da La Sicilia

di Carmelo Riccotti La Rocca

“Con il suo modo di agire il sindaco di Modica ha avvelenato i rapporti con la città di Pozzallo e di questo deve assumersene le responsabilità. Abbate è stato scorretto e lo è tutt’oggi perché non si gestiscono così i rapporti istituzionali”. Non ha utilizzato sconti nei confronti del collega modicano il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna, galvanizzato da una platea composta da studenti, ma anche da politici e rappresentanti del mondo delle associazioni, scesi in piazza per dire no all’impianto di biometano in contrada “Zimmardo-Bellamagna e chiamati a raccolta dal Cspa con in testa la presidente Emanuela Russo.




I manifestanti, sicuramente un bel numero considerato che fosse lunedì mattina, ma meno rispetto alle aspettative degli organizzatori, si sono dati appuntamento in Piazza Municipio, ma prima un corteo di studenti ha sfilato per le vie cittadine a suon di slogan contro l’impianto autorizzato dal Suap di Modica alle porte della città marinara. Il sindaco Ammatuna attende, per la verità senza troppe speranze, che si dia seguito a quanto pattuito il 2 dicembre scorso negli uffici della Soprintendenza di Ragusa: “Abbate-dice- ha assunto degli impegni ben precisi in un verbale sottoscritto dalle parti”. Ad ogni modo è già pronto il piano B, ovvero la presentazione di un ricorso straordinario al Presidente della Regione, ma si sta valutando anche l’idea di un esposto alla Procura per la verifica di una serie di reati di natura penale. “Non ci fermeremo se non avremo raggiunto l’obiettivo- ha tuonato ancora Ammatuna tra gli applausi della folla- e Abbate non ci venga a dire che non ha mai avuto contatti con l’azienda, queste cose le vada a raccontare ad altri, ma non certamente ad un popolo maturo ed intelligente qual è quello di Pozzallo”. Durante la manifestazione si sono registrati diversi interventi che hanno ribadito le ragioni che motivano il no all’impianto. “Siamo in presenza- ha spiegato l’Avvocato Enzo Galazzo, di una iniziativa assolutamente illegittima perché si pretende di insediare un impianto che produce metano da commercializzare, utilizzando una norma destinata invece ad impianti che si avvalgono di fonti che producono energia elettrica. Aggiungo di più: il provvedimento avrebbe comunque dovuto rispettare una norma che è contenuta in una delibera della Regione, la numero 1 del 3 febbraio 2009, la quale prevede che impianti, ove possibili in terreni agricoli di questo genere, devono essere rispettosi dell’ambiente e della vocazione agricola, turistica ed economica del territorio”.

Presenti alla manifestazione anche i deputati regionali Nello Dipasquale, del Pd, e Stefania Campo, del Movimento 5 Stelle “Gli atti possono anche essere legittimi- ha affermato Dipasquale-  ma la realizzazione di un impianto deve coincidere anche con gli interessi della comunità, adesso ho chiesto che intervenga la Regione per trovare una soluzione ad una situazione che vede contrapposti due Comuni”. Per Stefania Campo a pensar male spesso ci si azzecca, una frase riferita alla capacità dell’impianto di 499 metri cubi l’ora, se fosse stata 500 mc, sarebbe dovuta passare dalla Regione con una procedura ordinaria e non semplificata. A prendersi la piazza ieri, son stati poi i giovani che hanno rivendicato la possibilità di scegliere cos’è meglio per il loro futuro. A parlare, in loro rappresentanza, è stato Matteo il quale ha voluto spiegare che la parola “bio” non deve assolutamente tranquillizzare i cittadini perché l’impianto ha portate industriali.

GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA