La vertenza Acif non è risolta anzi, continua a minacciare Scicli. È l’incipit di una lettera inviata dal Comitato per la tutela della salute e dell’ambiente agli amministratori e ai consiglieri comunali perché si sfruttino le frecce rimaste nell’arco per eliminare definitivamente la possibilità che la piattaforma per rifiuti pericolosi e non autorizzata dalla Regione in contrada Cuturi, possa nascere. Il Comitato racchiude in 7 punti le azioni imprescindibili che amministratori e consiglieri dovrebbero intraprendere per evitare la minaccia.




“Si tratta- si ricorda nella nota a firma della presidente del Comitato Tiziana Cicero- di uno stabilimento la cui valutazione di Impatto Ambientale (VIA) era stata approvata dalla Regione Siciliana, pur prevedendo uno scarico dei reflui in pozzi disperdenti, ipotesi del tutto vietata dalla norma.  Né tranquillizza la modifica alla quale la ditta è stata costretta dalle osservazioni dell’Arpa di Ragusa, modifica che prevede lo scarico dei reflui del petrolchimico nel torrente che attraversa l’abitato, lambisce l’ospedale, sfocia in una spiaggia sabbiosa al centro della costa turistica sciclitana, come se i fatti di Gela e dell’area Augusta – Priolo – Melilli non avessero insegnato nulla.  Il Comitato definisce poi ambiguo e inaccettabile il provvedimento regionale intervenuto nel sancire il cambio di destinazione urbanistica dell’area del Parco Truncafila – San Biagio – Cuturi, destinandola a “zona agricola di particolare pregio naturalistico e ambientale- E1”, ma stralciando proprio l’area di Contrada Cuturi, “che- scrivono- qualcuno pretende di industrializzare”. Da qui l’invito all’amministrazione di partecipare ad adiuvantum al procedimento avviato nel 2016 innanzi al TAR da Legambiente Sicilia, nonché da altre Associazioni e cittadini di Scicli. Il Comitato chiede poi alla Giunta Giannone di opporsi al procedimento al Tar intentato dall’Acif contro il provvedimento di diniego a costruire in sanatoria emesso dall’Ufficio Tecnico Comunale di Scicli e, ancora, di dare seguito all’ordinanza di demolizione in seguito agli abusivismi rilevati.




(fonte: la sicilia)