C’è una parola che ricorre spesso negli atti di questa inchiesta: petrolio.

Di petrolio si occupa, ad esempio, il Campo VEGA, la più grande piattaforma realizzata nell’off-shore italiano, di proprietà al 60% di Edison Spa e al 40% di ENI Spa, ubicata – com’è noto – a largo di Pozzallo (RG).

Ed è proprio a proposito del giacimento VEGA che questa Commissione, nella relazione conclusiva sul ciclo dei rifiuti in Sicilia, aveva paventato un possibile collegamento con l’iniziativa imprenditoriale dell’A.CI.F. che aveva portato al rilascio dell’A.I.A. n. 218/2016:

“…è il 2008, l’A.CI.F. viene incaricata dalla piattaforma petrolifera VEGA… di trasportare i residui delle estrazioni presso un apposito impianto autorizzato al trattamento. Nello stesso anno, l’A.CI.F. attrezza una propria struttura in contrada Cuturi riadattando un ex pollaio; l’attività primaria si estende: ai rifiuti “non pericolosi” si aggiungono anche quelli “pericolosi”. È il primo passo verso le autorizzazioni al nuovo impianto.

[…]

Vale la pena rileggere un passaggio della relazione che il Comitato di Scicli ha consegnato a questa Commissione:




‘Perché proporre accuse così gravi che non potevano reggere – e non hanno retto – allo scrutinio valutativo del giudice penale? Allo stato non ci sono risposte. E’ però doveroso – proprio in considerazione della conclamata forzatura rimarcata nella sentenza – porsi l’antico quesito, cui prodest? e ricercare l’evento di particolare rilevanza che non si sarebbe verificato se non ci fosse stato lo scioglimento del Consiglio e il successivo governo commissariale. Orbene, quell’evento sembrerebbe essere, quasi certamente, il via libera all’ampliamento dell’impianto A.CI.F., un business milionario ma soprattutto la soluzione per gestire i problemi derivanti dall’estrazione e dalla lavorazione del petrolio’.

Valutazioni preoccupanti perché propongono uno scenario in cui il contesto di convenienza non riguarda solo l’A.CI.F. ma si estende a tutti i soggetti interessati allo smaltimento dei rifiuti petroliferi della piattaforma Vega”.

Ci si è soffermati, in altri termini, sulla possibilità che il progetto di ampliamento presentato dall’impresa sciclitana potesse essere in un qualche modo funzionale alle esigenze della piattaforma VEGA e alle opportunità di mercato che in quel dato momento offriva.

Campo VEGA che, nel periodo coevo agli avvenimenti qui esposti in rassegna, affronta uno dei momenti più frenetici della propria esistenza:

– un processo penale nei confronti di alcuni manager per traffico illecito di rifiuti – cominciato dinanzi il Tribunale di Modica (il procedimento è del 2007, ndr) e ripartito da zero, a seguito della chiusura di questo (nel 2012, ndr), presso quello di Ragusa – conclusosi, nel maggio 2016, con l’estinzione per intervenuta prescrizione dei reati contestati agli imputati;

– la domanda di proroga della concessione decennale di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi a mare “C.C6.E0”, che il Ministero dello Sviluppo Economico concederà nel novembre 2015 (con decorrenza dal 28.12.2012 fino al 28.12.2022) nonostante la pendenza del sopra richiamato procedimento penale;

– un progetto per la realizzazione di una nuova piattaforma. Ed è proprio da qui che bisogna partire.

Vale la pena infatti ricordare che, nel momento in cui l’A.CI.F. presenta la propria documentazione sul tavolo dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, è pendente dinanzi il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare l’istanza presentata nel luglio 2012 dall’EDISON Spa per il raddoppio, della piattaforma (la cosiddetta “VEGA B”).  Tale progetto di sviluppo, come abbiamo accennato in premessa, verrà fortemente avversato dall’amministrazione Susino, che all’epoca muoveva i suoi primi passi (settembre 2012. Ironia della sorte, il semaforo verde da parte del Ministero arriverà qualche settimana prima dello scioglimento del Comune di Scicli, il 6 aprile 2015.

Un rapporto, quello tra l’A.CI.F. e la piattaforma VEGA, che la presidente del circolo Legambiente “Kiafura” di Scicli rintraccia in due specifiche evidenze:

FAVA, presidente della Commissione.  Senta, il legame fudnzionale che esisteva tra questa piattaforma di smaltimento dei rifiuti e la filiera del petrolio legata alla piattaforma Vega venne fuori in modo chiaro, conclamato, quando ve ne accorgeste?

GAMBUZZA, presidente Legambiente Scicli. Sì… nei codici allora dichiarati, ovviamente ci sono i codici anche per trattamento di rifiuti petroliferi… le evidenze sono che ci sono dei preventivi di A.CI.F. rilasciati proprio alla piattaforma Vega, quindi il collegamento è questo.

Legame smentito con forza dal titolare della ditta, il signor Giovanni Fiorilla, nella memoria trasmessaci dal suo legale, l’avvocato Daniela Coria.

“Il vero è che la A.CI.F non ha mai intrattenuto rapporti, a qualsiasi titolo, con Edison o Eni e, nella pratica, direttamente con la piattaforma VEGA. La A.CI.F ha ricevuto sempre, fin dall’inizio, gli incarichi di trasporto dei rifiuti dalle varie agenzie marittime grazie alla conoscenza personale del Fiorilla con i titolari e/o amministratori delle dette agenzie (molte delle quali operanti da lunghissimo tempo nell’area portuale di Pozzallo). (…)

Dal 2008 fino all’ottenimento dell’autorizzazione provinciale “in semplificata”, l’attività svolta dall’A.CI.F. è stata esclusivamente il trasporto dei rifiuti che, di volta in volta, veniva commissionato dalle predette agenzie del settore, rifiuti che venivano scaricati da rimorchi provenienti dalla piattaforma. Si trattava, per lo più, di rifiuti alimentari, rifiuti non pericolosi (carta, cartone, plastica) e solo a far tempo dal 2010 anche di pochi codici di rifiuti pericolosi. Dopo il 2010 la A.CI.F. intraprese rapporti con la “Tea Shipping S.r.l.” (con sede in Milano società proprietaria del rimorchio F.S.O. Leonis) consistenti nel rapporto di RSU (alimentari) e alcuni rifiuti pericolosi e non (…)

Successivamente, operando nel settore, è fisiologico che la società venisse a conoscenza della possibilità di ampliare la sua attività (dal semplice trasporto e smaltimento di pochi codici alla realizzazione di un impianto di smaltimento e riciclo dei rifiuti) accedendo a finanziamenti pubblici. Da qui la decisione di progettare un impianto di smaltimento e riciclo; da qui la decisione di richiedere l’autorizzazione regionale accedendo al finanziamento previsto dalla legge per la realizzazione di impianti del genere.

Anche Fiorilla, nel corso della sua audizione, ha escluso che l’idea dell’ampliamento gli sia stata suggerita o che si sia resa necessaria sulla base di esigenze “terze”:

FAVA, presidente della Commissione. Ci può dire come accade che ci sia stata questa decisione imprenditoriale assai più vasta: ci fu una proposta che arrivò da altri soggetti? Fu sollecitata?

FIORILLA. Guardi, ho conosciuto il progettista, l’ingegnere Colella e ha curato lui tutta questa pratica, dopo la semplificata che aveva dei codici ridotti in ordinaria, poi, aumentavano le tonnellate per potere lavorare.

FAVA, presidente della Commissione. Ma era soltanto un’intuizione dell’ingegnere Colella o, parlandone, l’ingegnere le avrà detto: “io so che se ci sarà questo impianto lei potrà lavorare anche con la piattaforma VEGA…”

FIORILLA. No, l’ingegnere della piattaforma VEGA non ne sapeva assolutamente nulla…

FAVA, presidente della Commissione. Quindi se dobbiamo indicare una persona che ha avuto, diciamo, l’intuizione di farla impegnare in questa avventura è l’ingegnere Colella…

FIORILLA. Sì.

FAVA, presidente della Commissione. …che le disse chiediamo l’A.I.A. per lavorare i residui della piattaforma?

FIORILLA. No, con la semplificata no. Erano gli uffici, perché la semplificata poco, anche l’ufficio della Provincia dice che dopo la semplificata si può fare l’ordinaria per avere più quantitativi da lavorare.

Nessun nesso, insomma. Secondo il titolare dell’A.CI.F. si è trattato solo di una semplice intuizione del suo consulente, l’ingegnere Antonio Colella, incentivata dallo zelo degli uffici compenti: “dopo la semplificata si può fare l’ordinaria”.

“Intuizione” che, a quanto pare, sta anche alla base della richiesta di finanziamento che l’A.CI.F. rivolge al MISE nel marzo del 2014ossia un anno prima della presentazione del progetto di ampliamento. Il finanziamento verrà concesso nel giugno dello stesso anno.

FIORILLA. C’era un bando di macchinari innovativi. Abbiamo partecipato e quindi il MISE ha dato dei soldi in un conto vincolato, con il 25% io con un prestito, e il 75% il Ministero, in un conto vincolato alla Banca San Paolo.

È opportuno sottolineare come la vicenda del finanziamento sia stata ricorrentemente richiamata dai soggetti auditi nell’ambito di questa inchiesta:

ANTOCI, direttore della struttura territoriale di Ragusa ARPA Sicilia.  La ditta nel momento in cui riscontrava e diceva: “speriamo di avere superato tutte le vostre e vi ricordiamo che c’è un finanziamento corrente e non vorremmo perderlo”.

[…]

PATELLA, già dirigente presso il Servizio 7 del dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti. Ha sempre cercato (l’A.CI.F., ndr) di dire: “sbrigatevi abbiamo un finanziamento” … io questo qui me lo ricordo che avevano un finanziamento che rischiavano di perdere.

[…]

GAMBUZZA, presidente Legambiente Scicli. Noi facemmo un accesso agli atti proprio al Ministero, tramite anche il supporto di Legambiente nazionale… dopo un nostro accesso agli atti al Genio civile nel 2018 avevamo rilevato che c’erano dei presunti abusi edilizi poi confermati dal Genio Civile e dal Comune, che sono stati convalidati con ordinanze di demolizione dei fabbricati dello stabilimento. E quindi ci siamo chiesti come fosse possibile che l’A.CI.F. avesse potuto ottenere un finanziamento con uno stabilimento praticamente abusivo, presentando delle autocertificazioni che certificavano delle cose che non rispondevano…

FAVA, presidente della Commissione. Quale fu la risposta del MISE?

GAMBUZZA, presidente Legambiente Scicli. Il MISE non ci rispose su questa attività.

È storia che il MISE, a fronte del mancato pagamento delle rate dovute da parte dell’A.CI.F., ha provveduto – nel gennaio 2018– alla revoca della quota di sovvenzione rimborsabile pari a € 872.094.30

E sul punto è altrettanto “agli atti” il silenzio del dicastero di via Molise rispetto a puntali quesiti – vertenti, segnatamente, sul contenuto delle autocertificazioni di conformità urbanistica prodotte dall’A.CI.F. – posti da alcuni deputati della Camera nel corpo di interrogazioni, antecedente successive alla revoca, il cui stato iter riporta alla data odierna ancora la dicitura “in corso”.

Ma torniamo, ora, ai rapporti con la T.E.A. SHIPPING S.r.l., società che è stata armatrice della FSO Leonis, la nave cisterna adibita a serbatoio galleggiante della piattaforma “VEGA A” per lo stoccaggio dell’olio estratto, il signor Fiorilla – sempre nella sua memoria – ha chiarito che:

Il rapporto con la Tea Shipping S.r.l.  durava meno di tre anni e si concludeva nel modo sicuramente più svantaggioso per l’A.CI.F. Dal 2010 al 2013 infatti, salvo esigui acconti (che non avevano consentito alla società nemmeno di coprire le spese sostenute), la Tea Shipping ometteva di pagare le prestazioni ricevute costringendo la A.CI.F. ad adire il giudice civile per ottenere un decreto ingiuntivo per €. 362.564,35. Costretta da un’opposizione a tale provvedimento monitorio, la società, per recuperare in tempi brevi il credito, doveva pure accettare di sottoscrivere un atto transattivo che, a fronte della predetta non indifferente somma, quantificava il credito in €. 200.000,00, da corrispondersi in otto soluzioni mensili, modalità che praticamente vanificava il vantaggio della transazione.

Ne deriva che le voci di un “segreto sostegno” (o peggio ancora dell’esistenza di un potente socio occulto identificato in atti giudiziari – S.I.T. Maria Teresa Iurato consigliere comunale – con Minardo Rosario) risultano del tutto infondate.

Fiorilla, insomma, nega qualsivoglia coinvolgimento dei Minardo e, segnatamente, di Minardo Rosario, nella sua business idea. Restava da capire in quale contesto investigativo fossero state rese le dichiarazioni della consigliera Resi Iurato, riportate nella più volte citata memoria.

FAVA, presidente della Commissione.  Abbiamo ricevuto una memoria da parte di Giovanni Fiorilla che fa riferimento ad una sua dichiarazione davanti all’Autorità giudiziaria sulla ipotesi che dietro l’A.CI.F. ci sia un socio occulto. In questo caso in quella dichiarazione lei identificava il socio occulto nella persona di Rosario Minardo…

IURATO, consigliere comunale del comune di Scicli. Io sono stata contattata, appunto, per questa deposizione sempre in quel periodo… ricordo che mi hanno chiesto di andare in un’abitazione privata.

FAVA, presidente della Commissione. Chi gliel’ha chiesto?

IURATO, consigliere comunale del comune di Scicli (RG).  Sto cercando di ricordare. Non mi ricordo se fosse la Guardia di Finanza…

FAVA, presidente della Commissione. Ufficiali di polizia giudiziaria, diciamo.

IURATO, consigliere comunale del comune di Scicli (RG). Polizia giudiziaria, sì. Io sono stata contattata telefonicamente, mi hanno chiesto di fare questa deposizione e mi hanno dato appuntamento in una casa privata che poi era la casa della presidente di Legambiente, Alessia Gambuzza, e quindi mi sono recata a casa sua e lì abbiamo scritto questa deposizione. (…) Mi hanno chiesto, visto che lei ha fatto il sopralluogo all’A.CI.F., che poi era stato reso pubblico da me stessa in questa intervista, volevano che io facessi la deposizione di quello che avevo visto là.

DE LUCA, componente della Commissione. Il N.O.E.?

IURATO, consigliere comunale del comune di Scicli (RG). Sì, il N.O.E., forse sì… Abbiamo scritto praticamente quello che io avevo detto nell’intervista, abbiamo scritto tutto quello che io ho visto all’A.CI.F., perché sembra che alla fine nessuno fosse andato a fare un sopraluogo all’A.CI.F., quindi nessuno sapeva cosa c’era dentro. (…) Riguardo a Minardo, l’idea che noi ci siamo fatti è che essendo di Minardo la nave di appoggio alla piattaforma petrolifera, ci fosse la necessità di una piattaforma a terra che lavorasse i rifiuti del petrolio che questa nave raccoglieva. Voglio dire, questo mi sembra un pensiero abbastanza semplice…

FAVA, presidente della Commissione. Ecco, ma questo ragionamento come portava a Minardo? Perché lui era proprietario con la “Tea Shipping S.r.l.?

IURATO, consigliere comunale del comune di Scicli (RG). Sì, perché la proprietà di quella nave è di Minardo e poi nel paese si conoscono le amicizie che hanno le persone. A me è stato detto che il prof. Mineo era legato a Minardo, che Fiorilla era legato a Minardo…

Una modalità operativa, quella del N.O.E. [16], che è stata confermata anche dal professor Schillaci, marito della dottoressa Gambuzza:

FAVA, presidente della Commissione. Ascoltando la consigliera Iurato, noi abbiamo appreso che è stata ascoltata dai Carabinieri del N.O.E., a proposito della visita che aveva fatto all’impianto A.CI.F., i Carabinieri del N.O.E. hanno chiesto di ascoltarla, non alla caserma dei Carabinieri, dove sarebbe stata cosa normale, ma un’abitazione privata perché quest’assunzione sommaria di informazioni, in quel momento, avevano deciso di farla in un’abitazione privata, in quel caso era l’abitazione della Presidente di Lega Ambiente. Perché? Come giustificarono il fatto, i N.O.E., di volere ascoltare eventuali testimoni, non, diciamo, nel luogo istituzionale, normale, cioè la Caserma dei Carabinieri, ma in un’abitazione privata. Ve lo spiegarono? Glielo avete chiesto in quella occasione, perché qui e non in Caserma?

SCHILLACI, consigliere del Comitato di volontariato per la tutela della salute e dell’ambiente del territorio di Scicli. No, diciamo… Premetto che il giorno, quel giorno lì, io giusto caso ero a Catania, all’Università. Non c’ero personalmente, però, so per certo che questa cosa è avvenuta, sono in grado di saperlo per certo. Una cosa che non ci siamo mai spiegati, che ci ha sempre lasciati un po’ perplessi, molto perplessi…

FAVA, presidente della Commissione. Certo.

SCHILLACI, consigliere del Comitato di volontariato per la tutela della salute e dell’ambiente del territorio di Scicli. Pensavamo, però, magari, essendo un corpo speciale si comporta in maniera speciale.

Un altro passaggio opaco della vicenda.

Nel merito della vicenda abbiamo voluto sentire anche l’altra parte. Ecco cosa ci dice il signor Raimondo Minardo che tra il marzo 2012 e l’aprile 2013 ha ricoperto i ruoli di amministratore unico, prima, e di presidente del consiglio di amministrazione, dopo, della citata società T.E.A. Shipping:

MINARDO. Io sono stato incaricato amministratore nel marzo 2012… L’ordine dell’A.CI.F. è prima, è stato fatto a gennaio…

FAVA, presidente della Commissione. Quindi per quale ragione fu scelta proprio l’A.CI.F.?

MINARDO. Non è un contratto che ho fatto io… io mi sono trovato quest’ordine che ho contestato, comunque.

FAVA, presidente della Commissione. Lo ha contestato perché?

MINARDO. Perché il prezzo, in base alle indagini di mercato, era un po’ esoso. Tant’è vero che si è chiuso…

FAVA, presidente della Commissione. E rapporti da parte della sua famiglia con il proprietario dell’A.CI.F., il signor Fiorilla, alla luce di questo accordo che c’era tra l’A.CI.F. e la Tea Shipping?

MINARDO. Completamente, nessun rapporto. Oltre a questo non so.

Veniamo dunque ai punti di contatto tra la governance della piattaforma VEGA e l’amministrazione comunale sciclitana.

Non c’è soltanto la vicenda del “no” al progetto di raddoppiamento espresso da Susino in seno alla conferenza dei servizi del 24 settembre 2012 (e ribadito l’indomani dal consiglio comunale). C’è un altro episodio significativo. Il 23 maggio 2014 i militari della Guardia di Finanza della Sezione Operativa navale di Siracusa effettuano un accesso presso la piattaforma VEGA al fine di verificare l’adempimento delle disposizioni ai fini del pagamento di ICI, IMU e TARSU, nonché la regolarità della concessione dell’area demaniale occupata dalla piattaforma VEGA A.

Una notizia, quella dell’accertamento, che – dopo essere stata, prima, solo un “sentito dire” per il viceprefetto Trombadore – giunge all’attenzione della commissione straordinaria:

TROMBADORE, già commissario straordinario del comune di Scicli. Anche questa era una notizia che circolava, che c’erano degli accertamenti in corso, ma non fu formalizzata durante il mio commissariamento. Si diceva da tempo che c’era questa possibilità, che sarebbe stata un’ottima occasione per avere finalmente ossigeno per le casse comunali, però, ripeto, durante il breve periodo di tre mesi non è arrivata nessuna formalizzazione.

[…]

D’ERBA, già commissario prefettizio del comune di Scicli. Sulla piattaforma petrolifera c’è stata un’attività molto intensa da parte della Commissione e anche da parte di uno degli esperti che ci ha sostenuto e anche degli uffici, devo dire, del Comune, perché sulla piattaforma sono stati messi avvisi di accertamento per diversi milioni di euro, relativamente ad ICI ed a IMU sorte negli anni pregressi al nostro insediamento ma che, comunque, erano ancora esigibili.

Il 28 luglio 2015, il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Ragusa eleverà un salatissimo verbale nei confronti dell’EDISON e dell’ENI, proprietarie della VEGA. Il verbalizzante, quasi fosse uno strano gioco del destino, era uno dei tre componenti della commissione d’accesso (la cui attività, lo ricordiamo, si era conclusa il 20 gennaio dello stesso anno), il maggiore (all’epoca ancora capitano) Salvatore Cannizzo:

CANNIZZO, già componente della commissione d’indagine per lo scioglimento del comune di Scicli.  Contesterò 11 milioni di euro che, poi, sono stati transati dal comune di Scicli. E dopo aver lasciato il Corpo, mi si dirà, una fonte, che ci sia stata un poco di confusione…

FAVA, presidente della Commissione. Confusione in che senso? Ci aiuti a capire.

CANNIZZO, già componente della commissione d’indagine per lo scioglimento del comune di Scicli. Si è arrivati ad una transazione, benissimo. In questa transazione, una fonte informativa mi dirà che ci fu confusione al Comune per la determinazione della cifra…

FAVA, presidente della Commissione. Ma che vuol dire confusione?

CANNIZZO, già componente della commissione d’indagine per lo scioglimento del comune di Scicli. Confusione, che c’è stato un qualcosa che ha fatto sì che al Comune si arrivasse ad una somma …

FAVA, presidente della Commissione. Ci sono state pressioni perché si arrivasse ad una somma più bassa?

CANNIZZO, già componente della commissione d’indagine per lo scioglimento del comune di Scicli. Ad una somma quanto più bassa possibile.

FAVA, presidente della Commissione. E da parte di chi arrivavano queste pressioni?

CANNIZZO, già componente della commissione d’indagine per lo scioglimento del comune di Scicli. Da parte di ambienti sciclitani, di professionisti…

La contestazione complessiva in effetti sarebbe ammontata, così come riportato dalla stampa[19], a 53 milioni di euro. Sull’accordo transattivo, consacrato con deliberazione della Giunta comunale nel gennaio del 2019[20], abbiamo chiesto lumi al sindaco Giannone:

FAVA, presidente della Commissione. Sulla piattaforma Vega, voi siete passati dall’ammontare determinato dalla Guardia di Finanza di 53 milioni ad un accordo transattivo di 11 milioni. Lo giudica un buon accordo?

GIANNONE, sindaco del comune di Scicli. Guardi, sì, su questo c’era l’ammontare a cui faceva lei riferimento, quello iniziale, che però doveva essere abbattuto di più della metà sulla base delle sentenze della Corte riguardanti gli interessi e quant’altro. Noi ci siamo affidati ad un legale, uno specialista di questa materia… e l’ipotesi finale è frutto di una lunga discussione in cui le parti, cioè Eni-Edison e il Comune, erano molto, molto distanti tra di loro…

Fin qui i fatti. Che ci confermano come i destini dell’A.CI.F., della piattaforma off-shore VEGA e dell’amministrazione comunale di Scicli siano stati a lungo intrecciati nelle fasi immediatamente precedenti e successive allo scioglimento.

È lecito domandarsi fino a che punto gli interessi connessi alla filiera del petrolio possono aver inciso sull’evoluzione delle vicende che abbiamo finora raccontato.

Un contributo di riflessione lo ha offerto l’onorevole Giorgio Assenza, componente di questa Commissione, durante la sua audizione:

ASSENZA, onorevole. Un’altra persona, di cui non posso dire il nome, mi venne a dire: “vedi, dietro ci sono interessi… parliamo di decine di migliaia di euro” e si accennò in parte al discorso degli scarti petroliferi delle lavorazioni, della piattaforma e di quant’altro… io non ho riscontro su questo… si accennò anche un interesse di gruppi di fuori Regione per smaltire rifiuti di altre Regioni… si accennava alla terra dei fuochi, era quello il periodo…

Considerazioni che vanno accostate a quelle del sindaco Giannone:

GIANNONE, sindaco del comune di Scicli.  Da quello che mi dicono che la piattaforma (VEGA) produca rifiuti in maniera considerevole… io credo che questo impianto (l’A.CI.F. ndr.), se si fosse sviluppato con quelle quantità progettate, doveva e poteva essere il luogo in cui conferire più che in altre parti, insomma su questo credo che non ci siano dubbi…

C’è però chi è convinto che il vero casus belli della vicenda che qui stiamo trattando  riguardi non tanto il progetto imprenditoriale dell’A.CI.F. quanto le mire espansionistiche del cosiddetto “partito delle discariche”, il cui obiettivo era la cava di argilla insistente nell’area di Truncafila (cui abbiamo già accennato nel trattare la delibera n.5 del Consiglio Comunale del 19 gennaio 2015,  la cui finalità – lo ricordiamo – era quella di tutelare l’intera zona circostante il parco extraurbano).

Lo scrive a chiare lettere il legale dei consiglieri che impugnarono il provvedimento di scioglimento, l’avvocato Iacono, nel corpo di una memoria che aveva depositato agli atti di questa Commissione nell’ambito dell’inchiesta sul ciclo dei rifiuti:

La chiave di lettura ha un nome (rectius: un toponimo) “Truncafila”. Si tratta di una contrada del Comune di Scicli, che dista circa 4 Km dal centro abitato, dove insiste una grande cava di argilla dismessa all’interno di una vasta area tutta di argilla… per caratteristiche morfologiche e geologiche, può essere destinata a ricevere milioni di tonnellate di rifiuti e con investimenti modesti… Tra la fine del 2011 e gli inizi del 2012 il sito Truncafila è stato oggetto di attenzione dalla Agenzia Regionale per i rifiuti.

Proprio nel settembre 2013, nei giorni della perquisizione (e dell’accesso da parte di personale dell’AISI nello SDI) vengono avviate le procedure per una variante urbanistica che avrebbe impedito, se approvata, l’utilizzo dell’area di Truncafila come discarica. (…)

La questione “Truncafila” rimane, pertanto, tutta interna all’affare del ciclo dei rifiuti in Sicilia e del sistema di potere, di affari, di commistioni tra imprenditori interessati, politici, pezzi delle istituzioni, media, che nei mesi e negli anni che seguirono venne messo alla luce della c.d. “inchiesta Montante”. È venuta fuori l’esistenza di un vero e proprio “partito delle discariche” che faceva riferimento all’imprenditore Catanzaro, definito da molti “il re delle discariche in Sicilia”, uomo di riferimento del Montante, epigono della c.d. “nuova antimafia”. (…) È all’interno di questo “sistema” che va letto l’intervento, altrimenti inspiegabile, del senatore Lumia con riferimento allo scioglimento del Comune di Scicli.

Quel parco non s’ha da fare, insomma.

Dello stesso avviso sono anche il titolare dell’A.CI.F., il signor Giovanni Fiorilla, ed il suo legale, Daniela Coria. Lo mettono per iscritto in memoriae lo riaffermano dinanzi la Commissione:

FAVA, presidente della Commissione. A pagina sette della memoria che ci avete mandato: ci suggerite che si sarebbe dovuto indagare sul nesso che collegava la volontà politica-amministrativa del Comune di Scicli di procedere finalmente e concretamente alla realizzazione del parco extraurbano di Truncafila, sostenendo in sostanza che era la variante del piano regolatore per la realizzazione di questo parco extraurbano la ragione per cui alla fine la vicenda esplode con la conseguenza poi dello scioglimento del comune. Scrivete: “nel 2014/2015 esisteva un partito delle discariche che vedeva tra i suoi componenti medesimi componenti del partito dello scioglimento del Consiglio comunale di Scicli”. Ecco signor Fiorilla, ce la può spiegare questa cosa?

FIORILLA. Guardi, io proprio no, però sono andati così i fatti…

FAVA, presidente della Commissione. Lo spiega il suo avvocato, magari…

CORIA, avvocato. La realizzazione del parco di Truncafila era chiaramente avversata da molti… quelli erano proprio dei siti dove ci sarebbero state enormi discariche…  e diciamo che politicamente, io qui nella memoria mi riferivo ai nomi sia che sono emersi nella inchiesta Montante… sia ai nomi che poi furono protagonisti dello scioglimento e cioè mi riferisco all’onorevole che fece quella interrogazione, il senatore Lumia…

Sempre secondo l’avvocato del signor Fiorilla, la testa di Spanò sarebbe saltata proprio a causa del suo “attivismo” ai fini della realizzazione della tutela del parco di Truncafila:

CORIA, avvocato. L’ingegnere Spanò era – insomma, ci conosciamo tutti – uno dei tecnici che era molto interessato ed era attivo nella realizzazione del parco di Truncafila e questo, credo, desse fastidio a molti… a quelli che invece il parco di Truncafila non lo volevano.

Il primo ad avvertire la necessità di tutelare l’area di Truncafila era stato l’allora sindaco Giovanni Venticinque. Siamo nel 2010, la Giunta impartisce apposita direttiva al Capo VII Settore LL.PP di avviare tutte le procedure per la realizzazione del parco extraurbano. Ed è proprio l’ingegnere Spanò a spiegarci i retroscena di quella decisione:

SPANÒ, già capo dell’Ufficio tecnico del comune di Scicli. L’allarme intanto nasce da un vecchio studio a metà degli anni ’90 che l’ATO ha commissionato per individuare i siti potenzialmente idonei per ospitare la discarica comprensoriale. Da quello studio è emerso che il sito ideale potrebbe essere proprio cava Truncafila. Un altro motivo di allarme è stato quando si è discusso del Parco Nazionale degli Iblei, in quanto il comune di Scicli chiedeva l’ampliamento del perimetro e l’inserimento del territorio fino a tutelare l’area della cava Truncafila… Siamo nel 2010, ecco lì c’è stata una situazione per me anomala perché abbiamo presentato la nostra osservazione, la nostra ipotesi di ampliamento e abbiamo suscitato una reazione per me esagerata da parte del presidente della provincia, l’ingegnere Antoci…

Giovanni Venticinque – così come il suo successore – non porterà però a termine il suo mandato. Si dimetterà, infatti, a fine novembre 2011, congedandosi con poche righe:

“Il sottoscritto Venticinque Giovanni, sindaco pro tempore del Comune di Scicli, venute meno le condizioni politiche per espletare dignitosamente il mandato di governo della città, rassegna le dimissioni dalla carica di sindaco”.

Tuttavia, a distanza di quasi un anno, prende carta e penna e scrive una lunga lettera ai suoi concittadini:

“Voglio che i miei elettori, passati e futuri, sappiano il perché delle mie dimissioni da Sindaco di Scicli. Il motivo è presto detto: il quadro politico all’interno del quale ero costretto a esercitare la mia attività di Sindaco era manovrato dai cosiddetti “potenti”, al solo fine di rendere impossibile la gestione della città, in un balletto di potere totalmente fine a se stesso che non teneva minimamente conto dell’interesse dei cittadini. Mi sono battuto con tutte le mie forze affinché questo ridicolo gioco finisse, perché al centro dell’interesse di tutti, politici e amministratori, tornasse il benessere collettivo e non i privilegi personali, le prove di forza tra i componenti della coalizione o altre insensate logiche.”

Questa Commissione si è chiesta quali fossero i “potenti” additati dall’ex sindaco Venticinque e, soprattutto, se in qualche modo fossero collegati con il richiamato “partito delle discariche”. Una possibile ricostruzione su questo punto c’è stata offerta dal giornalista Carmelo Riccotti La Rocca:

RICCOTTI LA ROCCA, giornalista. L’idea che mi sono fatto è che Venticinque e chi ruotava intorno a lui possano essere la chiave di questa vicenda perché poi… il vicesindaco di Venticinque, Teo Gentile, che era candidato alle Regionali, disse che la sua sensazione era stata che quella Giunta fosse caduta per l’eccessiva volontà di voler tutelare Scicli dalla nascita di nuove discariche. In quel caso io sollecitai anche Gentile a chiarire quelle parole e lui mi disse che nel 2010 era arrivata al comune una richiesta da parte dell’Ufficio Rifiuti della Regione che chiedeva di conoscere le caratteristiche nei dettagli della cava di Truncafila e loro decisero in quel momento intanto di non rispondere a quella richiesta, perché dovevano sennò dire che si adattava perfettamente ad una nuova discarica, e poi iniziarono a lavorare per il parco extra-urbano per cercare di impedire che potessero nascere delle nuove discariche e, quindi, per tutelare l’intera area.

Per una migliore intelligenza riportiamo qui di seguito la dichiarazione cui fa riferimento Riccotti La Rocca, così come puntualizzata dal suo autore, l’ex vicesindaco Teo Gentile, nel 2017:

Confermo quanto detto nell’intervista e cioè che il mio sospetto è quello che la giunta Venticinque sia caduta per aver cercato di tutelare l’area di Truncafila con gli appositi vincoli… Nel mio intervento non ho mai parlato del coinvolgimento di nessuno, ma ho tenuto a precisare la mia posizione di contrarietà a qualsiasi forma di discarica che possa, in qualche modo, mutare la vocazione di Scicli sempre più proiettata verso lo sviluppo turistico.

Su tali circostanze abbiamo chiesto un commento all’ex sindaco Venticinque. Questa la sua risposta:

VENTICINQUE, ex sindaco del comune di Scicli (RG). Per quanto riguarda le dichiarazioni di Teo Gentile, dovete chiedere a lui e non a me… Io l’ho tutelata (Truncafila, ndr) per quello che potevo fare, per quello di cui avevamo competenza… Poi arriva una nota dalla Provincia a firma del Territorio e Ambiente, dove vociferava, essendo quella cava di Truncafila di un privato… che poteva abbancare rifiuti… Immediatamente ho chiamato l’ingegnere capo del Comune, gli ho fatto predisporre tutti gli atti affinché si applicassero tutte le regole per blindare quell’area interessata…

FAVA, presidente della Commissione. Qualcuno si è risentito?

VENTICINQUE, ex sindaco del comune di Scicli (RG).  Non lo so.

 

Questo è, invece, quello che ha aggiunto sul punto l’avvocato Gentile nel corso della sua audizione[29]:

GENTILE, ex vicesindaco del comune di Scicli (RG). C’è stato un momento in cui… abbiamo visto un interesse particolare per questo sito di Truncafila…  incominciò ad interessare in modo morboso e questo lo abbiamo evinto da una serie di richieste strane che pervenivano… all’ufficio tecnico, in cui l’Agenzia dei rifiuti, all’epoca, chiedeva informazioni non tanto sull’aspetto urbanistico della zona ma su quella che era la conformazione, quindi se c’era argilla, se c’era quant’altro. I rumors che incominciavano ad individuarsi anche nelle varie circostanze in cui a Palermo andavamo negli uffici preposti… ci fecero capire che c’era un interesse fortissimo a potere utilizzare quel sito come una mega discarica, che era contro quella che era la volontà politica che stava orientando l’amministrazione…

Sul punto, più significativo è il contributo offerto dall’ingegnere Spanò. I fatti si riferiscono alla Giunta Susino bis:

SPANÒ, già capo dell’Ufficio tecnico del comune di Scicli. Ci sono state delle interlocuzioni con la proprietà della cava… nel tentativo di trovare un accordo per la cessione (al comune, ndr.), perché era talmente alto l’allarme che l’amministrazione ipotizzava di acquisire l’area…

FAVA, presidente della Commissione. Cioè per metterla al sicuro pensavate di acquisirla.

SPANÒ, già capo dell’Ufficio tecnico del comune di Scicli. Si pensava di acquisirla, quindi il contatto con la ditta è stato avviato e vi è stato anche un incontro formale con l’amministrazione… Siamo in periodo Susino seconda fase, per intenderci. C’è stato un incontro con la proprietà, con il suo consulente tecnico che era sempre l’ingegnere Antoci – all’epoca non più presidente della Provincia – ed abbiamo avviato una interlocuzione per trovare un accordo e c’è da dire che in quella occasione la ditta proprietaria rappresentava che c’erano interessi di soggetti privati che chiedevano di avere ceduta l’area per l’utilizzo a discariche.

FAVA, presidente della Commissione. Vi dissero quali erano questi soggetti privati interessati?

SPANÒ, già capo dell’Ufficio tecnico del comune di Scicli.  Mi ricordo un nome che mi ha impressionato sentire, l’onorevole Saverio Romano… Ovviamente, noi ascoltavamo queste considerazioni, era il proprietario che parlava… non ha documentato nulla di ciò che diceva però per noi era talmente alta la preoccupazione che si cercava un accordo…

FAVA, presidente della Commissione. A proposito del nome che il proprietario della cava faceva, quello dell’onorevole Romano: a che titolo si sarebbe interessato per l’acquisizione di quest’area?

SPANÒ, già capo dell’Ufficio tecnico del comune di Scicli. C’erano anche dei contatti, oltre che con imprenditori, anche a livello di politici.

 

È premura di questa Commissione specificare che non stati raccolti ulteriori riscontri circa un coinvolgimento dell’onorevole Saverio Romano nella vicenda in oggetto.

Abbiamo già avuto modo di soffermarci sul fatto che la commissione d’accesso nominata dal prefetto Vardè non abbia captato alcunché circa le voci che vedevano la cava di Truncafila quale location ideale per una discarica.

Chi invece si occupò della questione fu il viceprefetto Trombadore[30], il commissario straordinario nominato da Crocetta all’indomani delle dimissioni da sindaco di Franco Susino. Questo il suo ricordo:

TROMBADORE, già commissario straordinario del comune di Scicli. Fin dal mio insediamento ho cercato di conoscere tutto quello che era possibile… E così entrai a contatto anche con il problema discariche… Per cui quando ebbi notizia di questa riunione della SRR in cui era stata ripresa, perché era una vecchia proposta, l’idea di verificare l’idoneità tecnica del sito di Truncafila a fungere da nuova discarica, naturalmente presi subito posizione perché già conoscevo questa problematica. La mia posizione fu contraria proprio perché pensavo di interpretare un po’ tutta la comunità in quel momento pur essendo un commissario straordinario… Poi questa idoneità tecnica fu resa nell’ambito di un’assemblea dei soci alla quale non avevamo potuto partecipare per impegni precedenti, per cui io feci seguire una nota scritta, mi ricordo, sia alla SRR che al commissario straordinario del libero consorzio perché loro hanno la competenza sull’idoneità, rassegnando, appunto, la nostra contrarietà che, per altro, era condivisa anche dal Consiglio comunale che ancora era in carica.

Della questione Truncafila, contrariamente a quanto accaduto invece per la vicenda A.CI.F., viene investita anche la commissione straordinaria, la quale, con i poteri del Consiglio Comunale, delibererà la concessione al C.A.S. (Consorzio Autostrade Siciliane) della cava per l’allocazione di inerti provenienti dal cantiere della costruenda autostrada Siracusa-Gela. Il C.A.S., dal canto suo, si sarebbe dovuto impegnare a realizzare il parco extraurbano.

Va preso atto, secondo quanto sostenuto dal Comitato di volontariato per la Tutela della Salute, dell’Ambiente e del Territorio di Scicli, che – con l’accordo col C.A.S. – l’area del parco da realizzare sia stata notevolmente ridotta “risultando in particolare esclusa la zona ove insiste l’impianto A.CI.F.”[31].

Importanti, in conclusione, sono le considerazioni espresse da Enzo Giannone, attuale sindaco di Scicli:

GIANNONE, sindaco del comune di Scicli.  Io temo che ci sia un interesse particolare verso la nostra area… riguardo proprio allo smaltimento dei rifiuti, la vicenda… A.CI.F. è una… E poi c’è un’altra grande, grandissima, questione… che è la cava Truncafila su cui da anni aleggia una sorta di leggenda – che purtroppo non è leggenda perché ci sono anche degli atti – perché sarebbe, secondo certe considerazioni che si sentono, il luogo ideale dove andare a fare un’altra grandissima un’altra mega discarica… Su questa cava, secondo me…  in questi anni ci sono state considerazioni per non usare la parola interessi… Ad esempio esiste una convenzione – che era un accordo fatto proprio durante il periodo del commissariamento – con il C.A.S. per realizzare in quel luogo un parco extra urbano… ma intanto per conferire lì tutti gli inerti della costruenda autostrada Siracusa-Gela… Spero che l’approvazione della variante che ha fatto diventare tutta quella zona una zona e-1 metta fine a tutte queste vicende!