“Ritorno all’Amarina” è un andare indietro nel tempo nei luoghi della memoria e dei sentimenti dove le persone, gli oggetti e i ricordi dell’infanzia, dell’adolescenza e della gioventù perduta testimoniano quello che siamo stati.

Giuseppe Lazzaro Danzuso, autore dell’opera, si è confrontato venerdì sera al PataPata a Sampieri, per l’ultimo appuntamento di “Autori & Libri, Conversando a Sampieri”, con la giornalista Franca Antoci su “come eravamo”, una generazione dei baby boomer, nati tra il 1945 e il 1959, figli di Carosello, del maestro Manzi e di Padre Mariano nel suo ineguagliato sermone serale televisivo.

Una generazione che, nell’arco di cinquant’anni, è passata dalla preistoria alla fantascienza: dal telefono a cornetta, al cellulare, ad internet, con una rapidità sconvolgente.

“Ritorno all’Amarina” è un ritorno a casa, in quel quartiere, all’Amarina appunto, chiamato così in quanto luogo dove cresceva rigogliosa la pianta dell’amarena in un quartiere di Adrano degli anni ’60, dove l’autore ha trascorso la sua giovinezza tra zie attempate e zii irascibili, cugini imbranati e tassisti con i piedi a papera che, con i loro capientissimi taxi (i vecchi wagon con strapuntini), accompagnavano la famiglia in campagna con il corredo di cibi succulenti e scorte di vini rossi dell’Etna in grado di trasformare l’umore dei commensali prima in allegro e, poi, sonnolento.

La presentazione del libro, riemerso dopo diciassette anni dai cassetti della memoria e oggi dato alle stampe, è stata impreziosita dalla proiezione di quattro filmati girati dal papà di Giuseppe Lazzaro Danzuso che, con una Super 8 (piccolo esempio di archeologia industriale), riprendeva i momenti salienti delle ricorrenze in famiglia: le gite in campagna, le feste da ballo nelle balere, la preparazione dell’albero di Natale. Flashback che fissano il racconto su quello che era un piccolo mondo antico e incantato che non tornerà più, ma che continua a vivere solo nella memoria di chi ha vissuto quegli anni di grandi passioni, cambiamenti e speranze per il futuro.




Giuseppe Lazzaro Danzuso, giornalista di lungo corso e autore di ventidue opere quasi tutte ancorate sul filo della memoria, utilizza nei suoi testi un italiano contaminato da espressioni in dialetto catanese, ineguagliabile per efficacia nell’esprimere al meglio emozioni e sentimenti.

“Ritorno all’Amarina”, scritto a Roma a poche ore dalla fine del millennio, è un tuffo nel passato in cui la memoria recupera le emozioni della giovinezza. Giuseppe Lazzaro Danzuso e Franca Antoci sono riusciti a regalare una serata con un’atmosfera familiare e confidenziale all’attento pubblico (composto quasi esclusivamente da persone di mezz’età) che ha partecipato all’emozione di un viaggio di fine estate sul filo della memoria.

Su “Autori & Libri, Conversando a Sampieri” cala il sipario per l’edizione 2019 e il suo direttore artistico, il giornalista Marco Sammito, ha dato appuntamento al prossimo anno, annunciando un’edizione ricca di novità, grazie all’impegno che il PataPata intende portare avanti, con entusiasmo e ferma convinzione, nella promozione della buona letteratura.