Pozzallo – In fuga dall’Ucraina: Giovanni Bruno con la moglie Arina e la figlioletta sono arrivati a casa
- 23 Marzo 2022 - 9:22
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“Finalmente sono a casa, sto iniziando a capirlo solo adesso. Siamo salvi. Mi dispiace per tutti quelli che sono rimasti là. Ci sono tanti italiani in Ucraina che contattano la Farnesina, ma al momento non c’è via di fuga. La situazione a Kherson è peggiorata”. Giovanni Bruno, portuale di Pozzallo, è arrivato ieri sera con la sua famiglia all’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo. E’ fuggito dalla guerra attraversando la frontiera per scappare da Kherson, dove era intrappolato con la moglie, la figlia di 22 mesi e i suoceri. Era uno dei 33 italiani rimasti bloccati tra Mariupol e Kherson che l’unità di crisi della Farnesina sta cercando da giorni di tirare fuori dall’incubo della guerra. Il suocero, 54 anni, non poteva lasciare la città, per la legge marziale in vigore che non permette agli uomini tra i 18 e i 60 anni di lasciare il paese perché potrebbero ancora combattere per l’esercito ucraino. Così coraggiosamente ha accompagnato in macchina la figlia, il genero e la nipotina ad Odessa.
“Abbiamo superato 15 posti di blocco, 3 russi e 12 ucraini, alla fine siamo arrivati alla dogana – dice Giovanni Bruno – Il viaggio è stato difficile, da Kherson alla costa, raggiungendo la zona di Mycolaiv fino ad Odessa. Qui sono stato aiutato dal giornalista di Radio Rai Simone Zazzera. Ci ha accompagnati a Palanca, poi in Moldavia, infine in autobus fino ad Husi, in Romania. Ieri sera ci siamo imbarcati sul volo da Bucarest per Palermo, per poter tornare finalmente in Italia”.
Bruno era intrappolato dal 24 febbraio in città, chiuso in un appartamento al settimo piano con la città presidiata dai russi che sparavano a vista. Non poteva uscire di casa se non per pochi minuti in cui comprava verdure e uova fresche dai contadini della zona, aveva una scorta limitata di provviste.
Dopo 25 giorni, ha trovato il coraggio: rincuorato da altri vicini di casa che avevano tentato la fuga, si è messo in macchina e ha deciso di scappare. “A ogni posto di blocco sembrava fosse finita – dice – ci hanno chiesto i documenti, controllavano le persone in macchina e il bagagliaio. Ogni stop la paura, il terrore di essere uccisi. Ma è andato tutto bene. Non mi sembra vero”.
Sono arrivati poco prima della mezzanotte al Falcone Borsellino con un volo Ryanair da Bucarest. “Abbiamo pensato di non farcela più di una volta – dice Bruno -. Soprattutto al primo posto di blocco che abbiamo incontrato durante il viaggio verso la Romania. Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutati. E anche chi ci ha sostenuto dall’Italia. Ho sentito la vicinanza dei miei concittadini. Ci sono tanti italiani in Ucraina che contattano la Farnesina, ma al momento non c’è via di fuga. La situazione a Kherson è peggiorata”.
Giovanni Bruno, 35 anni, è lavoratore marittimo dipendente di una società americana. A contribuire alla sua fuga dall’Ucraina è stato il giornalista di Radio Rai, Simone Zazzera.
Zazzera ha raccontato come ha potuto aiutare la famiglia a lasciare la guerra: “Ho letto l’AGI che annunciava l’arrivo di Giovanni Bruno, della moglie e della figlioletta ad Odessa e mi sono messo in contatto con Giovanni. Mi ha detto che non aveva un passaggio fino a Palanca, il punto di confine tra Ucraina e Moldavia più vicino ad Odessa, un’ora di macchina circa. Volevo raccontare questa storia e avrei potuto accompagnarlo. Con Artem, l’autista che mi aiuta qui in Ucraina, siamo andati questa mattina a prendere Giovanni, la moglie e la piccola bimba di 22 mesi. Li abbiamo accompagnati a Palanca”.
Un tragitto durato circa un’ora e mezza a causa dei rallentamenti dei check point, almeno sei, con controlli superati senza problemi. Non c’è stata fila alla frontiera. Giovanni Bruno aveva comunicato alla Farnesina della sua intenzione di lasciare Kherson e si era messo in contatto con il consolato italiano a Odessa. L’ultimo tratto è stato percorso senza Artem perché cittadino ucraino e non poteva passare il confine per la legge marziale in vigore che non consente agli uomini tra i 18 e i 60 anni di lasciare il paese. Zazzera ha salutato i Bruno oltre il confine ed è tornato indietro con Artem.
La scorsa settimana Giovanni Bruno aveva lanciato un appello: “Speriamo ci tirino presto fuori di qui. Non possiamo uscire da Kherson, perché i russi sparano a vista. Abbiamo le provviste limitate.”
Bruno, si era recato in Ucraina con moglie e figlia di quasi 2 anni, per accompagnarli dai suoceri prima di imbarcarsi come faceva spesso, per non lasciarli soli a Pozzallo. Purtroppo nel frattempo è scoppiata la guerra ed erano rimasti “intrappolati”.

















