A pochi mesi dall’appuntamento elettorale, a Scicli si vociferano sempre più nomi di possibili candidati alla poltrona di Sindaco.

Il Gruppo Cento Passi sottopone le proprie riflessioni non sui candidati “non spetta a un piccolo gruppo come il nostro,  ma sui progetti, e sui tempi necessari per portarli a buon fine in una città che, fra autolicenziamenti e contratti a scavalco, si ritrova un Ufficio tecnico ridotto a minimi storici. E dove altri uffici essenziali, come quello dei Servizi Sociali, meriterebbero ben altre attenzioni.”

Cento Passi propone il programma per la Scicli del prossimo quinquennio. Lo suddivide in una piccola serie di uscite ed ogni uscita sarà contraddistinta dal numero dei giorni ritenuti necessari per centrare gli obiettivi scritti nel programma. Il primo numero è milleottocentoventicinque, perché tanti sono i giorni contenuti in 5 anni, meno uno. Sta a significare che per raggiungere alcuni obiettivi molto importanti per la comunità, una amministrazione che si rispetti non deve avere timore di dichiarare ai propri cittadini che alcuni di questi obiettivi non sono dietro l’angolo, ma richiedono il giusto tempo. Gli altri contributi al programma su Scicli 2022 – 2027 saranno pubblicati con numeri sempre più piccoli, perché si tratterà di iniziative che dovranno essere messe in moto e concluse nel medio, nel breve e infine nel brevissimo periodo.

Ecco cosa scrive il Gruppo Cento Passi Scicli in merito a possibili progetti da sviluppare:

Parlando di progetti che richiedono tempo e energie, a Scicli il pensiero corre immediatamente alle infrastrutture pubbliche, all’acquedotto colabrodo che troppo spesso si “incontra”, con molta poca gioia dei cittadini, con una rete fognaria non meno disperdente e ancora incompleta, ma anche alla più attenta tutela delle fonti d’acqua. Non in tutti i quartieri la rete elettrica funziona in maniera soddisfacente, ma più ancora è l’edilizia popolare che necessita essere presa in carico da una amministrazione attenta alle esigenze di tante famiglie. Mentre, un pensiero perplesso e certamente non sereno va al nuovo sistema di depurazione, per il quale occorre sin da ora pensare a sistemi sussidiari integrati da mettere in atto a collaudo dell’esistente.




Le azioni sulle infrastrutture sono strettamente correlate alla valorizzazione delle spiagge. Infatti, per conseguire una Bandiera Blu occorre attenta cura della fascia di territorio che corre dietro la costa, e per prima cosa la sistemazione delle opere fognarie, tornando dunque alla questione delle infrastrutture. Tuttavia, nel frattempo molto altro può e deve essere fatto. L’estate trascorsa ha visto la frazione di Sampieri unirsi ai quasi 150 luoghi italiani nei quali le spiagge sono a misura di bambino, ottenendo la Bandiera Verde grazie all’azione della Pro Loco e alla mobilitazione di tanti cittadini. Aggiungiamo: chi si ricorda le Vele che nel 2014 Legambiente assegnò a tre bellissime spiagge sciclitane? Altri riconoscimenti possono giungere, se adeguatamente studiati e sostenuti, come le spiagge Plastic free, e qui basterebbe che il Comune controllasse attivamente l’applicazione della direttiva omonima dell’Assessorato Ambiente. Può ancora aggiungersi la Bandiera Lilla, che coniuga valori sociali con una fetta rilevantissima di potenziale turismo costiero. Scicli è ricca di spiagge e coste rocciose, Beni Comuni che aspettano di essere valorizzati operando di concerto fra istituzioni attente alle infrastrutturazioni e pronte ai controlli, e la cittadinanza attiva. Se si comincia subito, nel quinquennio gli obiettivi potranno essere raggiunti.

“Scicli Capitale della Cultura” è forse l’azione che più di altre fa comprendere quanto sia indispensabile attivare relazioni, programmare ed agire per tempo quando si vogliano davvero raggiungere risultati importanti e prestigiosi. Il progetto della Capitale Italiana della Cultura è nato nel 2014 da una idea del ministro Dario Franceschini e tra gli obiettivi, ha quello di “valorizzare i beni culturali e paesaggistici” e di “migliorare i servizi rivolti ai turisti”. Purtroppo, non sarà semplice accreditarsi per un Comune che fra passerelle politiche e finte attenzioni sta lasciando cadere in rovina la Fornace Penna, uno dei monumenti costieri più rilevanti dell’intero Mediterraneo. Occorreranno anni di lavoro serio per poter inoltrare un progetto credibile, ovvero utilizzi i verbi al passato e al presente – abbiamo fatto, stiamo facendo – anziché quelli a futuro, indici rivelatori di irritanti velleità che finiscono per sminuire l’enorme potenziale culturale della città. In un arco di tempo sufficientemente lungo, ma entro i cinque anni, può esserci il tempo per studiare e mettere a punto una proposta credibile, basata su azioni non “auspicate”, ma realmente svolte in una città che, al momento, non offre nemmeno un numero basico di sale attrezzate da dedicare alle mostre e agli incontri culturali.

La mobilità è uno dei punti cardine di ogni territorio, specie quando ubicato nella più profonda periferia del continente europeo. Occorre porre Scicli e l’intero Sud est al centro di forti investimenti per la mobilità su ferro, aria, acqua e gomma per i collegamenti regionali, nazionali e internazionali, ridurre la presenza in centro di qualunque tipo di veicoli a motore – a combustione o elettrici che siano – mediante parcheggi e trasporti efficaci verso le periferie e le frazioni. Ma, anche, occorre prendere definitivamente atto che il mondo intero investe sulla mobilità lenta. Su questo versante, Scicli presenta formidabili potenzialità e può essere vista come il punto di incontro dei due segmenti di una “T”, rovesciata e appoggiata sulla sua costa di sabbie e rocce. Con i suoi 18 chilometri di costa più a sud dell’Europa continentale, Scicli ha le carte in regola per trasformarsi in un potente attrattore alimentato dai due porti attivi di Pozzallo e Marina di Ragusa, invece di rappresentare un immobile buco nero fra le ciclovie realizzate dal Comune Capoluogo a ponente e dalla ex Provincia a levante. Il prossimo quinquennio gioverà per portare a compimento un sistema strategico di connessioni che vedano l’attivazione di percorsi interni (l’asta verticale della “T”) che raggiungano Modica e Ragusa mediante i sentieri aperti lungo i corsi d’acqua del Fiumelato e dell’Irminio, con l’attivazione dell’offerta organizzata dei preziosi prodotti degli allevamenti e delle cannavate nei confronti del prevedibile continuo afflusso di viaggiatori a piedi. Con molta lungimiranza in più, e con molto tempo in meno, potrà essere canalizzato in sicurezza a Donnalucata un enorme flusso di pedoni e di ciclisti provenienti da Marina di Ragusa e dai tre snodi residenziali di Playa Grande, Donnalucata Resort e Villaggio Chamaerops, cui si aggiungeranno i nuclei familiari che da pochi anni abitano sulle collinette a nord della circonvallazione di Donnalucata.

Una riflessione seria merita il patrimonio immobiliare di Scicli, di tutto rispetto, ma sottoutilizzato. Occorre un periodo di tempo adeguato anche per la cura e per la sua migliore utilizzazione in un Comune come Scicli, dotato di monumenti, di locali chiusi o sottoutilizzati, di edifici scolastici e di palestre per lo più in cattivo stato, a fronte di giovani e di associazioni di tutte le età che necessitano di spazi attrezzati di socializzazione, di studio e di co-working. Il recupero e la messa a sistema di palestre e spazi esterni da dedicare alle attività sportive, da quelle tradizionali alle innovative come l’Urban Climbing, da quelle “interne” a quelle costiere, consentirebbe a Scicli di collocarsi come promotore e punto attrattore della quarta “Sport Commission” italiana. Una prestigiosa realizzazione ancora assente nel sud e che aspetta una cittadinanza attiva e attenta ai temi dello sport e della salute per essere realizzata in terra iblea. Anche se alcuni recuperi possono essere più celeri di altri, le azioni serie, non occasionali e non clientelari, richiedono il loro tempo, non di meno dei progetti e delle opere necessarie per il riadattamento e il riuso degli edifici. Questa del recupero del patrimonio immobiliare esistente è una azione sulla quale bisogna lanciarsi subito, un vero banco di prova di credibilità, trasparenza, legalità e condivisione.

Attenzione tutta particolare merita il Bilancio partecipativo, che consiste nella gestione partecipata dei cittadini a una parte consistente del bilancio, dal 10% al 20%. Una iniziativa di civiltà alla quale si potrà arrivare in un quinquennio di amministrazione attenta e partecipata, attraversando due fasi ben precise. La prima, che richiederà due anni, consiste nell’applicazione corretta della legge n.5/2014 sulla “Democrazia partecipata”, a Scicli ampiamente disattesa, come rileva una indagine tutt’ora in corso sulle modalità di applicazione della suddetta norma nei Comuni del siracusano e del ragusano. La corretta applicazione della “Democrazia partecipata”, la reale partecipazione progettuale dei cittadini all’impiego, al momento, di una modesta somma del bilancio (meno di 30.000 euro all’anno) servirà da palestra sia alla cittadinanza, sia all’amministrazione e faciliterà, intorno al terzo anno, la redazione del Bilancio partecipato, ovvero di un bilancio costruito con la massima semplicità al fine essere illustrato con chiarezza alla intera cittadinanza. Subito dopo, si potrà raggiungere l’obiettivo del Bilancio partecipativo, nel quale i cittadini parteciperanno in maniera diretta all’allocazione di interessanti percentuali del bilancio.

Naturalmente, molto altro c’è da dire e programmare sulla Scicli dei prossimi 1825 giorni, citiamo fra le molte azioni da dover svolgere il Piano per la eliminazione delle barriere architettoniche – PEBA -obbligatorio per legge, i Bioquartieri, per accreditare Scicli nel panorama dell’edilizia attenta ai recuperi dell’esistente e alla salute degli abitanti. Ancora, l’iniziativa “Un marciapiede per le mamme” che in realtà non si rivolge solo alle mamme con il passeggino, ma anche a chi si muove in carrozzina e trova continui ostacoli sui marciapiedi perché occupati da segnaletiche o perché dissestati o, ancora, perché ristretti negli anni che furono per fare spazio al “dio automobile”. Tante altre operazioni, che richiedono meno tempo dei famosi 1825 giorni, verranno illustrate in un altro momento. Mentre, è il caso di ricordarlo prima di concludere, le frazioni di Scicli sono vere e proprie cittadine, non a sé stanti, bensì strettamente collegate alla città, che richiedono una attenzione vera, reale e non elettorale, che dovrà necessariamente sfociare in sistemi di parziale autogestione democratica.

Per raggiungere questi e altri obiettivi di cui parleremo le parole chiave sono “innovazione sociale” – social innovation, per gli amanti degli inglesismi – e “Partecipazione popolare” adeguatamente strutturata. Nulla si potrà raggiungere se Scicli dovesse continuare ad avere una amministrazione ripiegata su sé stessa, non pronta a chiedere, non tanto credibile da ottenere la collaborazione dei cittadini, nessuno escluso, per raggiungere i grandi obiettivi che la città può e deve porsi nel suo futuro.

Cento Passi Scicli continuerà a proporre idee e progetti per il futuro prossimo di Scicli, presentando le azioni che richiedono la metà di 1825 giorni, quelle che debbono essere realizzate nei primi cento giorni dal turno elettorale, di quelle da strutturare come attività nel tempo o nello spazio, dentro Scicli e fuori Scicli. Scicli è una città di arte, cultura, agricoltura, di buon vivere, il dibattito politico non si può e non si deve fermare ai nomi, alle promesse, al vuoto dietro le promesse, tanto meno al voto dietro le promesse.