla prima annualità del piano di riequilibrio, ecco che i debiti fuori bilancio ancora non arrivano in consiglio, ma lo faranno successivamente (dice lui).

Insomma, la ragione evidente per cui abbiamo detto no al nuovo salasso di tasse richiesto agli sciclitani è che non abbiamo certezza se il sacrificio ulteriore che veniva richiesto ai cittadini avrebbe realmente coperto spese accumulate negli ultimi 15/20 anni senza preventivo impegno, oppure se serviva a garantire la copertura di qualche ulteriore spesa d’esercizio o (peggio) per coprire inefficienze troppo evidenti dell’organizzazione amministrativa.

Di contro, invece, avevamo la certezza che questo nuovo sacrificio di spesa avrebbe senz’altro aumentato la possibilità di agire in dodicesimi di spesa anche nel prossimo esercizio di bilancio (quello 2014), visto che è ormai consuetudine di tutti gli enti locali – in questi ultimi anni – gestire la spesa di funzionamento con impegni rimandati a futura approvazione del consiglio comunale.

Ebbene, di fronte a questa mole d’incertezza noi del Partito Democratico non potevamo far correre il rischio ai cittadini che il sacrificio ulteriore di tassazione fosse inutile ad uscire dal guado finanziario nel quale si trova il nostro ente, ed abbiamo votato contro agli aumenti proposti.

Men che meno – poi – abbiamo accettato la richiesta di desistenza (mettere la maggioranza in condizione di approvare gli atti uscendo dall’alula) che – pure – qualche esponente della coalizione di governo ci ha fatto quando hanno capito che facevamo sul serio.

Dall’adozione del piano di riequlibrio (eravamo al 16 di luglio) sino ad oggi la giunta aveva due possibilità: quella di amministrare autonomamente, assumendo la responsabilità politica di tutto quello che faceva insieme ai propri consiglieri, oppure aprirsi ad un confronto costante con le opposizioni nei luoghi istituzionali (commissione speciale, commissioni consiliari, conferenze dei capi gruppi) e non (confronti con gli esperti del Sindaco, con il collegio dei revisori, con i dirigenti dell’ente, con l’assessore al bilancio), per tentare di partecipare a tutte le forze responsabili il bilancio e rendere trasparenti le scelte di sacrificio che si sarebbero richieste.

La giunta ha scelto la prima strada (direi anche legittimamente) ma è stato a quel punto che si è assunta  la responsabilità di avere una copertura politica – con i numeri – delle scelte fatte.

Ancora oggi, peraltro, chi amministra ha il pallino in mano per decidere se quella in corso deve essere una legislatura di risanamento del nostro comune oppure se vuole essere l’ennesima esperienza di vecchia politica che pensa di rimandare ai posteri le scelte pur di garantire a qualcuno (pochi!) il controllo esclusivo delle vicende di Palazzo .