Il dramma sanitario in Italia, il cui esito dei deceduti è da bollettino da guerra, sta inevitabilmente già seguendo quello economico di molte famiglie italiane perché molte aziende sono costrette a licenziare o ad adottare ammortizzatore sociali come la cassa integrazione in deroga o la disoccupazione.  In piena emergenza Coronavirus è in bilico il futuro lavorativo di molti operai, così come in provincia di Ragusa ma ci sono anche modelli, esempi che fanno pensare che c’è la forza di tenere sulle spalle, ancora, il peso di un potenziale tracollo finanziario.

Dalla famiglia Rana che aumenta lo stipendio del 25% ai dipendenti, chi fa donazioni per l’acquisto di respiratori e macchinari per affrontare l’emergenza epidemiologica ma, se vogliamo guardare più vicino a noi, c’è un’impresa sul territorio di estrazione di greggio la “Irminio” che sta cercando di contrastare l’urto della pandemia attraverso un piano messo a punto dall’amministratore delegato, Giampiero Saini il quale si è posto come prioritario obiettivo la tutela della salute dei suoi dipendenti.




In tempi non sospetti, ha anticipato le mosse del governo centrale, già nei primi di marzo, facendo circolare una mail che ha positivamente lasciato basiti i sindacati, i quali stanno continuando a lottare invece per fare garantire il diritto alla salute di tutti i lavoratori di altre aziende come se fosse un privilegio. Tra i capisaldi della mail il divieto di utilizzare i mezzi pubblici per andare a lavorare; assoluto divieto di ingresso ai cantieri ed ai luoghi di lavoro a personale, dipendente o esterno, che dichiari sintomi da infezione respiratoria e febbre; smart working per gli over 60 e immunodepressi; soluzioni sanificanti negli uffici e mascherine; le raccomandazioni hanno anche riguardato le norme di igiene all’interno del cantiere.

Una visione lungimirante e prudente e una gestione da padre di famiglia che ha sorpreso i sindacalisti Scollo (Filctem), Scarpata (Uiltec) e Saggese (Femca),  i quali hanno risposto a stretto giro che molte aziende hanno sottovalutato il rischio, nonostante i provvedimenti del Governo e che la Irminio <<è stata la prima ad adottare seri e diretti alla tutela dei dipendenti>>.

Un super datore di lavoro, Saini, che pur avendo preso atto del crollo del prezzo del petrolio, che il fatturato va inevitabilmente riducendosi e che stanno operando in perdita, non ha alcun intenzione di ricorrere ad eventuali ammortizzatore sociali. Ma c’è di più. Rincara la dose prevedendo in favore di tutti i dipendenti, in caso di ricovero a seguito di infezione da COVID-19, una copertura assicurativa che prevede l’ indennità giornaliera, indennità da convalescenza, assistenza post ricovero. Un’azienda modello che continua a dare lavoro e stipendi a tante famiglie in un momento storico difficile per tutto il Paese. Ma sono questi i tangibili segnali di speranza e, speriamo, di ripresa.

Viviana Sammito