Scicli – Come stiamo messi a democrazia?
- 28 Novembre 2013 - 10:35
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In un momento in cui in Italia non si sente altro che parlare di democrazia (la democrazia è in lutto – la democrazia è finita ecc ecc) si dovrebbe veramente iniziare a riflettere sul concetto per capire se i nostri governi, a partire proprio dalle comunità locali, tengano realmente conto di questo principio cardine della costituzione italiana. Senza stare a perdersi troppo nella teoria, la domanda che mi pongo è la seguente: questo principio è davvero adottato e rispettato?
Per cercare di dare una risposta ho pensato alla situazione politico-amministrava che si è venuta a creare a Scicli dove orami c’è una maggioranza virtuale e non reale. Il consiglio comunale è la massima espressione del voto popolare, di quel principio di sussidiarietà del quale tanto si parla, ma troppo spesso solo per riempirsi la bocca. Ebbene, andando subito al nodo della questione, due giorni fa il consiglio, con una netta maggioranza di 9 a 3, ha letteralmente sfiduciato il sindaco e la sua giunta comunale. Ora non dico che l’indomani Susino avrebbe dovuto fare le valigie e andarsene, ma la cosa che più stranizza è l’indifferenza del primo cittadino a questo documento così importante per la vita politica della città. Il sindaco dovrebbe rendere conto al consiglio e ai cittadini della situazione che si è venuta a creare in consiglio: perchè i consiglieri che lo appoggiano lasciano sempre l’aula? perchè solo in tre hanno detto no alla sfiducia? perchè non si riesce a nominare l’assessore? Evidentemente ci sono degli equilibri politici che non conosciamo che frenano l’attività amministrativa, ma sarebbe ora di capire realmente come stanno le cose. Nei prossimi mesi il sindaco sarà tutelato da un decreto regionale che vieta la sfiducia prima dei due anni di attività, ma dopo cosa succederà? Continuando così non si farà altro che allungare l’agonia, cosa che non farebbe certo bene al paese. In alternativa il primo cittadino potrebbe resettare tutto, riaprire un dialogo con tutte le altre forze politiche e vedere se ci sono i presupposti per andare avanti. Ci sono momenti in cui bisogna prendere atto delle situazioni e muoversi di conseguenza, o si avvia un cammino coraggioso (anche controcorrente) o altrimenti non ha senso essere in balia di un onda che non si sa dove porterà, ma una cosa la deve sempre tenere presente: bisogna sempre dare conto ai cittadini e al consiglio che è la massima espressione del voto popolare.
Willyam
Gentile Direttore, Ella asserisce dei concetti semplici che sono condivisibili e percorribili per il bene della città. Tuttavia, manca la volontà da parte del primo cittadino -non c’è più sordo di chi non vuol sentire- per ritrovare la ‘diritta via’ che s’era smarrita. Al fine di poter dare una svolta all’attività politico-amministrativa del Palazzo Comunale che ha assolutamente bisogno di rinnovarsi. E’ il vecchiume che scoccia, carissimo direttore, e questo lo si evince dal fatto che il Sindaco preferisce continuare a brancolare nel buio più totale, – politicamente parlando – pur di non assumersi le proprie responsabilità. La via maestra è quella che esplicita Ella direttore, -anche se a dire il vero, al Sindaco è stato suggerito centinaia di volte di resettare tutto e, aprire una nuova stagione dell’impegno politico. Per fare ciò ci vuole autorevolezza, ed essere autorevoli vuol dire prendere delle decisioni, piaccia o non piaccia. E, l’autorevolezza, ahinoi, non è un bene che si acquista al mercato! Se dicessi che siamo entrati nell’era del rigore – e questo non lo ha capito nessuno degli amministratori – per quanto riguarda i conti comunali, forse, dico forse, mi prenderebbero tutti per pazzo. Cordialità, Willyam