scafistiLa Polizia a seguito dello sbarco di ieri mattina ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di:

CHIEKHOU Senegal il 15.11.1996, OBINYAN Theophilus nato in Nigeria il 25.03.1997, ARIOMAWA Julius nato in Nigeria il 22.04.1996 e MAHSUAR Chihg nato in Senegal il 15.01.1986

Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto le imbarcazioni partite dalle coste libiche. I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.

I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

Alle ore 7:45 del giorno 14.04.2017, l’unità navale “AQUARIUS” (O.N.G. – Medici Senza Frontiere), veniva inviata da IMRCC Roma per recuperare un gommone carico di circa 119 migranti. La nave di soccorso si dirigeva verso il punto di mare segnalato e alle successive ore 8:02, intercettava l’imbarcazione e traeva in salvo i 119 migranti  a bordo. Immediatamente dopo la nave soccorreva altri 3 natanti trasbordando dai gommoni complessivamente 526 migranti.

In uno dei gommoni il personale della nave rinveniva il cadavere di un  giovane migrante.

Dopo aver concluso le operazioni di trasbordo di tutti i migranti, l’unità di soccorso faceva rotta verso il porto di Pozzallo ove giungeva alle ore 13:30 del 15.04.2017-

Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso l’Hotspot per le operazioni di pre-identificazione.

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.

Il Funzionario della Polizia di Stato, dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni di centinaia di migranti, in piena sinergia con i funzionari della Prefettura che coordinano la “macchina” dell’accoglienza.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.

Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri uomini appartenenti alle Forze dell’Ordine ed all’Esercito Italiano, così come gli Enti inviati dalla Prefettura di Ragusa, Protezione Civile, Croce Rossa Italiana e medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultano sempre complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti numerose incombenze, così da permettere un immediato invio dei migranti in idonee strutture d’accoglienza individuate dalla Prefettura in base ad un articolato piano di riparto nazionale del Ministero dell’Interno.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.

 

                                                                    LE INDAGINI

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza ed una dei Carabinieri, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto 4 scafisti.

Anche in questo caso i migranti a bordo delle piccole imbarcazioni hanno indicato i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli scafisti si sono “arruolati” tra le fila dei trafficanti libici accordandosi per non pagare il viaggio in cambio della conduzione del natante.

Tra i migranti giunti a Pozzallo anche il corpo di un giovane nigeriano di circa 20 anni, dati questi acquisiti dai compagni di viaggio.

Dall’ispezione cadaverica effettuata dal medico legale unitamente alla Polizia Scientifica ed al personale della Squadra Mobile di Ragusa, è emerso che il giovane, con molta probabilità, sia morto di stenti e per disidratazione. I testimoni riferivano poi di un malessere accusato dal giovane anche prima della partenza, elemento che fa propendere per una morte naturale e non per una responsabilità dello scafista o di altri. Il viaggio che i migranti effettuano prima di arrivare in Libia è molto duro e non tutti riescono a superare le difficoltà, secondo quanto riferito dai testimoni.

Al termine delle indagini è stato possibile acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico degli scafisti centro africani, responsabili, senza alcun dubbio, secondo i testimoni ascoltati di aver condotto per ottenere un profitto ingiusto.

Gli arrestati sono stati condotti presso l’istituto di pena di Ragusa a disposizione dell’A.G.

 

LA CATTURA

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

Nel 2017 sono 31 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.