Non paga l’affitto e sono botte da orbi. Questa è una storia di ordinaria violenza  avvenuta  a Pozzallo, noto capolinea agognato da migliaia di disperati del mare.

Un imprenditore pozzallese , O.C.,  ha inteso regolare così i conti con una povera famiglia: madre  e due figli di 23 e 31 anni.

Il fatto si è verificato, lunedì scorso, intorno alle 18,30, in una modesta abitazione di via della Sila, presa in affitto dalla famiglia Giardina che da tre anni abita lo stabile ma senza un regolare contratto. Paga in nero e regolarmente il canone mensile che ammonta a 200 euro.

Il loro unico interlocutore, che incassa la pigione, è il figlio del proprietario, un imprenditore nel settore delle auto, che da tre anni minaccia e intimorisce la famiglia.

La donna, la signora Concetta, è separata dal marito da vent’anni  e il suo convivente svolge, quando può,  un doppio ruolo, oltre a quello del compagno di vita anche di ammortizzatore sociale: sostiene economicamente la famiglia.

La storia ce la racconta il più grande dei figli, Angelo Giardina di 32 anni: “Lunedì pomeriggio il figlio del  proprietario, O.C,  ha aperto la porta della casa dove noi abitiamo e ha picchiato mia madre e mio fratello con un ombrello che ha trovato nel vano scala, perché non paghiamo l’affitto da tre mesi”.

L’uomo quel pomeriggio si è presentato in casa, gridando:  “Stasira v’ata curcari tutti fora, picchi sennò v’ammazzu a tutti” (entro stasera dovete lasciare la casa, altrimenti vi uccido tutti). La donna, terrorizzata, lo ha rassicurato circa il pagamento dei canoni di locazione  non appena ne avrebbe avuto la possibilità. Tuttavia la sua ira non si è placata e per tutta risposta il proprietario ha colpito madre e figlio.

La signora Concetta ha poi minacciato di chiamare i carabinieri ma l’uomo ha detto di non temere l’intervento dei militari.  Solo dopo una  mezz’ora di minacce: “Vi n’ata gghiri sennò vi finisci mali, se ciù tardu vi truovu ancora ca v’ammazzu” (Ve ne dovete andare di casa altrimenti vi finisce male; se più tardi vi trovo ancora qui vi ammazzo tutti), il Sig. C, il figlio del proprietario,  si è allontanato dall’immobile.

“Io e i miei figli viviamo in un clima di angoscia continuo – ha raccontato la donna ai suoi legali Carmelo Sudano e Giuseppe Trigilia – , temo seriamente per la nostra incolumità”. La donna, che ha riportato contusioni ed ecchimosi sul corpo,  ha reagito mettendo in fuga l’aggressore mentre il vicinato stava a guardare. I carabinieri, chiamati dalla donna, sono giunti sul posto, dopo circa mezz’ora – secondo quanto ha raccontato il figlio Angelo –  e raccogliendo le testimonianze delle vittime dell’aggressione. Hanno riferito la loro storia fatta di sottomissioni e  violenze.  La signora Concetta è dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso. Madre e figlio se la caveranno, secondo il referto del “Maggiore” di Modica, in 7 giorni (sotto le copie dei due referti medici).

La famiglia non ha mai denunciato i soprusi e le violenze fisiche e psicologiche che ha subito in questi anni per paura di ritorsioni ma adesso ha deciso di farlo a mezzo stampa e con i  propri avvocati ha presentato regolare querela.

Il signor C. ha minacciato, qualche mese fa,  Angelo che se non avessero pagato l’affitto, li avrebbe buttati fuori e giù dalle scale:  ”Statti mutu ca cu ‘mpugnu ti iettu re scali” .(Stai zitto altrimenti con un pugno ti butto giù per le scale).

La famiglia fino allo scorso anno pagava 320euro di affitto mensile per lo stabile  di Via della Sila di due piani,  poi il proprietario ha deciso di dividerlo,  così da poter cedere la parte inferiore  all’anziana zia, minacciando la famiglia di sfratto esecutivo se non avessero ottemperato all’ordine di trasferirsi al piano superiore.

L’intera fornitura di energia elettrica all’abitazione risultava essere gestita da un unico contatore collocato all’interno dell’abitazione del piano terra, risultando fuori dalla portata della famiglia Giardina: ciò ci impediva di verificare i reali consumi della fornitura di energia elettrica, motivo questo di dissidi continui con l’inquilina del piano terra, zia del proprietario. La  famiglia aveva speso circa duemila euro, nonostante le loro condizioni economiche precarie,  per lavori di manutenzione nel piano inferiore, che prima appunto era di loro pertinenza, per pitturare pareti e rendere più accogliente la casa ma che adesso si gode la zia del proprietario.

Viviana Sammito

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