SHRAIBI FaouziIn 200 salpati dalla Libia a bordo di una fatiscente imbarcazione in legno che imbarcava acqua. Raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico di un sedicente marocchino ma le indagini hanno permesso di accertarne l’esatto identità: SHRAIBI Faouzi, nato in Tunisia, 24 anni.

Qui di seguito tutti i dettagli dell’operazione raccontati dal Dirigente della Squadra Mobile di Ragusa,  Commissario Capo della Polizia di Stato, Dott. Antonino Ciavola

Il responsabile del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associava con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante. 

I migranti provenienti da diversi paesi, in parte sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana.

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 Alle ore 07.55 del 15/08/2015 l’unità navale “PHOENIX”, veniva inviata in soccorso di un’imbarcazione clandestina dove tra le altre cose si segnalava la presenza di una donna in precarie condizioni respiratorie. Alle ore 09.30 successive l’imbarcazione di intervento avvistava otticamente il natante in difficoltà che veniva raggiunto. Considerato il sovraffollamento su tale imbarcazione le cui condizioni di navigabilità apparivano precarie la nave “Phoenix” metteva imbarcazioni ausiliarie in acqua procedendo al recupero dei 203 migranti che ivi si trovavano a bordo. A conclusione dell’attività di recupero l’equipaggio della “Phoenix” appurava, sulla base delle dichiarazioni dei migranti tratti in salvo, che dei 203 soggetti 72 erano di nazionalità marocchina, 58 del Bangladesh, 41 del Sudan, 11 della Siria, 9 della Libia, 4 dello Yemen, 3 del Mali e 3 del Pakistan. A termine di tutte le operazioni e sempre su disposizione del Comando Generale delle Capitanerie di Porto di Roma, la nave “Phoenix” dirigeva alla volta del porto di Pozzallo ove, giungeva alle ore 17.00. Piedi sulla banchina si procedeva a far sbarcare tutti i clandestini recuperati. 100 di essi, dopo il loro sbarco, venivano trasferiti in più centri della penisola mentre il restante numero veniva ospitato presso il C.P.S.A. del porto di Pozzallo.

 ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

Le operazioni di Ordine e Sicurezza Pubblica in questi giorni non hanno subito alcuna interruzione, considerata la mole di migranti da ospitare presso il centro e tanti da trasferire per far spazio agli altri.

La Polizia di Stato ha coordinato le diverse entità che compongono la macchina organizzativa, al fine di prevedere per tempo l’impiego di risorse specializzate atte a sostenere le esigenze per lo sbarco.

Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dal CPSA ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti, complessivamente ieri sono state movimentate quasi 400 persone, tra chi è stato fatto scendere, chi è subito partito e chi è stato traferito.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e tanti minori alcuni in tenerissima età.

Alle procedure hanno partecipato tra altri 40 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse,  dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza più ospitali.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati e oggi continueranno fino al termine delle procedure previste.

I 72 marocchini verranno respinti alla frontiera per ordine del Questore di Ragusa, per fare cosi rientro in Marocco.

LE INDAGINI

 Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione, di un’aliquota di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini questa notte in 18 ore.

Non è stato semplice procedere al l’individuazione dello scafista in quanto si era messo in mezzo ad folto gruppo di marocchini fingendosi anch’egli della medesima nazionalità.

Peccato che non aveva fatto i conti con gli investigatori che intervistano uno per uno i migranti, in special modo quelli provenienti dal Nord Africa.

Un interprete segnalava che il soggetto avesse un accento tunisino pertanto veniva isolato dal resto del gruppo ed incalzato dagli uomini della Squadra Mobile.

Nel contempo gli altri investigatori ascoltavano le dichiarazioni dei migranti passeggeri della barca che li aveva trasportati ed accertavano una delle aggravanti previste dal testo unico sul l’immigrazione, ovvero l’aver messo a rischio la vita dei passeggeri.

I migranti oltre a descrivere le modalità del viaggio indicavano lo scafista visionando le foto di ognuno di loro.

Il tunisino avendo percepito di essere stato scoperto ha reso confessione affermando che dei 2000 dollari pattuiti a lui non doveva andare ma li avrebbero dati a sua mamma in Tunisia.

L’uomo ha aggiunto di averlo fatto perché senza soldi e voleva aiutare la famiglia, per altro elemento che ricorre in tutti i criminali che rendono confessione a prescindere dal reato commesso.

Al termine degli accertamenti di Polizia Giudiziaria lo scafista è stato condotto in carcere mentre i testimoni sono stati messi in strutture protette in attesa della loro partecipazione al processo.

LA CATTURA

 Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2015 sono 94 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.