Ragusa – Tiratina di orecchie per l’Amministrazione Piccitto
- 15 Maggio 2015 - 6:49
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<<Il sindaco di Ragusa, Federico Piccitto, e la sua giunta dovrebbero studiare meglio la materia urbanistica>>.
A tirare le orecchie agli amministratori è uno dei consiglieri comunali più attivi in aula, Sonia Migliore, che è anche la componente della II commissione, “Assetto territorio” dov’è stata presentata e respinta la delibera n°142 del 24 marzo 2015 con la quale la giunta chiede la riscrittura dell’art. 48 per <<perseguire l’obiettivo dello stop al consumo di suolo agricolo>>. Una proposta non accettata dallo stesso collegio per <<due vizi di forma>>: quella della giunta è una decisione in netto contrasto con altre due delibere ancora vigenti. Se l’idea del comune è quella di vietare qualunque attività legata allo sfruttamento di risorse minerarie e alla produzione di energia da fonti fossili e rinnovabili, (tranne mini eolico e piccoli fotovoltaici), per destinare le aree agricole ad attività attinenti solo al medesimo settore, il comune deve revocare le altre delibere. L’ente, con la variante, vorrebbe impedire la realizzazione di tralicci e antenne per le telecomunicazioni e << l’installazione di impianti di cui al d.lgs. 152/2006 e s.m.i. individuati nell’allegato IV paragrafo2- industria energetica>>, ma il decreto recita che <<l’industria energetica ed estrattiva, gli impianti termici per la produzione di energia elettrica, gli impianti industriali per il trasporto del gas, le attività di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, gli impianti di gassificazione e liquefazione del carbone… sono progetti sottoposti alla verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano>>, non è specificato che siano anche del comune. Con la delibera s’intende modificare la destinazione d’uso di aree agricole, impendendo delle opere che sono di competenza per lo più esclusiva della Regione Siciliana. Dunque l’ente deve misurarsi non solo con il consiglio ma soprattutto con il governo regionale. Inoltre nella delibera, visibile nel sito del comune di Ragusa, è precisato che tale modifica non comporterebbe <<riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio dell’ente>>.
Dalla rilevazione tecnica dunque è stato constatato che con tale variante non ci sarebbe alcun onere per il comune ma se Ragusa vieta le attività minerarie e di estrazione non potrà percepire le ingenti somme di denaro dalle società, le royalties che il sindaco Piccitto ha intascato e utilizzato. Trenta milioni di euro che le società petrolifere, come il colosso Eni ed Irminio, hanno elargito e contro le quali il comune sta agendo per impedirne le future attività. In danno del bilancio dell’ente e dei cittadini. Il sindaco Piccitto, vorrebbe rimanere in linea con il leit motiv del Movimento 5 Stelle, il partito che rappresenta, ma ha partecipato ben volentieri agli eventi organizzati dalle società petrolifere: come l’inaugurazione del co-generatore al centro Olio irminio.
Ci si chiede come mai il primo cittadino ha in mente di stravolgere il Prg. Che il connubio tra agricoltura e petrolio è possibile lo dimostra il sindaco che, in prima persona, ha firmato un accordo con la società petrolifera Irminio SRL, l’Università di Catania, le associazioni di categoria per utilizzare il gas di coda del co- generatore ai fini della produzione di energia elettrica ed energia termica, che in parte sarà gratuitamente ceduta alle aziende agricole per il surriscaldamento delle serre.
LA POLEMICA SUL PIANO SPIAGGE
In tema ambientale la polemica è anche scoppiata sul nuovo “Piano Spiagge” presentato ieri dall’amministrazione comunale di Ragusa che prevede la cancellazione di ben 8 delle 11 concessioni per stabilimenti balneari che erano state previste nel precedente piano. La giunta ha deciso di confermare la concessione solo in tre spiagge: una a Punta Braccetto, e due a Marina di Ragusa, nell’area dell’ex depuratore e sul lungomare Bisani. Il Piano adesso deve passare al consiglio per il parere. L’iter prevede poi un doppio percorso, quello per la valutazione d’incidenza ambientale e quello di approvazione del Piano stesso da parte del Demanio. Il piano del 2009 prevedeva un ampio numero di strutture da realizzare nell’arenile: in tutto trenta. Diciannove a oggi risultano esistenti. <<Sì ai servizi per il turismo, no a un’invasione di chalet e altre strutture>> è dunque il claim dell’amministrazione Piccitto. Ma c’è invece chi ne chiede la revoca. Il presidente della Federazione Italiana imprese balneari, Confesercenti Sicilia, Antonello Firullo, ritiene che <<il Piano di Utilizzo delle Spiagge del Comune di Ragusa è inefficace>> perché deve ancora passare al vaglio dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, considerato che la Regione Sicilia è l’unico proprietario del Pubblico Demanio Marittimo. Firullo ha denunciato anche la mancata concertazione con la categoria, che tutela gli interessi dei propri associati. <<Un obbligo che l’Ente Comunale di Ragusa doveva rispettare ai sensi della Legge 241/90 art.9 e 10; della Legge Regionale 10/91 art. 10; della Circolare Regionale dell’Assessorato del Territorio e Ambiente del 28/05/98 n° 10936 ” ….. senza escludere a priori la possibilità di sentire le associazioni di categoria rappresentative del settore…” La polemica poi del segretario della Fiba si sposta sul mancato riconoscimento di Maria di Ragusa tra le migliori spiagge italiane. L’unica siciliana, insieme con Marsala, a non aver ottenuto la bandiera blu, rispetto allo scorso anno.
LA BANDIERA BLU
“La Bandiera Blu – ha dichiarato Firullo – si ottiene grazie ai servizi in spiaggia, servizi che proprio l’Ente non garantisce a differenza di noi concessionari balneari, come la pulizia della spiaggia; il primo soccorso; i servizi igienici, ecct. ..il Comune di Ragusa ha giustamente perso la Bandiera Blu proprio perché non garantisce, l’accesso in spiaggia e la sosta, con apposite aree, per le persone diversamente abili, docce comprese, cosa direi vergognosa considerato che non dovrebbe essere un obbligo di legge ma quanto un segno di civiltà atteso che in tutto il tratto del vecchio e del nuovo lungomare a Marina di Ragusa non esistono rampe di accesso a mare, è stato dimenticato anche l turismo accessibile, poi, ancora, non garantisce il servizio di salvataggio e ahimè neppure la dovuta raccolta differenziata ma non per ultimo i punti d’informazione”.
Il comune di Ragusa invece farà sventolare un’altra bandiera: quella tricolore. Domenica 17 maggio, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia, sarà esposta sul balcone principale di Palazzo dell’Aquila la bandiera Arcobaleno, insieme con quella della Regione Sicilia e al Tricolore.
Viviana Sammito