panarello loris condannaVeronica Panarello ha ucciso il figlio Lorys e ha occultato il cadavere il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina. Il Gup, Andrea Reale, ha letto il dispositivo escludendo la premeditazione e le sevizie ma contestando “l’aggravante oggettiva” relativa al grado di parentela. Trent’anni di carcere, 5 anni di libertà vigilata, con il pagamento della provvisionale: 250mila euro per Davide Stival, 100mila euro per il figlio più piccolo e altri 100 mila per i nonni paterni. Veronica, dopo la lettura della sentenza, si è alzata e ha abbandonato l’aula piangendo.

Il suo legale, Francesco Villardita, ha detto che attende la deposizione della motivazione per capire qual è stato il percorso logico – giuridico e poi potrebbe anche impugnare la sentenza, ricorrendo in Appello. “Veronica è pronta a ogni tipo di sentenza” – aveva detto – ma forse neanche lui si aspettava questo tipo di condanna. Il Gup non ha neanche considerato le attenuanti generiche. Ma comunque neanche le aggravanti.

Per Daniele Scrofani, legale di Davide Stival, questa sentenza conferma la loro tesi, quella che da sempre sostengono ma “quando si parla di un omicidio che riguarda un minore non si può parlare di vincitori e di vinti”.  Il papà di Lorys non ha voluto parlare con la stampa. “È molto provato” – ha riferito Scrofani -. Come lo è anche Andrea Stival. Lui  però ha tirato un sospiro di sollievo. Non solo la procura e anche il giudice lo  hanno escluso nell’esecuzione del delitto ma il Gup ha anche trasmesso gli atti per calunnia nei confronti di Veronica Panarello, la quale aveva chiamato in  correità il suocero, Andrea Stival. Soddisfatto per la sentenza il legale, Francesco Biazzo, che ha chiesto anche che non si parlasse più della presunta relazione tra la Panarello e il suocero. Alla luce della “verità processuale” il fascicolo che vede indagato, per atto dovuto, Andrea Stival sarà a breve archiviato.

Viviana Sammito