Una azienda di Ragusa, la CER,  che si è sempre occupata di energia rinnovabili e dei relativi studi e ricerche, è da sempre azienda vicina alle zone svantaggiate del mondo come l’Africa e il Sud America, qui aiuta assieme alla gente del posto ha portato avanti diverse attività e progetti.

Ora la decisione di convertire parte dei suoi impianti metalmeccanici per produrre mascherine a norma di legge, necessarie data l’emergenza legata al VIRUS COVID-19.Cer srl ha acquistato macchinari per produrre le mascherine. Il nuovo mini impianto verrà installato nella zona industriale di Ragusa.




“La nostra società – racconta il presidente Gaetano Casetti – ha ordinato in Cina macchinari per la produzione di mascherine chirurgiche e DPI (N95, FPP2), realizzate in accordo agli standard internazionali, con materiale idoneo, microfibra in polipropilene. A tale fine, data l’attuale irreperibilità ed il totale silenzio dei produttori nazionali, la CER ha ordinato anche il macchinario per produrlo. il meltblown. Poiché l’assordante silenzio ha riguardato anche la filiera della materie prime, dalla Cina abbiamo ordinato anche i granuli base necessari. Si tratta di materiale esente da ftalati, la cui presenza negli attuali dispositivi sarebbe bene controllare accuratamente.

L’impianto sarà localizzato a Ragusa, presso il nostro centro di ricerca tecnologica, dove già opera ENI, alghe per la fissazione della CO2,  e dove i nostri tecnici  approntano i prototipi per ENEA. Ricordiamo – racconta ancora l’ing. Casetti – che la Regione Sicilia ci ha riconosciuto come Eccellenza nello sviluppo di nuove tecnologie.

Purtroppo è doloroso rilevare la totale mancanza di riscontro da parte di Invitalia, cui ci siamo segnalati a suo tempo. Ed anche la totale mancanza di coordinamento. Si tratta di uno sforzo economico pieno di rischi, per la mancanza di esperienza in materia, per la fonte di approvvigionamento delle macchine, senza storia di relazioni con noi, per l’impossibilità di disporre sul posto dei tecnici cinesi. Non è detto che l’impresa riuscirà. E senz’altro ricerchiamo collaborazioni nella filiera.

Ci auguriamo che l’importazione sia attenzionata dalle autorità in modo opposto a quanto avvenuto per l’acquisto di mascherine, tuttora ferme per l’inadeguato controllo sullo spedizioniere. Le autorità sono verosimilmente troppo prese nelle retoriche televisive.

Se tutto filerà liscio – conclude il presidente di CER -, a regime produrremo oltre 300.000 mascherine al giorno, numero insignificante rispetto alle necessità del Paese. Ma saranno mascherine VERE.”

Per eventuali contatti: www.cer-energia.it