Pubblichiamo di seguito una nota che ci è stata inviata tre componenti della Consulta Giovanile di Pozzallo sulla questione degli insulti a sindaco e migranti denunciata dal nostro giornale (leggete qui l’articolo)




«Alla luce dei commenti impregnati di odio lasciati con superficialità sui social da alcuni nostri, purtroppo, concittadini, in merito alle ultime vicissitudini dei migranti giunti in un modo o nell’altro nella nostra Pozzallo, ci sentiamo obbligati a prendere le distanze da cotanta inammissibile inciviltà. Non possiamo permettere che per colpa della loro totale assenza di empatia col prossimo, specie col prossimo più debole, Pozzallo appaia come la città feroce, sterile e crudele che non è. Abbiamo opinioni differenti, molteplici credi e posizioni politiche contrastanti, ma dobbiamo essere tutti d’accordo nell’affermare che nessuna vita vale meno dell’altra, negarlo sarebbe il rifiuto della nostra stessa natura di esseri umani. Ognuno è responsabile della propria condotta, la “libertà di pensiero” non può in alcun modo legittimare affermazioni abominevoli quali quelle che negli ultimi giorni sono circolate su Facebook, neppure la pressione che tutti stiamo subendo può giustificare un tale veleno, sebbene sappiamo che quando la paura prevale sull’umanità, sulla sensibilità, sul rispetto della vita umana, il nemico diventa di volta in volta l’immigrato, il contagiato dal virus, il giovane che prende l’ultimo posto in ospedale a discapito dell’anziano, il siciliano che si sposta per rubare il lavoro al nordico. Quando c’è una paura che rende ciechi si finisce sempre per voler trovare l’untore, rendendolo così il capro espiatorio della paura stessa e di una parte di società malata, che per fortuna, nel caso di Pozzallo, è molto piccola.

Quelli non siamo noi. Noi pozzallesi non accettiamo che “Il povero senno umano cozza co’ fantasmi creati da sé”, come direbbe Manzoni. Noi vogliamo dirci sempre dalla parte di quell’umanità che non lascia indietro nessuno, anche in un momento in cui nessuno è avanti.

Pertanto noi, forse i più giovani tra i pozzallesi indignati, decidiamo non solo di prendere pubblicamente le distanze da tali soggetti, ma ci sentiamo anche in dovere di invitare chiunque a segnalare nei modi previsti e consentiti dalle piattaforme virtuali delle quali ci avvaliamo, qualsiasi forma di incitazione all’odio e alla violenza verbale, minaccia e istigazione alla discriminazione in tutte le sue forme, specie, in questo momento, a quella razziale.




Non bisogna essere credenti per sapere che una comunità civile si fonda innanzitutto sulla solidarietà nei confronti del più debole. Ma, giacché sappiamo che dietro a buona parte di questi commenti si celano presunti cristiani, vogliamo domandargli nella loro stessa lingua: in questo modo amate il prossimo vostro come voi stessi? Siamo sicuri che sia questo ciò che vi suggerisce il Signore? Pozzallo non lo accetta. Quelli non siamo noi»

 

Firmatari:  Cinzia Agosta Nicola Finocchiaro Vincenzo Iozzia