da La Sicilia

intervista di Carmelo Riccotti La Rocca




 

La provincia di Ragusa zona rossa? Da giorni ormai si dibatte su questa richiesta avanzata formalmente da deputato regionale Nello Dipasquale al presidente della Regione Nello Musumeci. La proposta dell’esponente ragusano del Partito democratico, tra l’altro, ha trovato la condivisione di molti rappresentanti dei dem che chiedono ai sindaci di riferimento di muoversi per invocare la chiusura delle rispettive città al fine evitare conseguenze ben più gravi. Ma allo stato attuale i “numeri Covid”, consigliano una chiusura totale? Di questo, ma anche della situazione sanitaria in provincia, ne abbiamo parlato con il direttore generale dell’Asp 7 Angelo Aliquò.

Direttore Aliquò, si parla tanto della possibilità che la provincia di Ragusa possa essere dichiarata zona rossa, ma tecnicamente è una richiesta che può trovare riscontro positivo?  




«Se una provincia debba essere decretata zona rossa non è l’Asp che lo decide, noi mandiamo delle analisi sui dati epidemiologici, sull’incidenza dei tamponi, cioè tutto quello che possiamo fornire in termini di informazioni lo diamo, poi, in base a questi dati, sono le amministrazioni a decidere se una provincia va allocata in zona rossa o meno. Se rispondessi alla sua domanda esprimendomi in tal senso, invaderei un campo non mio. È evidente che, in questo momento, ci sono degli indicatori a mio avviso preoccupanti, questo sempre con una considerazione di base: vedere cioè quali saranno gli effetti della chiusura, ad esempio, di Vittoria e se nei prossimi giorni registreremo una riduzione dei contagi. In questo momento, francamente, registriamo, in generale, ancora una crescita costante dei contagi. C’è da dire che nelle ultime settimane abbiamo visto che ogni giorno, in termini di positivi, abbiamo avuto degli incrementi sostanziali rispetto a quello precedente, negli ultimi due giorni non è così, ma è chiaro che siamo e rimaniamo di fronte a numeri importanti. Debbo dire che abbiamo fatto anche dei tamponi per conto di altre province e, su 100 test, abbiamo trovato 64 positivi, questo per dire che il fenomeno è in crescita ovunque»

La preoccupa di più il numero dei posti letto occupati negli ospedali? 

«Sono proporzionali ai positivi e anzi, vedendo il numero dei contagi, posso dire che siamo fortunati che il sistema sanitario stia reggendo dal punto di vista ospedaliero, occorrerebbe intercettare i pazienti prima, ma qui c’è un problema perché bisognerebbe fare i tamponi a casa, ma le Usca non hanno personale sufficiente per fare ciò. Il nocciolo della questione è proprio questo: se noi 

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