Sbarco questa mattina al porto di Pozzallo. Sono 223 migranti, di cui 29 minori e 24 donne. Stanno tutti bene. Sono stati già sottoposto al controllo del medico del porto, Vincenzo Morello. Le indagini sono iniziate per identificare gli scafisti. Intanto è stato consegnato alla giustizia uno dei capi delle organizzazioni criminali libiche

Nave “Fiorillo” della guardia costiera è arrivata al porto di Pozzallo alle 10,30. Ha salvato ieri sera la vita a 223 migranti, di cui 29 minori e 24 donne. Vengono dall’Eritrera, dalla Somalia, dal Niger e Sudan.  Il gruppo è stato intercettato a nord della Libia dall’imbarcazione dopo il segnale lanciato dallo scafista attraverso un telefono satellitare.  Il medico del porto, Vincenzo Morello, salito sulla nave ha visitato tutti: nessun caso sanitario di particolare rilievo. Stanno tutti bene. Ora le operazioni si concentrano sull’identificazione, sull’escussione dei migranti al fine di risalire all’identità di chi ha condotto il gommone. E’ notizia di ieri che è arrivato in tarda serata a Roma dalla Repubblica del Sudan, dove è stato arrestato, Mered Yehdego Medhane, 35 anni, eritreo. Le indagini che hanno portato al suo arresto sono state condotte dalla Procura di Palermo.E’ considerato uno dei più importanti capi delle organizzazioni criminali che trafficano  esseri umani.    E’ accusato di essere il capo e promotore di uno dei gruppi criminali di maggiore importanza tra quelli operanti tra il Centro Africa e la Libia.

I suoi uomini lo chiamano il generale perché la sua è una organizzazione paramilitare.

Le indagini che sono state svolte anche durante la sua latitanza hanno  confermato lo spessore criminale dell’eritreo con una quantità di viaggi organizzati anche durante gli spostamenti per sfuggire alla cattura. Anche lui è il responsabile dei morti in mare durante la traversata: le organizzazioni criminali affidano a minori neanche esperti la vita di migliaia di persone, tengono segregati gli immigrati nelle connection house, tipo bunker, in Libia prima della partenza  costringendoli a subire soprusi e violenze anche psicologiche.

Viviana Sammito