
Pozzallo – Rimane ancora barricato nella propria azienda l’imprenditore Corrado Giuca
- 7 Ottobre 2015 - 13:40
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Continua a rimanere barricato all’interno della propria azienda della zona industriale Asi Modica-Pozzallo l’imprenditore pozzallese Corrado Giuca.
Da sabato pomeriggio Giuca si è chiuso nel suo capannone che lo scorso anno è stato venduto all’asta per 408 mila euro a fronte di un valore stimato dal consulente tecnico d’ufficio in un milione e 716 mila euro circa. Giuca è stato denunciato dalla polizia per avere rimosso i lucchetti apposti sabato pomeriggio nella struttura dalle forze dell’ordine.
“Quella che sto vivendo è un’ingiustizia – afferma l’imprenditore -. Non posso regalare l’azienda dopo quaranta anni di sacrifici. Non posso farmela rubare. Non lo permetterò a nessuno”.
Ieri è slittato l’incontro in Prefettura a Ragusa con l’acquirente al quale è stata avanzata una proposta per evitare che ne entri definitivamente in possesso. I figli di Giuca, infatti, sono decisi a ricomprare la struttura adibita alla lavorazione della pietra. L’appuntamento è stato rimandato a oggi. Nelle prossime ore se ne potrebbe sapere di più sulla vicenda che potrebbe avere dei risvolti drastici. Corrado Giuca ha infatti più volte detto che è pronto a demolire la struttura con un escavatore.
“Io attendo sviluppi – afferma infatti l’imprenditore – ma che siano favorevoli per me anche perché i miei figli vogliono ricomprare, in caso contrario avverranno altre cose”.
Il movimento dei Forconi è ancora vicino a Corrado Giuca. “Su ciò che dice ha ragione – sottolinea Mariano Ferro – anche se la legge, purtroppo, gli è contro. Lunedì c’è stato il ministro Angelino Alfano in provincia ma non ha avuto tempo per noi. Volevamo chiedergli la modifica della legge, quantomeno due emendamenti che potrebbero cambiare le cose. Noi riteniamo fuori da ogni logica vendere il capannone per 408 mila euro appena. Si dovevano ricavare almeno un milione e 300 mila euro. Ora speriamo in un esito positivo dopo la proposta presentata all’acquirente. Vogliamo essere fiduciosi”.