I militari della stazione carabinieri di Ragusa hanno arrestato il 28enne Giuseppe L. (il cognome non è stato reso noto per rispetto dei figli che portano lo stesso cognome dell’arrestato), ritenuto responsabile di violenza sessuale continuata e pluriaggravata, lesioni aggravate e atti osceni aggravati.

violenza sessualeI militari, ritenendolo responsabile per tre casi dal 2011 ad oggi, lo hanno denunciato all’autorità giudiziaria segnalandone la pericolosità e suggerendo l’applicazione di una misura cautelare coercitiva. Il Pubblico ministero, dott.ssa Monica Monego, ha condiviso le ipotesi investigative dei carabinieri e ha proposto al giudice di emettere una custodia cautelare. La dott.ssa Monego, esperta per la Procura della Repubblica iblea in materia di reati in danno delle fasce più deboli, è sempre molto attenta nel valutare gli eventi delittuosi a sfondo sessuale e/o persecutorio.

Il Giudice per le indagini preliminari, dott. Giovanni Giampiccolo, ritenendo corretta la richiesta del Pubblico ministero, ha ordinato che l’indagato fosse arrestato e sottoposto agli arresti domiciliari in attesa d’interrogatorio.

E così l’altro pomeriggio i carabinieri della Stazione di Ibla lo hanno rintracciato e arrestato e, dopo averlo sottoposto ai consueti rilievi foto-dattiloscopici, lo hanno rinchiuso in casa agli arresti domiciliari, ove tutt’ora si trova.

I militari hanno iniziato le loro indagini a seguito di due casi molto ravvicinati e simili occorsi lo scorso autunno. I due fatti avevano entrambi riguardato due vittime molto simili, due giovani appena maggiorenni entrambe frequentanti lo stesso liceo e avevano avuto un modus operandi pressoché identico, peraltro molto simile al c.d. maniaco di Ibla che aveva imperversato per un breve periodo nell’inverno 2012/13 palpeggiando inopinatamente giovani studentesse salvo poi essere scoperto e arrestato dai Carabinieri della Stazione di Ragusa Ibla. In tutti e due i casi il “maiale” s’è furtivamente avvicinato da dietro dopo aver pedinato le vittime prescelte da casa a scuola. Nel primo caso è riuscito a ghermire la giovane da dietro palpeggiandola compulsivamente. Nel secondo caso il portone condominiale sbattuto in faccia al “porco” ha permesso non solo di creare un’insormontabile barriera tra il molestatore e la vittima ma anche ha permesso a quest’ultima di guardarlo bene bene in faccia. Dettaglio non secondario visto che la ragazza ha poi collaborando fattivamente gli investigatori nell’individuazione del reo.

Pochi giorni dopo c’era stato un fortunato avvistamento da parte di un militare libero dal servizio che stava transitando in bicicletta da viale Risorgimento. Mentre pedalava ha notato uno strano movimento di un uomo che si stava avvicinando a una donna alle spalle mentre essa stava rincasando ed era davanti al portone. Sembrava quasi uno scherzo tra vecchi amici se non fosse per un qualcosa d’impercettibile che ha fatto pensar male al sottufficiale che ha mollato la bici e s’è avventato sul giovane bloccandolo. Così ha scoperto che la donna non lo conosceva. Il giovane ha inizialmente negato tutto, dicendo che il carabiniere s’era sbagliato e lui non stava facendo nulla. Ma il militare non era convinto e se l’è portato in caserma e sottoposto a foto-segnalamento. Inserita la nuova foto tra decine di soggetti simili, hanno sottoposto il “book” fotografico così ottenuto alla vittima. La ragazza, arrivata alla foto del sospettato, s’è fermata e ha puntato l’indice sulla faccia del sospettato riconoscendolo con assoluta certezza.

Ma i militari di Ibla, riferito il tutto alla Procura della Repubblica, non si sono fermati qui, hanno riesumato quello che sembrava un “cold case” senza più speranza. Nell’estate 2011, infatti, una studentessa universitaria siracusana, mentre rincasava da lezione, era stata avvicinata da dietro e presa con la forza. La poveretta, rimediate peraltro escoriazioni a un gomito e a un ginocchio, era riuscita per un attimo a togliere la mano dell’aggressore dalla propria bocca e urlare con forza chiedendo aiuto. L’avvicinarsi di alcuni turisti aveva determinato la repentina fuga del reo che, pur inseguito da un passante, ara riuscito a sparire.

La dinamica del luglio 2011 era stata molto simile a quelle dell’ottobre 2013 e i militari a questo punto sospettavano fortemente dell’odierno arrestato. Sono quindi andati a perquisirne l’abitazione poiché la vittima e un testimone avevano descritto l’abbigliamento in maniera particolareggiata. La ragazza siracusana non solo ha riconosciuto l’uomo dalla foto ma ha anche riconosciuto con certezza la maglia che egli indossava nel luglio 2011.

Tutti gli elementi raccolti dai carabinieri di Ragusa Ibla hanno permesso di comporre un quadro indiziario molto particolareggiato nel quale l’indagato rimaneva inchiodato alle proprie responsabilità. Quadro indiziario che il Giudice ha ritenuto più che sufficiente a evidenziare il pericolo di reiterazione del reato dato che non solo gli episodi s’erano ripetuti nel tempo ma addirittura s’erano fatti più vicini.

I militari nulla avrebbero potuto in assenza della denuncia delle giovani che hanno dimostrato grande coraggio e altrettanta determinazione. Il comandante della compagnia carabinieri di Ragusa, a nome suo e dei “suoi” militari oltre ad esprimere solidarietà e vicinanza alle vittime, intende ringraziarle per il prezioso contributo fornito alle indagini dei militari.

I vergognosi e raccapriccianti reati a sfondo sessuale sono fortunatamente rari ma ad ogni denuncia spingono i carabinieri sd una ulteriore accanimento investigativo, finalizzato a scoprire la verità e assicurare i colpevoli alla giustizia.