Pubblichiamo con piacere il racconto di una donna originaria di Scicli che da qualche anno vive a Ragusa. La futura mamma ci racconta la vicenda perchè ci tiene a elogiare il lavoro svolto in particolar modo dai medici del reparto di Ostetricia e Ginecologia del Giovanni Paolo II, ma anche da tutto il personale infermieristico e non solo, del nosocomio Ragusano.




“Qualche settimana fa scopro di essere in attesa di due gemellini. Tutto regolare, stanno bene, sino a quando nel tardo pomeriggio del 20 novembre avverto dei dolori lancinanti all’addome, con svenimenti e  vomito – ci racconta la giovane donna -.

Chiamo subito la mia ginecologa, la Dottoressa Stracquadanio che in quel momento prestava servizio in Ospedale e mi invita a recarmi da lei per una ecografia urgente di controllo. Premetto che è stato il periodo di transizione del reparto dal Paternò Arezzo al Giovanni Paolo II, e visto che la dottoressa si trovava all’Arezzo, tra l’altro più vicino casa mia, sono andata per fare i controlli.

Arrivata in loco, mi è stata fatta  una ecografia interna per monitorare i gemelli che, per fortuna, stavano benissimo; ma visto che il dolore aumentava – ci racconta – la mia dottoressa ha avuto la prontezza di farmene una esternamente in tutto l’addome e lì  abbiamo scoperto che c’era un terzo di embrione, posizionato nella tuba, quindi si sono subito mobilitati per intervenire su questa inaspettata gravidanza extrauterina.

Volevano trasferirmi a Catania, poi a Vittoria, intanto i miei parametri vitali scendevano a vista d’occhio. Il Primario è immediatamente intervenuto, decidendo di operarmi a Ragusa, ma al Giovanni Paolo II. Qui sono stata operata d’urgenza, sebbene tutto il reparto e il blocco operatorio ad esso connesso sarebbe stato aperto ai pazienti la settimana successiva – racconta ancora la donna, che aggiunge -, al Giovanni Paolo II era già pronta un’equipe di medici specialisti ad attendermi nella nuova sala operatoria.

Mi sono risvegliata in sala rianimazione, con un intero staff di medici e infermieri premurosi come forse mai avevo visto prima, e la stessa cosa ho ritrovato nel reparto di ginecologia  dove sono stata trasferita poco dopo. E nonostante abbia ringraziato tutti i medici  in questione e il personale ospedaliero, loro hanno dimostrato sempre una umiltà fuori dal comune. Nessuno ha voluto prendersi il merito, sebbene siano riusciti a salvare, non solo me ma anche i miei piccolini. Ad ogni mio grazie loro rispondevano all’unisono di essere strumenti nelle mani di Dio

La prontezza della Stracquadanio nell’individuare il problema, la tempestività del dottor Bonanno  nell’intervenire immediatamente, la velocità di tutti gli ostetrici e infermieri che si trovavano li presenti hanno fatto si  che possa raccontare questa vicenda che stava per finire in tragedia. Solo dopo qualche giorno dell’intervento ho comunque capito che mi rimanevano veramente poche ore di vita se non sarebbero intervenuti subito.

Adesso che mi sto riprendendo da questo intervento delicatissimo, voglio raccontare la mia esperienza per portare alla luce che abbiamo dei bravissimi medici, infermieri ed operatori sanitari che oltre a prendersi cura dei pazienti sono sempre pronti a regalare anche un sorriso e a dare una parola di conforto.

Tutto questo –  conclude il racconto la futura mamma – , anche in una realtà come la nostra, dove sembra andare tutto male.”