Scicli – Franco Susino a Orazio Ragusa: A determinare la paralisi del Comune sono stati i tuoi “uomini”!
- 3 Ottobre 2014 - 16:44
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Il sindaco Franco Susino scrive una lettera aperta all’on. Orazio Ragusa, a seguito dell’invito alle dimissioni.
“Spero con altrettanto equilibrio e senza toni accesi di poter replicare all’on. Orazio Ragusa – scrie Susino -, che oggi ha licenziato alla stampa una nota sull’attuale situazione politica a palazzo di città.
Intendo cominciare dicendo che non tirerò i remi in barca nel momento così difficile per l’ente.
Chi mi conosce sa che non si tratta di ambizione personale. Non devo intraprendere alcuna carriera politica e quindi sono libero nei miei atteggiamenti e nelle mie scelte. Questo perché la mano sulla coscienza me la sono passata nel momento in cui l’ente è entrato nel tunnel delle difficoltà e certamente non per responsabilità che oggi, sarebbe troppo facile, si intestano a me individuando il capro espiatorio che assolve e libera tutti. E’ vero la città sta attraversando un periodo non felice con tutte le conseguenze del caso.
Ma io non abbandono la nave per rispetto di quanti hanno creduto in questa nuova ed esaltante stagione politica fatta di contenuti e di fatti che nessuno può smentire. La giunta tecnica, quella dei “responsabili”, ha agito, sfido chiunque dimostrare il contrario, nell’interesse della collettività.
La produzione enorme e complicata della formazione dell’approvazione degli atti sta lì a dimostrarlo. E’ questo un segnale di inaffidabilità come lei la bolla questa attività amministrativa? Altro che l’amministrazione è a un punto fermo! L’intelligenza delle persone che osservano e valutano ben al di là ben delle sue scontate e consunte riflessioni.
Per sua stessa ammissione lei sostiene che è stato un convinto assertore di questa giunta tanto che rappresentanti del suo partito hanno occupato posti di rilievo all’interno dell’esecutivo.
Una domanda sorge spontanea. Quante responsabilità ha avuto quella giunta, e quindi di rimando anche sue considerato che quegli uomini erano espressione delle sue volontà, nella situazione che oggi si è determinata e che io insieme ai responsabili dobbiamo arginare e contenere per evitare il dissesto e rilanciare l’azione amministrativa di Scicli?
Le pongo la domanda ben conoscendo la natura e l’attività di quell’esecutivo.
Gli atti, senza tema di smentita, che hanno determinato la paralisi dell’azione amministrativa sono figli di quella gestione.
Il cambiamento di linea, o la rivoluzione degli atteggiamenti politici a quella situazione li ho voluti io con la piena e convinta responsabilità di chi oggi amministra la città. Chi, cosa e quali argomentazioni li ha consigliati a farlo?
Un cambiamento, il nostro, necessario e imposto dalle cose tant’è che oggi, sembrerebbe un paradosso visto che la maggioranza non è il frutto dell’intesa elettorale per la quale si sono ottenuti consensi nel 2012, ho ritrovato il gusto di andare a palazzo di città e affrontare con passione e senza alcun tentennamento i grandi problemi che il contesto storico e amministrativo pone alla città.
On. Ragusa io non abbandono la città dove mi legano affetti grandissimi; anzi farò di tutto fino alla fine per affrontare le difficoltà che insieme ai responsabili affrontiamo quotidianamente.
Conosco il rischio che corro ma lo accetto in nome di quanti ancora oggi credono e scommettono sulla mia persona e sull’azione amministrativa di questa giunta.
Abbiamo dovuto fare di necessità virtù limitando i danni pur conservando la qualità e la quantità dei servizi. Un’operazione senza alternative, utile a fronteggiare i minori trasferimenti da parte dello stato e della Regione e convivere con una situazione finanziaria pesantissima, alla quale abbiamo dato, ritengo, una risposta adeguata per evitare il default.
Lei forse dimentica, nella frenesia di elencare le sue iniziative parlamentari, che Scicli è un comune sottoposto all’esame della commissione ministeriale che dovrà valutare il piano di riequilibrio finanziario dal quale dipenderanno, questo sì in modo definitivo e irreversibile, i destini della città e dei suoi cittadini.
Non saprei valutare tra i suoi accorati inviti a dimettermi e la mia convinzione di non abbandonare in questo momento la città qual che sia la decisione più giusta. So solo che farò fino in fondo quel che devo fare da cittadino e da sindaco.
Per il resto accadrà quel che può”.
Nella foto sopra Susino poco dopo essere stato eletto assieme ai suoi primi assessori.
Angelo Carnemolla
Si ammira la tenacia con cui il Sindaco, dott. Franco Susino, da buon don Chisciotte, vorrebbe sconfiggere l’illegalità. Il Sindaco, tuttavia, non si è reso conto che aldilà del concetto della corruzione e delle indagini in corso vi è anche un problema politico, e su questo fronte è evidente che si trova al capo linea.
Ritornando alla lotta al mal costume, il Sig. Sindaco non si è reso conto che al Comune vi sono taluni collaboratori (fra cui alti funzionari ff) che si arrogano di un’autorità fuori luogo e illegale, prediligendo il sadico gusto di vessare tanti cittadini onesti. Taluni di questi funzionari (ignari o irresponsabilmente consapevoli della propria responsabilità oggettiva), in barba alla riforma Bassanini fanno firmare atti e documenti ai subalterni, oppure “omettono” di dare giuste risposte, a norma di legge. Allora: sono proprio questi i collaboratori con cui il Sindaco Susino vuole sconfiggere l’illegalità?
Il mal costume si annida anche quando si permette a taluni cittadini di fare quello che si vuole con la più completa anarchia, anche chiudere una pubblica strada, ovvero irrigare le serre con l’acqua dell’acquedotto comunale.
Illegalità è anche quella irrituale abitudine degli uffici comunali nel chiedere le autorizzazioni a posteriori, cioè subito dopo aver eseguito i lavori: l’uso di uno scavatore, dopo aver modificato lo stato dei luoghi della sorgiva di Micenci; lo scarico a mare delle acque bianche della costruenda zona artigianale di Donnalucata, dopo aver realizzato la posa della condotta.
A proposito di Micenci: cosa è successo veramente?
A proposito di zona artigianale a Donnalucata mi chiedo:
se per questa opera incompiuta (condotta acque bianche senza sbocco) come attualmente è, si configura il danno erariale per errore progettuale;
che controlli effettua l’ente erogatore dei fondi ex insicem sulla conformità a norma di legge riguardo la realizzazione delle opere di urbanizzazione della zona artigianale di Donnalucata;
che fine hanno fatto tutti gli ambientalisti ed il comitato che hanno impedito la sistemazione e la messa in sicurezza del porticciolo di Donnalucata;
quanti lotti artigianale verranno realizzati … o…. quanti lotti otterranno il cambio di destinazione urbanistica (Modica docet).
Ai posteri l’ardua sentenza.
Angelo Carnemolla
archi
Ma a cosa serve dimettersi… per fortuna che tra qualche giorno speriamo il più presto possibile ci pensa la magistratura… Ovviamente a discapito di tutti noi cittadini, ma pazienza supereremo anche questa, l’importante è che la prossima volta che andiamo a votare, al posto di regalare voti a presunti amici che ci promettono chissà cosa, cerchiamo di ragionare e osservare con calma coloro che potranno essere le persone giuste da inserire all’interno di questo povero comune covo di speculatori che pensano solo agli affari propri e quelli dei loro amici…