“Carissimi parrocchiani della Comunità di Santa Caterina,

con gioia scrivo a tutti voi come vostro nuovo Pastore.

Busso con delicatezza e con rispetto alla porta della vostra casa, certo di essere da voi accolto.

Vi chiedo gentilmente soltanto il tempo necessario per leggere con generosa attenzione questa breve lettera.

Sono don Pietro Zisa, sacerdote da quattro anni (l’anniversario d’ordinazione presbiterale ricorrerà il prossimo 20 ottobre) mandato dal nostro Vescovo Antonio ad amare e servire questa vostra Comunità parrocchiale.

Vi confesso che in questo tempo mi sento come un bambino nei suoi primi giorni di scuola.

Vi ringrazio di cuore per il calore della vostra amicizia e per le già numerose manifestazioni di affetto che sto ricevendo.

Sono davvero meravigliato e stupito per la bellezza del nuovo cammino che si apre davanti a me, ma allo stesso tempo, non vi nascondo che sento il peso e la responsabilità di questo servizio di cui dovrò dare conto al Signore. Egli mi chiede di amarvi e vorrei che questo mio inizio aiuti anche voi a guardare alla Parrocchia con occhi nuovi, a riscoprirla bella e in essa, come ci ricorda Papa Francesco, trovare “quel Dio che viene tra i cittadini promuovendo la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia”.




È vero, che cambiano i parroci, ma le comunità restano e soprattutto è il Signore che rimane ed è sempre lo stesso. Il Signore è davvero sempre con noi! Lui che ci ha detto: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15, 5).

Consapevole di questo, con grande serenità, vivo questi giorni nell’attesa di potervi incontrare e conoscere.

Certo, non posso nascondere il naturale e umano dispiacere nel distaccarmi  dalla Comunità Modicana, in cui ho percorso i primi passi del mio ministero sacerdotale per ben cinque anni; mi è di conforto la certezza di non poter dimenticare il bene che ho ricevuto e i legami di collaborazione, di amicizia e di affetto che lì sono maturati, sicuro che il mio venire tra voi non  sarà che continuare nella fede quel cammino che il Signore, giorno dopo giorno, traccia davanti a me. Sento che questo nuovo incarico a me destinato sarà una nuova e provvidenziale occasione per servire Dio con gioia e con buona volontà.

In questa vostra, anzi “nostra” Parrocchia, io sono l’ultimo arrivato, eppure vengo posto alla guida: un grande impegno di responsabilità e di testimonianza è richiesto ad ogni pastore nella certezza che «come Dio ci ha trovati degni di affidarci il Vangelo, così lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori» (1Ts 2, 4).

Per questo desidero ricordare e ringraziare di vero cuore il carissimo fratello nel ministero sacerdotale don Armando Fidone. Ogni sacerdote, posto alla guida della comunità, porta con sè i doni che Dio gli ha dato,  l’esperienza della propria vita e della personale fede, i propri pregi e difetti, la propria sensibilità e il  proprio carattere, il vigore della salute e dell’età, la propria umanità.

Vogliatemi bene e vogliatemi bene per quello che sono. Io credo che un prete ha sempre molto da imparare dai suoi fedeli. Vi aspetto!!!

Nessuno pensi che la Parrocchia sia una casa per privilegiati e che i collaboratori della parrocchia costituiscono un circolo chiuso, al quale sono ammessi solo pochi eletti. No! C’è posto per tutti! Tantomeno nessuno pensi che la parrocchia sia un “museo da custodire”, al contrario essa è un “giardino da coltivare”: abbiamo bisogno di nuove energie! Vi aspetto la Domenica, nel giorno per noi consacrato al Signore, per la Celebrazione della Santa Messa, momento essenziale e visibile di Chiesa. Non so, nei disegni di Dio, quanto durerà il pezzo di strada che faremo insieme, ma sono felice di avervi ora accanto a me e lo sarò di più se, oltre ad essere per voi un punto di riferimento nella vita quotidiana, in tutte le sue sfaccettature umane, potrò esserlo anche nella vita spirituale.

A ciascuno di voi giunga il mio più affettuoso abbraccio.

Ho un grande desiderio di conoscervi personalmente, visitando quanto prima le vostre case per entrare subito in contatto con le famiglie, i bambini, i ragazzi, i giovani, gli anziani, i fidanzati, le persone ammalate, i poveri, coloro che rischiano oggi di restare ai lati della nostra società e –Dio non voglia! – della nostra comunità cristiana.

Desidero essere, pur con i miei limiti, un prete che serve la fede di tutti, in un tempo sì complesso, ma altrettanto affascinante, annunciando solo ed esclusivamente la Parola del Vangelo e non facendo mancare il vero pane buono, sostanzioso e profumato di Gesù Cristo. Diceva, infatti, il grande Sant’Ignazio D’Antiochia: “Nulla è meglio di Gesù Cristo”.

Vi assicuro fin d’ora la mia preghiera costante e quotidiana, per tutte le vostre intenzioni, per tutti i vostri desideri e sogni. Naturalmente, chiedo anche a voi una preghiera assidua per me, per il mio ministero, perché il Signore mi ispiri sempre le parole giuste per ogni situazione, per ogni persona a me affidata: vi confido che è proprio questa è la preghiera che faccio ogni mattina al termine della preghiera dell’Ufficio Divino!

Invochiamo dal Signore e dalla Nostra Mamma del Cielo, Maria, che a me piace invocarla come lo faceva Natuzza Evolo – per tutti Mamma Natuzza – col dolce titolo di “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime”, la grazia di saper vivere nell’amore degli uni per gli altri, in quell’Amore che ci rende veramente fratelli: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35). È l’avvertimento di Gesù!

Al Glorioso Patriarca San Giuseppe, Nostro Patrono, verso cui nutro una particolare devozione personale, affido questo nostro cammino, perché ci sostenga e ci accompagni.

Vostro Devotissimo nel Signore .”

Sac. Pietro Zisa