Franco-Susinodi Carmelo Riccotti La Rocca

In un momento in cui in Italia non si sente altro che parlare di democrazia (la democrazia è in lutto – la democrazia è finita ecc ecc) si dovrebbe veramente iniziare a riflettere sul concetto per capire se i nostri governi, a partire proprio dalle comunità locali, tengano realmente conto di questo principio cardine della costituzione italiana. Senza stare a perdersi troppo nella teoria, la domanda che mi pongo è la seguente: questo principio è davvero adottato e rispettato?

Per cercare di dare una risposta ho pensato alla situazione politico-amministrava che si è venuta a creare a Scicli dove orami c’è una maggioranza virtuale e non reale. Il consiglio comunale è la massima espressione del voto popolare, di quel principio di sussidiarietà del quale tanto si parla, ma troppo spesso solo per riempirsi la bocca. Ebbene, andando subito al nodo della questione, due giorni fa il consiglio, con una netta maggioranza di 9 a 3, ha letteralmente sfiduciato il sindaco e la sua giunta comunale. Ora non dico che l’indomani Susino avrebbe dovuto fare le valigie e andarsene, ma la cosa che più stranizza è l’indifferenza del primo cittadino a questo documento così importante per la vita politica della città. Il sindaco dovrebbe rendere conto al consiglio e ai cittadini della situazione che si è venuta a creare in consiglio: perchè i consiglieri che lo appoggiano lasciano sempre l’aula? perchè solo in tre hanno detto no alla sfiducia? perchè non si riesce a nominare l’assessore? Evidentemente ci sono degli equilibri politici che non conosciamo che frenano l’attività amministrativa, ma sarebbe ora di capire realmente come stanno le cose. Nei prossimi mesi il sindaco sarà tutelato da un decreto regionale che vieta la sfiducia prima dei due anni di attività, ma dopo cosa succederà? Continuando così non si farà altro che allungare l’agonia, cosa che non farebbe certo bene al paese. In alternativa il primo cittadino potrebbe resettare tutto, riaprire un dialogo con tutte le altre forze politiche e vedere se ci sono i presupposti per andare avanti. Ci sono momenti in cui bisogna prendere atto delle situazioni e muoversi di conseguenza, o si avvia un cammino coraggioso (anche controcorrente)  o altrimenti non ha senso essere in balia di un onda che non si sa dove porterà, ma una cosa la deve sempre tenere presente: bisogna sempre dare conto ai cittadini e al consiglio che è la massima espressione del voto popolare.