Preghiera e fede, grande emozione e commozione, hanno caratterizzato la festa 2013 in onore del patrono san Giorgio. Non è retorica, ma realtà dei fatti. Oltre ai tradizionali momenti di preghiera e di catechesi nella chiesa Anime Sante del Purgatorio, le processioni svolte nei tre giorni di festa, hanno avuto tanti altri momenti forti, segnati da lacrime di commozione da parte di molti partecipanti.

Nella serata del venerdì, in corso Mazzini si sono avute tre soste per pregare in suffragio dei defunti, per onorare la Vergine Immacolata – alla quale ogni 8 dicembre viene affidata dal sindaco l’intera città di Ragusa – e, davanti alla chiesa di S. Lucia, un’altra sosta per chiedere al Patrono il suo aiuto e la sua protezione. Poi la celebrazione dei Vespri in Cattedrale, gremita da tantissimi fedeli. La serata si è conclusa con la gioiosa e trionfante accoglienza nella chiesa dell’Ecce Homo; è stato il momento principale di quest’anno nonché più commovente e più bello, accompagnato da una comune preghiera, raccolta e silenziosa, rivolta al santo Patrono. “L’accoglienza di san Giorgio nel 2011 in Cattedrale – viene spiegato da un parrocchiano dell’Ecce Homo- è stata un gioioso evento di popolo che non ha risparmiato le lacrime e le emozioni di tanti ragusani della parte alta della città devoti del giovane martire. Anziani, ammalati e negozianti del nostro quartiere, ma anche dell’intera città, non possono raggiungere il Duomo a Ibla per onorare il santo Cavaliere; la chiesa dell’Ecce Homo, grande, spaziosa e senza barriere architettoniche, permette a queste persone la possibilità di onorarlo”.

Tutto ciò si è rivelato in maniera sorprendente. Nella giornata di sabato, infatti, la chiesa degli ‘Acciumari’ è stata protagonista di un continuo pellegrinaggio, di tanta gente fra cui, appunto, i destinatari di tale iniziativa: anziani, malati e portatori di handicap che, fra preghiere e alcune lacrime rivolte al santo, ringraziavano i sacerdoti e gli organizzatori per questa bella permanenza del santo Patrono all’Ecce Homo. Anche i bambini, oltre un centinaio, dell’Istituto Giovanni Pascoli hanno onorato il giovane santo con le loro semplici preghiere, poesie e i loro originali lavoretti; in tale occasione, ad aiutarli a riflettere e pregare, è stato il prof. Paolo Antoci che si è soffermato sul simbolismo dell’iconografia di san Giorgio, facendone una lettura morale e spirituale. Il momento clou è stato poi il pomeriggio: all’ultima celebrazione eucaristica, con una chiesa gremita di fedeli, è seguita la solenne e gioiosa processione per le vie dei territori parrocchiali dell’Ecce Homo e di Maria Ausiliatrice. All’uscita della chiesa dei Padri Salesiani, non è mancato un gesto simbolico da parte dei portatori: alzare con le braccia tese in alto il venerato simulacro rivolto verso lo Stemma della Città di Ragusa e verso la via Maestra (corso Italia); si è trattato forse di un riconoscimento de facto e de jure di san Giorgio a Patrono della città di Ragusa e non solo del quartiere di Ibla; infatti, quest’anno ricorre il 370esimo anniversario di tale proclamazione di san Giorgio, atto ufficiale riconosciuto il 10 maggio 1643 e mai revocato. Durante il percorso della processione, non sono mancati altri momenti di preghiera e di silenzio; brividi di commozione per i presenti quando la statua del santo Patrono è stata fatta fermare davanti a un’abitazione di un infermo, ormai immobile nel letto, una sosta che ha dato conforto all’ammalato e speranza ai familiari che lo assistono. Altra sosta nuovamente in corso Mazzini per un altro momento davanti alla statua della Vergine di Lourdes e una preghiera per i sofferenti della città di Ragusa; orazione recitata dai fedeli che ha creato un coro unanime di oranti.

Si conclude con domenica 26: grande partecipazione alle celebrazioni eucaristiche della giornata e alla solenne processione che si è snodata per le vie del quartiere barocco. La partecipazione del comitato e della banda di Malta, del comitato di Piana degli Albanesi e dei devoti di Modica ha arricchito la festa accomunandone la tradizione e la fede. Tradizionale appuntamento è stata la sosta nella chiesa del Purgatorio con il solenne canto dei Vespri. La festa si è conclusa con il fantastico rientro del venerato simulacro del Patrono preceduto dalla recita in piazza del Simbolo Apostolico (il Credo che si recita a Messa), in quanto si è nell’Anno della Fede, e con il canto del Te Deum in Chiesa Madre; al termine di questo momento conclusivo dei festeggiamenti, il parroco don Pietro Floridia, ha saputo dare parole di speranza e di coraggio a tutti i fedeli, nonostante che “quel drago che vediamo sotto i piedi di san Giorgio – ha affermato il parroco – fa di tutto per mettersi contro alla nostra fede e alla nostra devozione al santo; ma – conclude don Floridia – Cristo, san Giorgio, la Chiesa e tutti noi che abbiamo fede, riusciamo sempre a vincere questo nemico infernale, vedendone i bei frutti”.

La festività patronale di San Giorgio, come si sa, è caratterizzata da numerosi momenti di folklore e spettacolo, ma non mancano i momenti di raccoglimento e di profonda fede; quest’anno sono stati sotto gli occhi di tutti e ci auguriamo che abbiano toccato anche il cuore di tutti.