Dalle prime ore della mattinata odierna, oltre 50 Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa, con due unità Cinofile e supporto aereo del Nucleo Elicotteri CC di Catania, nei territori dei Comuni di Ragusa, Comiso e Vittoria, stanno dando esecuzione a n. 8 misure cautelari e notifica dell’avviso di garanzia a carico di 13 soggetti, emesse dal GIP del Tribunale di Ragusa su richiesta della locale Procura della Repubblica, coinvolti nella gestione di un traffico di stupefacente sul capoluogo ibleo e  dintorni.

Eseguite decine di perquisizioni. Ingente il quantitativo di sostanze stupefacenti sequestrato durante l’attività investigativa.

Gli ulteriori dettagli dell’operazione, tuttora in corso, saranno resi noti durante una conferenza stampa che sarà tenuta questa mattina, alle ore 11:00, presso il Comando Provinciale di Ragusa, alla presenza del P.M. Dottoressa Monica  MONEGO che ha coordinato le indagini.

AGGIORNAMENTO ORE 13:25

Nella mattinata di oggi 15 febbraio i Carabinieri della Compagnia di Ragusa hanno tratto in arresto 8 soggetti nell’ambito dell’esecuzione di 13 provvedimenti a vario titolo disposti dal G.I.P della Procura della Repubblica Iblea. L’operazione denominata “FAST FOOD” ha permesso la carcerazione di 2 soggetti, la restrizione agli arresti domiciliari di altri 6 e la notifica dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per un nono indagato. Altri 4 avvisi di garanzia sono stati poi notificati ad altrettanti soggetti a vario titolo coinvolti nella condotta criminale.

L’indagine, iniziata nel 2019 ha permesso ai Carabinieri, coordinati dal PM dott.ssa Monego, di ricostruire una fitta ed articolata rete di spaccio che estendeva i propri tentacoli sull’intero capoluogo ragusano coinvolgendo nella propria organizzazione giovani del posto che si occupavano sia dell’acquisto di ingenti quantità di marijuana (mai inferiori al kilogrammo) sulla piazza catanese che della rivendita al dettaglio sulla città di Ragusa. A dispetto della giovane età gli arrestati, tutti compresi tra i 20 e i 30 anni con la sola eccezione di un soggetto classe 1976, avevano ideato un semplice quanto efficace sistema di trasporto e stoccaggio dello stupefacente e un altrettanto brillante rete di distribuzione al dettaglio. La droga infatti veniva a trasportata da fuori provincia a bordo di autovetture noleggiate allo scopo e che si muovevano con il sistema delle “staffette” tramite il quale si riuscivano ad intercettare pattuglie delle Forze dell’Ordine eventualmente presenti sulla strada del rientro. Una volta in città le confezioni di “erba” venivano stoccate presso l’abitazione del principale indagato il quale a sua volta le rivendeva, non meno di 100 grammi alla volta, ad altri soggetti che, meno noti dei principali indagati, si prestavano a fare da intermediari nella rivendita in cambio di poche centinaia di euro per il disturbo. Soprattutto in una prima fase dell’indagine si è appurato come gli spacciatori erano soliti incontrarsi con i propri clienti (in alcuni casi anche minorenni) nei pressi di un noto fast food.

Particolare interessante, che sottolinea la spregiudicatezza del principale ideatore della rete di spaccio, è il fatto che quest’ultimo fosse solito consegnare a domicilio lo stupefacente ai propri collaboratori viaggiando sempre in compagnia della moglie e della figlia piccola allo scopo di apparire ad un eventuale controllo come una famiglia normale. Con questo escamotage è riuscito per molti mesi ad evitare che la propria abitazione fosse individuata dagli inquirenti e di ciò in più occasioni si vantava con i propri sodali.

L’operazione di oggi, pur avendo assestato un duro

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